Capitolo IV: Jump the gun

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Buondì.. avrei dovuto aggionare nel cuore della notte, ma alle 3 non avevo ancora finito e dovendo lavorare al mattino mi son detta che forse era il caso di riposarsi un po' ^^'

Spero di farmi perdonare l'attesa, per chi conosce il film, lo troverà un bel po' ribaltato XD


Capitolo IV: Jump the gun

"Farai meglio a riposarti un po' ora..." lo consigliò Peter, una volta tornati all'Hard Rock Cafe Hotel, rimanendo in un vicolo trasversale poco frequentato.
"Non se ne parla nemmeno. Ci serve l'esca e ci serve stanotte!" si impuntò Jerry.
"Li hai appena coinvolti in un inseguimento, hai già sconvolto Charlie a sufficienza, lascia passare stanotte e domani sera riprenderai, rimesso a nuovo." agì da grillo parlante il suo pupillo.
Raramente, ma era qualcosa che poteva capitare.

"Bisogna battere il ferro finché è caldo e poi a me non serve alcun riposo, mi sono quasi ripreso del tutto." non volle sentire ragioni il vampiro, testardo come un mulo.
"È quel 'quasi' che mi preoccupa." fece una smorfia Peter. "Ci vorrebbe almeno un'altra vittima per farti riprendere le forze."
"Vuoi che non la trovi qui a Las Vegas nel cuore della notte?" ghignò Jerry.
"Tu non trovi un bel niente! Non hai ancora ripreso del tutto i colori e ti reggi a malapena in piedi. Resta nascosto qui, ci penso io a portarti qualcuno!" decise Peter.

Non dovette nemmeno cercare più di tanto, perché non appena si avvicinò all'entrata dell'Hotel si sentì chiamare.

'Heeeeeeey, ma tu sei il maghetto che c'è sul meeega possster!" lo apostrofò un uomo sulla quarantina, decisamente alticcio, indicando la locandina del suo spettacolo.
"Sì, sono io." si mostrò affabile l'illusionista, nonostante rivolgendosi a lui con l'appellativo 'maghetto' quell'uomo si fosse già firmato una condanna a morte già a prescindere.
"Facciamooci una foto!" disse l'uomo, immortalandoli in uno scatto sul proprio cellulare prima che Peter potesse anche solo dare il suo consenso.
Quell'uomo marcava sempre peggio.

"Se vuoi ti faccio anche un autografo, non qui, però, non voglio attirare troppa gente, vieni con me." lo adescò, come il più infido dei diavoli.
L'uomo abboccò, gonfio d'orgoglio al pensiero di potersi pavoneggiare con gli amici per aver avuto una foto e autografo da una star.
Poco importa quale star fosse, una qualsiasi gli andava bene.

Peter era abituato agli incontri coi suoi fan, ecco perchè girava quasi sempre con qualche volantino del suo show da firmare.
"A chi devo mettere la dedica?" chiese estraendone uno assieme al fido pennarello indelebile, mentre lo portava verso il vicolo.
"Ooooh, è solo per me. Mi chiamo Karl." rispose l'interpellato.
Peter stappò il pennarello con i denti, mentre si addentravano nel vicolo.
"A Karl, che la magia sia con te..." disse ad alta voce quello che stava scrivendo Peter, mentre teneva in bocca il tappo come se fosse un sigaro.
"Ecco fatto." gli sorrise ammiccante, allungandogli il volantino.
"Graazie, amico! E dire che questa serata buttava malissshiimo, ho lasssciato il casinò perché ssstavo per perdere anche le mutande!" biaascicò l'uomo, intascandosi il bottino.

Peter si limitò a squadrarlo freddamente.
"E pensa che stai per perdere anche la vita!" fece spallucce.

L'uomo rise nervosamente.
"Cos..."
"Jerry, è tutto tuo!" gli diede il segnale Peter.

Una figura nera che era rimasta nascosta nell'ombra tutto il tempo piombò sul malcapitato, azzannandogli il collo con voracità.
Mentre si nutriva, Jerry aprì gli occhi, mantenendo il contatto visivo con il suo amato tutto il tempo.
Peter non si perse un solo istante, adorava vedere il suo vampiro in azione.
Se Jerry trovava già eccitante quando Peter gli procurava qualche vittima, essere osservato da lui mentre si nutriva agiva da vero e proprio afrodisiaco.
E probabilmente non era il solo a pensarla così.

Non appena lasciò cadere a terra il corpo prosciugato dell'uomo, Jerry tornò ai suoi lineamenti umani, più bello che mai e si passò una mano sulla bocca, prima che Peter lo assalisse per un bacio esigente.
"Ma... amore, mi sono appena nutrito, so ancora di sangue umano..." borbottò confuso fra i baci.
"Lo so, ma visto che a breve diverrà parte integrante della mia dieta, tanto vale che mi ci abitui già!" ridacchiò Peter, continuando a baciarlo.
Ancora più eccitato da quella risposta così audace, Jerry prese le redini del comando, sbattendo Peter contro il muro e pressandosi contro di lui, mentre lo baciava voracemente.

"Non ci credo ancora, mi hai lasciato uccidere un tuo fan." mormorò Jerry fra i baci.
"Cosa? Aahh ma quello non era mica un fan, nemmeno sapeva il mio nome, era solo a caccia di gente famosa, non li sopporto quelli così!" brontolò Peter. "Anche se fosse stato un fan, un conto è quando lavoro, ma così è violazione della mia privacy. E poi era così strafatto di alcool, ma chi si credeva di essere? Me?" fece ridere il vampiro, che tornò a baciarlo.

Spostò i baci dalla bocca, al mento, alla guancia scolpita, fino a raggiungere l'orecchio.
"Presto, molto presto, andremo a caccia insieme." gli sussurrò, lambendogli l'orecchio con la lingua e mordicchiandogli il lobo.
Peter era su di giri, sia per quello che gli stava facendo, sia per quello che gli aveva appena detto.
"Ce l'ho durissimo al solo pensiero!" ringhiò, prima di baciarlo nuovamente.

Jerry gli afferrò il cavallo dei pantaloni, accorgendosi che non mentiva affatto e strappandogli un lamento di approvazione.
"Oh, amore, vediamo di fare qualcosa a riguardo." lo guardò famelico il vampiro,

"Ma.. come, adesso?" lo guardò frastornato l'umano. "E i ragazzi che devo chiamare? E il tuo stato debole?"
"C'è tempo per tutto e poi, quale stato debole? Ormai mi sento di nuovo forte come cento leoni, lascia che te ne dia una prova!" sogghignò l'altro, prima di slacciargli i pantaloni, abbassarglieli assieme agli slip e inginocchiarsi, pronto a prendersi cura del suo pupillo con la sua bocca esperta.
"Cazzo, Jerry, oh sì, oh, cazzo!" raggiunse rapidamente il culmine Peter, stringendo i capelli del partner, senza che Jerry si perdesse un solo goccio di quell'ambita ricompensa.

La tensione sessuale era ancora ad altissimi livelli fra i due, ma il tempo a disposizione non concesse loro più di una sveltina brutale, animalesca e senza un briciolo di romanticismo.
A entrambi andava bene così.

Peter lo portò con sé al suo loft, mettendosi a proprio agio prima di stabilire con lui il piano.

"Sappi che dovrò dare loro quante più informazioni e dettagli possibili. Cose vere, non cazzate. Devo risultare il più credibile e affidabile possibile, devono capire che li sto davvero aiutando, anche a costo di rivelare qualcosa di troppo." lo mise in guardia Peter.
"Mi fido ciecamente di te, amore, lo sai, qualsiasi cosa tu voglia dire o non dire loro." approvò Jerry, tirandolo a sedere sopra il suo grembo e baciandolo.
Fu da quella assai confortevole posizione che Peter face quella telefonata, attendendo che Charlie rispondesse.

"Va bene, ti aiuto." lo informò, prima che un certo vampiro decidesse di rendergli le cose più difficili, con dei languidi baci sul collo.

- Oh, cazzo! - andò in visibile difficoltà l'illusionista, pur mantenendo un tono controllato.
"Da me, tra un'ora." concluse serafico.

"Maledizione, Jerry, vuoi farci scoprire?" sbottò l'umano, alzandosi da lui.
"Scusami, non ho saputo resistere." fece le fusa il vampiro.
"Meno male non si sono accorti di niente." brontolò l'altro.
"Sai vero che con questa vestaglia sei troppo sexy e c'è il rischio che facciamo il secondo round?" ringhiò Jerry, accarezzando i bordi di quella vestaglia nera di raso che gli copriva giusto le cosce.
"Accidenti, ti sei ripreso anche troppo, vedi di filare via, non farti scoprire e ripresentati qui al momento opportuno... logico, prima salirà il moccioso." ripassò il loro piano Peter.
"Ed, guarda che il moccioso ha un nome." precisò Jerry, che non gradiva quel disprezzo nei confronti di altri membri della sua razza.
Tanto più che di lì a breve sarebbe diventata la loro razza.
"Sarà, ma per me ha solo una blanda funzione di strumento." alzò gli occhi il più giovane.
"Sarai così acido anche da vampiro?" sbuffò Jerry.
"Probabilmente ancor di più, amore!" ridacchiò Peter, accompagnandolo all'uscita.
Non senza un ultimo bacio veloce, prima che se ne andasse.


Charlie ed Amy furono di una puntualità impeccabile e Peter li fece accomodare.

"Vi dirò quello che so, ma poi fine. Chiaro?" dettò le regole, mentre si preparava quello che probabilmente doveva essere il dodicesimo Midori della serata.
"Non chiedetemi di unirmi alla vostra scooby gang. Seduti." ordinò, sedendosi con loro.
"Senti qualunque cosa va bene," disse Charlie, accomodante, ma poi lo sguardo gli cadde sul lungo taglio che aveva al polso, che a stento si stava cicatrizzando. "Che.. che hai fatto al polso?" indagò.

- Il polso, il polso, Charlie. Limitati a guardare solo quello, né le sue gambe, né quegli slippini neri microscopici che ogni tanto si intravvedono e rivelano fin troppo di lui, né i pettorali con tutte quelle collane che lo rendono così dannatamente esoterico.... no, dannazione, Charlie, c'è qui anche Amy, guarda lei!- cercò di darsi un contegno il teenager.
- Oh, cazzo! Idiota di un Jerry che si è dimenticato di guarirmelo! - imprecò dentro sé Peter, prima di ricorrere alla prima scusa plausibile che gli si facesse strada nella mente.

"Oh, questo graffietto? Beh... un trucco pericoloso con le lame taglienti che allo show di stasera mi è un po' sfuggito di mano." borbottò, cercando di non dar troppo peso alla cosa.
"Se continui così di questo passo tu o qualcuno ai tuoi show ci lascerà le penne!" lo prese in giro Charlie, più tranquillizzato.

"Torniamo a noi. Quell'insegna che mi hai portato. È una specie che ha origine nel Mediterraneo. Nidificano in terra, uccidono lentamente. mantengono le vittime in vita per giorni. Le assaggiano." cominciò a spiegare loro Peter, agendo pure da irritato.
"E le trasformano tutte?" si incuriosì Charlie. "Le cambiano in..." si affrettò a spiegare ad Amy.
"Sì sì, ho capito!" fece un gesto della mano lei, come infastidita.
- Accidenti quant'è fastidiosa quest'ochetta stridula, ma perché Charlie l'ha portata con sé? Oh sì, certo, giusto così. Jerry si aspettava che la portasse ... tanto poi ci penserà lui.- rimuginò Peter, facendo buon viso a cattivo gioco.
"Beh, sono tribali per natura, sì, cercano di trasformarli. Infoltiscono i ranghi." spiegò Peter.

- Aspetta solo che li infoltiscano con me!- fantasticò ad occhi aperti.
"E come facciamo a ucciderla, questa tribù?" gli domandò Amy.
"Voi due? In nessun modo." li informò, non riuscendo a trattenere una risata di puro scherno.

- Il bocconcino forse ha la grinta giusta, ma tu, ochetta inutile, saresti cibo in scatola ancora prima di provarci!-
"È una razza forte, vi ci vorrà un'armata." chiarì Peter, prima che, come da copione, gli squillasse il cellulare.
"Mm. Solo un secondo. Chi è adesso?" finse stupore.
"Pronto?" sbraitò, in modo piuttosto rude.
"Signor Vincent?" sì sentì l'addetto alla security nella reception, messo in viva voce.
"Sì?"
"C'è un corriere."
"Fallo salire, avanti." diede la sua autorizzazione il padrone di casa.
"Subito."
"Jennifer, vai ad aprire al corriere!" spronò la sua assistente.

Nel tempo intercorso fra il congedo di Jerry e l'arrivo dei due ragazzi Peter era riuscito a trovare una valida sostituta di Ginger.
No, non valida. Nessun'altra era come Ginger e sapeva tenergli testa in quel modo... né nessun'altra era così bella.
Jennifer era solo una pedina da sacrificare nel grande gioco della vita.

Peter osservò la graziosa biondina ventenne trotterellare fuori dalla sua stanza e portarsi verso l'ascensore al grido di 'Ci vado subito!', ridacchiando.

Allegra, ubbidiente, remissiva e con tanta voglia di compiacerlo.

- Spero che la non-vita non le dispiaccia!- pensò, sapendo già cosa l'attendeva.
"Ebay. Spesso ordino cose, di notte, dopo qualche cocktail, niente, così, roba carina." spiegò al suo piccolo pubblico.

Charlie aveva tutti i suoi sensi all'erta.
"Fammi capire, ti arrivano i corrieri a quest'ora?"
"Sì." rispose tranquillo Peter e per un attimo anche Charlie ci credette.
"Ehmm." cominciò a farsi assalire dai dubbi l'illusionista. "Eehh no, non lo so.".
"Oh, cazzo, no, no. Tu. Tu gli hai detto di entrare." lo sgridò Charlie.

- Sarai anche sexy, ma sei un idiota! - rimuginò il ragazzo.

"Questo è..."
"È un invito, testina." lo anticipò Ed, facendo il suo ingresso trionfale, vestito da fattorino.

Charlie guardò quello che era stato il suo migliore amico.
"Hey, Signor Vincent, pacco per lei!" disse Ed, lanciandogli lo scatolone contro di proposito, centrandolo in pieno.
"Fanculo!" imprecò il mago.
"Ah. Un secondo, chiamata di lavoro." si interruppe il vampiro, sentendo suonare il proprio telefono.
"Pronto? Ah, sì, no, ce li ho proprio qui davanti. Sì, Sali pure." invitò il suo Sire.
"Devo dire è moderno Jerry, a dispensarmi dal chiamarlo padrone." commentò, con fare arrogante.

Charlie non gli aveva ancora staccato gli occhi di dosso.

- Ma è in forma smagliante, e poi non è mai stato così sicuro di sé, così spavaldo, così strafottente, così.. sexy?! No, anche lui? Non ricominciamo, Charlie!- si ammonì, ricordandosi la situazione in cui si trovava.
"Senti, Ed, se hai un problema, prenditela con me, okay?" cercò di attirare la sua attenzione.
"Ohhh se ho un problema. Hai lasciato che mi uccidesse, amico. E che mi trasformasse in questo." si giocò la carta del senso di colpa Ed, ringhiando minaccioso.
Peter approfittò di quel momento per rompere il vetro di una delle sue teche.
"Sta' lontano, demone!" inveì, brandendo il chiodo che aveva recuperato.
"Oh, quel chiodino ino-ino è tutto per me?" lo canzonò Ed, con una voce da bambino.
"È della crocifissione è letale per te." ribatté freddo e controllato Peter.
'Ah sì? Vecchia scuola, grande. Ti devi avvicinare parecchio per usare quel coso." ringhiò Ed in attesa di far la sua mossa
Peter fece la sua azionando col telecomando la sua stanza antipanico e lanciandosi verso di essa, urlando.

"Ah ah no, no no!" rise Ed, inseguendolo e riuscendo a infilarsi dentro con lui poco prima che si chiudesse.
"Tranquilli, me ne occupo io!" urlò Peter dalla stanza blindata

Charlie si sentiva abbastanza sicuro che Peter non avrebbe avuto grosse difficoltà a fronteggiarlo, per questo ne approfittò per scappare con Amy.
"Vieni, andiamo!"

"Ohh, ma insomma, perché non hai voluto fare quella cosa che mi strappavi un braccio chiudendolo nella porta? Era così scenica!" sbuffò Ed.
"Perché l'abbiamo provata un sacco di volte e non sei fottutamente credibile, effetti speciali di Hollywood o no, lo capirebbero lontano un miglio che è solo un braccio finto e non vogliamo si insospettiscano!" sbottò Peter
"Ma, uff, vice-capo, non posso nemmeno uscire a dargli un assaggino? Io sto morendo di fame." brontolò il giovane vampiro.

"Ma se ti sei appena abbuffato con la mia assistente?" puntualizzò Peter, indicandogli il suo temporaneo cadavere nel monitor.

"Oh sì, lei è stata un delizioso aperitivo!" ghignò Ed.
"Allora vedi di fartelo bastare. Tiieni le tue dannate zanne di serie C lontano da Charlie e ancora di più da me!" gli impose l'illusionista. "'Uscirai quando se ne saranno andati via, ma forse lo hanno già fatto." borbottò, socchiudendo la porta della stanza antipanico per capire che aveva ragione.

"Okay, allora và, mi dileguerò anch'io non appena avrò inscenato la tua morte, ho già tutto il necessario." disse, indicando un sacco con del materiale che usava nei suoi spettacoli.

"Grazie vice-capo... anche se avrei voluto passare più tempo con Charlie... sicuro che non posso dargli nemmeno un morsetto piccolo, piccolo?"

"Non costringermi a usare quel chiodo!" lo minacciò l'umano, mettendolo definitivamente in fuga.



Durante la fuga Charlie si distrasse un attimo, andando a sbattere contro una colonna di marmo.

Cadde e ci mise qualche secondo a riprendersi.

"Amy, tu va', continua a correre, ti raggiungo dopo!" le urlò e la ragazza fece come detto.
Amy arrivò in quella che sembrava una galleria con tutta la collezione di Peter esposta.

Jerry era già lì e la sorprese alle spalle, mentre lei aveva già rotto un vetro e stava caricando dei proiettili in una pistola.
"È un piacere vederti." mormorò il vampiro.

Amy si girò sparando una serie di colpi, senza che mancasse la mira, eppure Jerry non dava segni di cedimento.
Anzi, si estrasse i proiettili di fronte a lei, come nulla fosse.
"Licantopi." le spiegò.
Lei ruppe la teca con una coppa di acqua santa.
"Vampiri'!" disse, sprezzante, tirandogli l'acqua in faccia.

Fu doloroso, ma anche divertente per Jerry, quando si riprese, senza più un graffio.
Il vampiro andava matto per le sfide.

In un altro corridoio Amy e Charlie si incontrarono nuovamente.

"Jerry è qui." lo avvertì Amy, preoccupata.

"Dobbiamo andarcene da qui." decise Charlie.

Per andare verso l'uscita dovevano passare di nuovo dalla stanza antipanico di Peter e quando lo fecero si accorsero che era aperta.

Peter era sparito e sul pavimento c'era un cumulo di ceneri e qualche ossa.

"Ed..." mugugnò Charlie.
"Avanti. Ho trovato le scale, andiamo." lo strattonò via con sé la bionda, senza troppe cerimonie,
- Ma ce l'hai un cuore? Lui è stato il mio amico per un'infinità di anni, tu la mia ragazza... da un manciata di mesi!- pensò irritato Charlie.
Su suggerimento di Amy, dalle cucine del locale si erano addentrati nel salone, gremito di gente.
Si tennero per mano ma si persero presto, a causa della folla che pressava da ogni lato.
Mentre Charlie cercava di raggiungerla, Jerry ci era già riuscito, appartandosi con lei in un'angolazione da cui era sicuro che Charlie potesse vederli chiaramente.

Jerry sorrise nel vedere come quella ragazza fosse già in suo pieno potere senza che lui avesse fatto nulla ancora. Lo si capiva dal modo in cui lei lo stava guardando.
Il vampiro si chinò per baciarla, ma solo per far dispetto a Charlie e poi scese sul suo candido ed esile collo, aprendo la bocca come se volesse morderla e Jerry si assicurò che Charlie vedesse anche il sangue che le colava dal collo, prima che gli addetti alla sicurezza lo trascinassero via, incuranti delle sue grida disperate.

"Amy, noooooo!"

Quando si separò da lei, Amy sentì il sangue sul suo collo, ma era anche cosciente che non ci fosse alcun morso, né che le avesse fatto assaggiare il suo sangue.
Jerry aveva semplicemente morso il proprio labbro, cospargendole il collo col proprio sangue

"Hey ma... tu non mi hai morso affatto!" puntualizzò lei, quasi stizzita.
Jerry alzò gli occhi.
"Oh, ti prego, sta' un po' zitta, oca starnazzante!" brontolò, prima di darle colpo in testa per tramortirla e portarla via.


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Charlie andò nell'unico posto dove si sentiva al sicuro, dall'unica persona che gli ispirava fiducia.

Peter stava trascinando con sé un trolley, con un borsone a tracolla... come se se ne stesse andando, come se volesse allontanarsi da tutto.

- Anche da me? - pensò, demoralizzato, avvicinandosi un altro po', tanto da riuscire a vederlo.

Era così diverso dal suo solito aspetto, vestito con del blue jeans scuri, un giubbino di Christian Dior color verde petrolio, e sotto gli occhi gli era rimasta solo una leggera scia di eyeliner.

- Sembra così vulnerabile... ed è ancora bellissimo.-

Peter si accorse di lui, sussultando.

"Cazzo, tu come sei entrato?".

Un'altra ottima recita, l'uomo era sicuro che sarebbe venuto da lui.

- Bravo, bocconcino. -
"Beh la sicurezza si è un po' allentata da quando sono stati quasi tutti sgozzati." ribatté Charlie, un po' pungente.

Peter fece la domanda più stupida di tutte, pienamente consapevole di farla.
"Anche tu sei un vampiro?"
"Guarda il monitor e dimmelo." lo sfidò Charlie.

Peter finse di aver timore nel verificarlo e di tranquillizzarsi nell'ottenere quella conferma.
"Non lo so se Amy sia ancora viva, morta o trasformata ma è in mano sua." lo informò Charlie. "O io finisco lui o lui finisce me."
- Nessuno finirà nessuno ma, ohh, quanto mi piace questo tuo fuoco, bocconcino. - pensò l'Illusionista, mentre gli rivolgeva la sua completa attenzione.
"Anche se, dopo tutto quello che abbiamo passato, pensavo che Jerry prendesse me, invece non mi ha degnato di uno sguardo..." si lasciò sfuggire un Charlie ancora molto confuso.

Peter sorrise nel sentirlo, ma preferì non dire niente e l'altro scosse la testa violentemente, come a voler scacciare quei pensieri fuorvianti.

- Oh, Charlie, se solo sapessi! Ma tanto presto ti sarà tutto chiaro... - contemplò il più grande.
"Non c'è alternativa e tu verrai con me." riprese il discorso il più piccolo, con un tono che non ammetteva repliche.

Quel fuoco che tanto piaceva a Peter.
Posò i bagagli e si versò da bere, prima di fargli uno dei suoi discorsi.
"Allora non hai capito, non c'è modo di batterlo, si può solo sperare di sopravvivere." cominciò.
"Al massimo." precisò, bevendo.

Voleva proprio farlo arrabbiare e ci riuscì.
"Sì? Dici che se tu vivi e noi muoriamo ci dimenticherai tanto facilmente?" sbottò il ragazzo.
"No, non credo, no. La prima volta non l'ho dimenticata.Quindi ho finto di averla inventata."



Fece una pausa d'effetto, sapendo di aver catturato il totale interesse del ragazzo.
"Ero un bambino. Mi riusciva più facile credere nei mostri."
"Cosa hai inventato?" gli chiese sconvolto Charlie.
'Il vampiro che ha ucciso i miei genitori. Ma non me."

- Beh, tutto sommato gli sto dicendo la verità... ometto solo una o due cosette!-

Charlie lo ascoltava con gli occhi sgranati, senza dire una parola.

- Oh, poverino, avrei così tanta voglia di abbracciarlo! -
"Credi che collezioni questa roba perché fa tendenza?" continuò Peter, indicando gli oggetti con un ampio gesto delle braccia.
"Vieni con me, entreremo all'alba." lo spronò Charlie. "Dovrà riposare prima o poi."
"No no no no no." borbottò l'uomo.
"La sola ragione per cui sono riuscito a salvarmi è perché mi sono nascosto in casa." spiegò. "Senti vuoi essere un eroe morto? Affari tuoi. Io passo."
"Ah." mugolò Charlie, deluso.

Un'altra delle reazioni che Peter voleva ottenere da lui.
"Tu mi credi un codardo. Sbagliato, sono realista." si mise sulla difensiva il mago.
"Quindi sai solo mollare le persone." disse velenoso Charlie. "Capito. era così anche mio padre. Ma non voglio vivere un giorno di più se devo diventare come te."

Quella frase fu una vera pugnalata per Peter, anche se doveva limitarsi a recitare il suo ruolo.
E ora il suo ruolo prevedeva riguadagnarsi la sua fiducia, con una mossa davvero azzardata.
"Senti, aspetta." lo chiamò, prima che se ne andasse via indignato.
"Benedetto da San Michele." disse Peter, allungandogli un paletto speciale che aveva preso.
"Uccidi un vampiro con questo e riporterai indietro le sue vittime." gli rivelò e ancora una volta era la verità.
- Tanto non avrai mai occasione di farlo ma è divertente fartelo credere-
"Potrebbe ancora salvare la tua ragazza." rincarò la dose.
"Ammesso sia vero." borbottò Charlie, prendendolo comunque in consegna.
"Hai un piano?" si interessò Peter. "Chi ti garantisce che dorma? Per impalarlo devi andargli vicino."
- E te lo puoi scordare.. ma tanto, cazzata per cazzata, ora te la sparo grossa! -
"Brucialo."

Charlie lo fissò interrogativo.
"Un vampiro che arde non riesce a connettere." gli chiarì Peter.

Un'altra importante informazione veritiera.
"Ma se arde come mi avvicino per impalarlo?" aggrottò le ciglia Charlie e anche Peter si fece pensieroso.
"È vero." borbottò.

- Oh, quanto adoro confonderti le idee, bocconcino!-

"Bene... allora, grazie di tutto, sarà meglio che vada." disse Charlie, avviandosi verso quella che era pienamente consapevole fosse una missione suicida.

Con gran sorpresa, Peter lo vide tornare sui suoi passi.

"Probabilmente questa è l'ultima volta che ti vedo..." mormorò Charlie, avvicinandosi sempre più all'illusionista.

"So, che non dovrei, che mi incasinerà ancora di più il cervello, che è sbagliato... ma oh, al diavolo, che cos' ho da perdere ormai?" bofonchiò il ragazzo prima di spingersi verso di lui e dargli un bacio timido, che Peter non ci pensò due volte ad infuocare con tutta la passione che aveva in corpo.

Lo pressò contro il bancone, continuando a baciarlo, prima di spostare la bocca verso il suo collo, mordicchiandolo nel solo modo che gli era possibile, quello umano.

- Ancora per poco, bocconcino!- si perse nelle sue fantasie mentre Charlie mugulava contento, prima che Peter si separasse da lui.

"Wow... niente male come addio... sicuramente meglio di un abbraccio..." mormorò Charlie, ancora frastornato, mentre si accarezzava il collo nel punto in cui Peter gli aveva dedicato tutte quelle attenzioni. "Ora vado... sul serio. Ragazza da salvare. Vampiro da uccidere... o provarci..." parlò sconclusionato, allontanandosi sotto gli occhi di un Peter decisamente divertito e appagato.

Erano trascorsi pochi minuti da quando Charlie se ne era andato, quando vide sopraggiungere Jerry.

"Il ragazzo è agguerritissimo." lo informò Peter.
"Posso immaginarlo." ridacchiò il vampiro.
"È sulle tue tracce." proseguì l'umano.
"Lo so. Forse dovevo darti retta e lasciar passare un giorno, si sta muovendo troppo in fretta; questo significa che dobbiamo giocare d'anticipo anche noi." lo informò Jerry.

"Che intendi dire?" si accigliò Peter.

Jerry gli si avvicinò, accarezzandogli il viso con il dorso della mano.

"Mio prezioso Peter, è vero che avevo detto che ti avrei trasformato al tuo compleanno, quindi domani, dopo la mezzanotte... ma temo proprio che dovrò farlo ora."

TBC

Sì, lo so, sono più perfida di Jerry e Peter messi insieme a concludere qui... ma ea già chilometrico come capitolo ^^'

Per chi conosce il film, avrete riconosciuto i dialoghi originali, ma è statao così divertente stravolgerli XD

I cacciatori di teste famose esistono, è una categoria di persone che mal sopporto, LOL

Si nota tanto che destesto Amy? Nooooo, vero? ;)

Ah per la scena del finto morso ho preso ispirazione da 'Dracula's Legacy' , film stupendo con quel figo assurdo di Gerard Buttler che vi farà shippare Dracula e Mary fino all'impossibile <3

Tornando a questi personaggini, spero vi siano piaciute le loro dinamiche, ma liberissimi di dirmi quello che volete.

Alla prossima, anche se ci vorrà un po'.

Per chi li segue, ci vediamo sui crossover degli Ineffabili, prima quello in zona 'Jessica Jones' ;) poi sarà la volta del Dottore ;)

besos!

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