Capitolo VI: Worth the wait

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Oops, mi ero dimenticata di aggiornare pure qui ^^'

Capitolo VI: Worth the wait


Jerry avrebbe potuto osservare il suo Childe per ore, cogliere ogni gradazione di pallore sul suo volto, ogni grado di raffreddamento della sua temperatura corporea.

Il problema era che di ore ne avevano molto poche a disposizione. L'alba, la loro più acerrima nemica, stava per incombere.

A un tratto colse un movimento impercettibile all'occhio umano, ma non certo al suo. Peter si era mosso, mentre lui lo cullava fra le sue braccia.

"Ti ho visto, furbacchione! Sei sveglio, quindi farai bene ad aprire gli occhi." ridacchiò il vampiro di quattrocento anni.

"Altrimenti?" lo sfidò quello appena creato, rimanendo con gli occhi chiusi di proposito.
"Oh, Petey, vorrei tanto stuzzicarti con mille e più modi per svegliarti, li ameresti tutti..." replicò l'altro con voce roca. "Ma non abbiamo tempo. Charlie potrebbe arrivare da un momento all'altro e noi non possiamo farci cogliere impreparati."

Bastò questo a far scattare Peter in piedi, usando per la prima volta la sua supernaturale velocità.

"Oh sì, il mio regalo di compleanno sta arrivando e io non vedo l'ora di scartarlo."sogghignò lui.

Era ancora completamente nudo e non ne provava alcuna vergogna. Non che il Peter umano avesse mai avuto questo genere di problemi.

"Ma guardati, amore, sei praticamente perfetto." andò verso di lui Jerry, mangiandoselo con gli occhi.

Peter sorrise, in procinto di baciarlo, ma poi si piegò in due dal dolore, crollando sul pavimento.

"Fottuta prima astinenza!" imprecò, ringhiando, un ringhio che di umano non aveva più nulla. "L'ho anche studiata, ma sperimentarla su di me... cazzo, Jerry, falla smettere!" guaì, contorcendosi.

"È normale amore, ma, non ti preoccupare, passerà presto. Ci penso io a te." mormorò Jerry, con fare apprensivo, uscendo rapido dalla stanza per farvi ritorno qualche secondo dopo, reggendo fra le braccia una ragazza che si dimenava, cercando inutilmente di liberarsi dalla sua presa di acciaio.

Seppur Peter la osservasse famelico, quando Jerry si chinò verso di lui con la ragazza e gliene fece dono, incurante del dolore lancinante che lo stava dilaniando, il neo-vampiro scostò la testa, rifiutando quell'offerta.
In un gesto di stizza, Jerry gettò la ragazza contro il muro, ferendola alla testa e facendole perdere i sensi.

"Che cazzo significa, Peter? Devi nutrirti se vuoi stare meglio!" ringhiò, autoritario come soltanto un Sire poteva essere, per poi guardarlo con un'espressione più simile alla preoccupazione. "Hai forse un problema con la tua coscienza?"

Con uno sforzo enorme, Peter rise sprezzante.

"Chi cazzo l'ha mai avuta una coscienza!" lo tranquillizzò con la sua reazione. "Non vedo l'ora di andare a caccia con te, amore, di dissanguare le mie vittime, senza alcuna pietà," lo deliziò con quella risposta. "Ma voglio che il primo collo umano dove affondare i miei canini sia quello di Charlie." gli spiegò. "Quindi, se nel frattempo mi puoi dare qualche sacca di emergenza..." propose, come valido compromesso, subendo altre fitte dolorose allo stomaco.

Fu il turno di Jerry di ridere.

"Ma quale sacca d'emergenza, nemmeno ai miei servi riserverei un primo pasto così patetico!" scosse la testa lui.

Inizialmente Peter non capì, poi lo vide slacciarsi la camicia e sorrise, passandosi la lingua sui denti, lentamente, sentendo la punta dei suoi canini che premevano, nell'attesa di allungarsi.


"Piccolo mio, vorrà dire che tu avrai solo il meglio, cioè me." fece un sorrisetto arrogante.

"Davvero, posso?" chiese conferma il suo Childe.

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