Capitolo II: In the lion's den

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Fright Night, 'From a whole new perspective' di MusicAddicted (Cap 3) su EFP Fanfiction

Capitolo II: In the lion's den

Esibizionista.
Questa è la prima parola che era venuta in mente a Charlie quando aveva incrociato per la primissima volta l'immagine di Peter Vincent nei mille spot che passavano a rotazione in TV sui suoi mirabili show all'Hard Rock Cafe Casino di Las Vegas.
Non aveva cambiato idea nemmeno quando, preoccupato perché non l'aveva visto a scuola, era andato a casa di Ed, ma invece di trovare quello che un tempo era stato il suo migliore amico aveva trovato i file nel suo computer, tra cui un collegamento al sito di Peter.
Ed era più che fermo nelle sue convinzioni ora che quel sito lo stava per visitare da cima a fondo, in cerca di maggiori notizie su quel presunto esperto di vampiri.
Con quella chioma selvaggia, qual giaccone di pelle attillato - ma mai quanto i pantaloni, anch'essi, di pelle - lasciato aperto a rivelare con petto glabro e così invitante... quell'aria compiaciuta mentre esercitava la sua finta magia.
Charlie non riusciva più a staccare gli occhi da quell'immagine, facendo giusto finta di leggere la mini biografia che lo accompagnava e prendere appunti a riguardo.
Questo prima che qualcuno lo disturbasse.

"Hey!"

D'istinto Charlie abbassò lo schermo e coprì gli appunti con un braccio. Alzando lo sguardo si accorse che si trattava di Amy.

"Hey..." rispose lui, senza troppo entusiasmo.
"Non c'eri in classe, a cosa stai lavorando?" gli chiese lei, seduta sul banco accanto con le gambe a penzoloni.
Il classico atteggiamento di chi vuol rimanere lì e avere spiegazioni.

Ma a Charlie, almeno in quel momento, non andava nè l'una nè l'altra cosa.
Doveva trovare un modo per farla andare via.

"Porno! L'ho hackerato." gli uscì dalla bocca, quasi senza pensarci troppo.

E lo capì da come reagì lei che era la strategia vincente. Quella piccola alzata d'occhi e quel leggero sbuffo non gli sfuggì.

"Ah, bene, temevo qualcosa più da brividi!" sbottò lei, pur sforzandosi di rimanere calma.

In risposta lui annuì e sorrise in modo così fiacco che lei avrebbe voluto dargli un pugno in faccia.
Si stava impegnando proprio tanto per mandarla via, ma lei sembrava non voler mollare l'osso.

"Stai bene?" chiese Amy, con aria indagatrice.

Charlie doveva rincarare la dose.

Annuì.
"Ora per dovrei ..." aggiunse, sperando che lei capisse l'antifona.
"Tornare al tuo porno?" finì la frase lei per lui, chiaramente scocciata.

"Sì." replicò il ragazzo, senza troppi giri di parole.

E funzionò.

"Bene. Okay." sibilò lei, raccogliendo le sue cose e andandosene.

- Porno? Ma come diavolo mi è venuto in mente di dire che stavo guardando un porno? - si domandò allibito Charlie, riaprendo la pagina del sito.

E la risposta ce l'aveva proprio lì davanti agli occhi.
Senza contare che nel sito c'erano anche spezzoni dei suoi show.
E Charlie avvertiva un insano stimolo di mettersi a guardarli mentre si slacciava i pantaloni per darsi un po' di necessario sollevo.

A farlo desistere fu il solo fatto che quell'aula dove si era rintanato a far le sue ricerche non era vuota.

- Ma che mi prende? Mando via quello schianto della mia ragazza, che mezza scuola farebbe carte false per avere e mi esalto a vedere un perfetto sconosciuto? Maschio, nientemeno! Io sono sempre stato etero, fino al midollo! - cercò di darsi una qualche spiegazione logica, sentendosi disorientato come poche volte nella sua vita.

E poi di colpo con la mente tornò alla sera prima.
Il modo in cui Jerry era apparso nel suo portico, con quella patetica scusa delle birre mancanti e poi a quando lo aveva seguito fino alla soglia, facendo quegli apprezzamenti forzati alla mobilia della casa.
Un'altra volta patetico.
Però poi, suo malgrado, Charlie ripensò anche a come lo guardava, all'intensità di quegli occhi neri, al modo in cui le labbra carnose si piegavano in un sorriso sghembo.
Ricordò come tutti quei muscoli quasi minacciassero di esplodere da quella maglietta scura e così attillata, da un'istante all'altro... e si chiedeva come sarebbe stato passarci sopra la mano, su quegli addominali che sembravano scolpiti nella roccia.

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