Capitolo 3 (parte prima): La valle degli Echi

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"In molti hanno narrato di un tempo perduto, in cui i pianeti erano composti da terra e rocce, con un nucleo incandescente di metallo liquido immerso nel magma. Fin dall'alba dei tempi, gli esseri viventi hanno camminato sulla pietra, ma i bioricombinanti disprezzano tutto ciò che è inorganico o tutto ciò con cui non possono interagire, perciò sfruttano il materiale genetico per assemblare strutture in cui vivere.

Mi ha sempre stupito come quelle creature siano capaci di trasformare e modellare la carne; probabilmente non ci avrei mai creduto se mi avessero detto che la loro abilità avrebbe potuto dar vita a interi pianeti, eppure sono qui, nell'Oblio, a calpestare tessuti.

E' scritto che Ultimo creò l'intero mondo da solo, partendo da un piccolo pianeta di pietra in cui ha dominato le menti degli abitanti, per poi clonarli all'infinito, ottenendo tutta la biomassa che voleva. La prima volta che mi hanno raccontato la storia, ho passato mesi di notti insonni: un unico bioricombinante aveva creato un corpo celeste con un diametro di un milione di chilometri, usando creature senzienti simili a me come bestiame; chi ero io di fronte a tanto potere? Che cosa avrebbe potuto farmi se fossi stato anch'io utile per le manifestazioni della sua grandezza?
Le risposte diventano chiare come la luce di migliaia di soli ogni volta che i suoi simili mi definiscono con disprezzo "monoforma".

Ora stanno arrivando. Vogliono manipolare le cellule del mio organismo, così che possa sopravvivere in questo inferno, dove mangiare, bere e respirare saranno solo ricordi fastidiosi.

Ho sentito che non tutti hanno la fortuna di trovare dei bioricombinanti abbastanza gentili da farlo davvero, invece di limitarsi a giocare con gli organi; spero che la Dea Bendata sia dalla mia parte, altrimenti la mia raccolta si fermerà a sole due lettere.

Pregate di rivenire una terza un giorno."

Da Harlan Giger, l'esploratore dell'Oblio

Con la dipartita di Shugga, la tranquillità è tornata nelle caverne dell'Oblio: la sua tela è stata sciolta e ora, quei pochi sventurati che osano avventurarsi nei cunicoli, possono viaggiare senza il rischio di diventare dannati per mano di qualcun altro.

Riuscire finalmente a posare il piede su un suolo organico, riempie di gioia la guida, che decide dopo un'ora di corsa senza sosta di riprendere a camminare normalmente.

<<Aaaaah, finalmente potrò muovermi senza preoccuparmi di deformarmi i piedi>> esclama appagato

Il Newborn invece si piega, curioso di toccare la carne con mano; la sensazione che prova sul suo dito è strana: il materiale in alcuni punti è liscio e morbido e, premendolo, emergono fluidi rossi; altre porzioni sono ruvide e friabili, come se fossero appassite.

<<Lasciala perdere. E' bello camminarci sopra, ma buona parte di quella biomassa è inutile>> parla il conducente

<<Ma dobbiamo trovare un modo per rigenerarci>>

<<Non ti preoccupare, troveremo un...>> improvvisamente si blocca e assume un'espressione concentrata, cercando di capire cosa si trovi di fronti al gruppo

<<Un "cosa" ?>> domanda il compagno

L'accompagnatore non termina la frase, preferisce afferrare la mano dell'altro bioricombinante e riprendere a correre, ancora più velocemente rispetto a prima; è così eccitato che persino quest'ultimo coglie la cosa.

<<Che succede?>> cerca di avere spiegazioni

<<Aspetta e vedrai!>>

Il Newborn non segue il consiglio e posa lo sguardo sull'orizzonte, scorgendo un'uscita non molto lontana da dove si trova in quel momento. Per quanto la guida possa gioire, non trasferisce l'emozione anche a lui: ne ha già attraversati diversi di varchi, solo per ritrovarsi ancora in una nuova serie di cavità, perciò parte prevenuto.

Le Cellule Del Tormento Volume 1: CoscienzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora