Capitolo 3 (parte seconda): Il cimitero vivente

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Ormai lontani centinaia di metri, non sono più i versi della cannibale o il chiasso provocato dalle sue fauci fameliche ad inquinare il silenzio imperturbabile dell'Oblio, ma passi pesanti, che schiacciano con violenza la carne del pavimento. La guida sta continuando a correre alla massima velocità concessa dalle sue gambe, in preda al terrore più insostenibile. Nonostante siano passati solo pochi minuti, già non osserva più dove sta andando: lo sguardo è fisso dinanzi a sé, tuttavia la sua attenzione è così distante da rendere la strada una serie di immagini intraviste di sfuggita; anche l'udito sembra inceppato, fermo sulle urla della donna e sui frastuoni del cranio frantumato dell'uomo quando quest'ultimo si è brutalmente ucciso.

Nel frattempo, il Newborn è ancora tenuto per mano: è ben conscio che se si fermasse, il compagno lo trascinerebbe come un rifiuto senza esitare, pertanto prosegue la corsa, però sa anche di doverlo liberare dal suo stato di trance.

<<Guida>> cerca di richiamarlo

Non c'è reazione, adesso è lui che può sperimentare per la prima volta la frustrazione causata dall'essere ignorato in una situazione incerta

<<Guida>> prova ancora, alzando leggermente la voce, ma nuovamente senza successo

Con il secondo tentativo fallito, l'irritazione comincia quasi a manifestarsi, tuttavia non c'è tempo per scoprire le emozioni: davanti a loro, a pochi metri di distanza c'è uno strapiombo.

<<Guida!>>

Neppure un urlo a squarciagola sortisce l'effetto sperato, perciò prova a fermarsi, sperando di dissuadere il compagno dal far cadere entrambi nel baratro. Purtroppo accade ciò che ha temuto fin dall'inizio: la paura del conducente è più forte del buonsenso dell'altro bioricombinante e quest'ultimo viene trascinato insieme a lui nel vuoto.

Precipitano per sei metri: il Newborn è il più fortunato e atterra su una colonna di carne più appuntita, venendo trafitto in profondità ma senza riportare altre ferite o menomazioni; la guida invece tocca terra mantenendo l'intera potenza dell'energia cinetica.

Lo spuntone perfora la giovane creatura e affonda per mezzo metro nel suo corpo, rendendo impossibile per lui disincagliarsi, però ha l'idea di spingere verso destra, strappando uno dei lembi di biomassa ai lati della colonna. Una volta libero, rigenera la grossa voragine sul tronco e si dirige verso l'accompagnatore.

La buona notizia è che sembra finalmente tornato in sé; la cattiva è che la forza dell'impatto gli ha piegato la schiena, tutti gli arti e anche la testa, ora piegata di centottanta gradi.

<<Mi dai un aiutino? Con la testa al contrario è tutto così confuso>> chiede la guida con estrema naturalezza, provando a minimizzare il fatto che sia colpa sua se si sono gettati nel dirupo

Il Newborn sembra istintivamente cercare una rivalsa per la sua sconsideratezza, perché si limita a raddrizzargli il capo e le braccia, obbligandolo a provvedere da solo al resto. Lui non se ne lamenta: sa che non è nella posizione migliore per protestare, anche se trova interessante come l'essere si stia vendicando senza neppure accorgersene.

Appena riesce a camminare, deve sottomettersi alle domande in arrivo.

<<Cos'avevano quelle persone?>>

In un istante, il conducente diventa di nuovo teso e avverte dei brividi prima di dare una risposta confusa.

<<Non ne ho idea! Erano senza dubbio bioricombinanti come noi, ma perché un bioricombinante dovrebbe fare così? Non ha alcun senso!>>

<<Ma tu dovresti essere già stato qui>> fa giustamente notare

<<No, noi avremmo dovuto usare un sentiero, ma quel dannato Shugga ci ha mandati fuori strada! Non so dove siamo per esattezza e non ho mai visto quegli esseri>> mette in chiaro che è da quando hanno scelto di andare a sinistra nel bivio che stanno proseguendo alla cieca; l'arrivo in un punto da cui si possa avvistare la città è stato solo un grande colpo di fortuna

Le Cellule Del Tormento Volume 1: CoscienzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora