Ritorno a casa

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Mi svegliai nel sole tiedipo estivo. Le lenzuole mi avvolgevamo completamente.

Mi massaggiai la testa, ricordandomi dov'ero.

La camera era illuminata dai raggi che penetravano dalla finestra.

Le pareti erano bianche con appese solo foto di Londra e di Lolly da piccolo.

A differenza della mia camera a Milano questa era più piccola con un piccolo mobile vicino al letto.

Era una camera degli ospiti ma purtroppo mai utilizzata.

Sentivo bruciarmi il petto. Mi sentivo così fuori luogo.

Cosa ci facevo quì? Perchè non ero a Milano con mia madre?

Scesi dal letto e mi buttai sotto la doccia. L'acqua non lavava via solo il sudore e lo sporco ma il ricordo di una serata meravigliosa.

Dopo esser stati un bel po' sdraiati sul prato ci dirigemmo di nuovo al lago e facemmo nuovamente il bagno ma questa volta non mi feci prender di sorpresa, anzi, fu completamente il contrario.

Mi asciugai e mi vestii.

Raccolsi tutte le mie cose mettendole distrattamente nella borsa. Volevo esser pronta, oggi si tornava a Milano.

-Cucciola, posso entrare? - chiese Lolly sporgendosi solo con il viso dalla porta.

-Certo - dissi ficcando la maglietta sporca nella borsa.

Entrò di scatto chiudendo dietro di sè la porta. Si gettò sul letto facendo cadere la mia borsa.

Mi sedetti accanto a lui e infilai una mano nei suoi capelli.

Aveva quel suo sorriso beffardo.

-Colazione? - chiese sorridendomi.

Adoravo quel sorriso, mi faceva sentire così amata. Sorrisi anch'io e mi alzai.

Ci dirgemmo insieme in cucina. Mi preparò un latte caldo e una fetta biscottata.

Mi abbuzzai senza ritegno e ridemmo e scherzammo come nostro solito.

-Hai voglia di fare una partita a poker? - mi chiese mettendo i bicchieri sporchi nel lavandino.

Era da tanto che non giocavo a poker, mi aveva insegnato Tommaso e avevo giocato esclusivamente solo con lui. Era davvero bravo ma mi faceva sempre vincere.

Se avessi giocato tutti i ricordi delle nostre serate, mie e di Tommaso, a casa sua a prendere e dare fish, mi avrebbero tormentato ancora. Ma, stranamente, mi ispirava.

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