• TERZO BANCO, LATO DESTRO DEL CUORE •

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Al momento del parto, lì l'ho vista la prima volta:
quel viso rotondetto ma vellutato, candido,
quegli occhi più o meno grandi e intensi
e quel sorriso, beh, da conquistare chiunque.

Delle sue dolci fattezze io mi sono innamorato,
perdutamente, come una volpe affamata
che di raggiunger la vite cerca,
per soddisfare il suo desiderio, le sue necessità.

Difficilmente alla mia imperfetta quotidianità
sono riuscito a tornare, spesso alle mie azioni
pensando, pur non smettendo di cadere:
un passo facevo, ogni volta in ginocchio finivo.

L'ho tenuta molto tempo fa in braccio,
riuscendo a osservare da vicino i tratti
e mi adoperai sempre per vederla:
ora sono professore d'italiano.

Giunto in classe, un'occhiata generale
rivolgo a essa con fare autorevole,
finché la vedo, è sempre lì, chinata sul banco:
quei capelli neri a coprire il viso, mentre scrive.

Mi ricorda così tanto quel giorno, all'aperto,
quando una leggera e soave melodia
i gabbiani hanno creato volando sul mare,
mentre lei parlava con me dolcemente.

Assegno, doveroso, i compiti del giorno,
cercando di tenere gli occhi incollati sul registro,
ma, mentre penna tinge il foglio indipendente,
il mio sguardo si posa su di lei, innamorato.

Incrocia il mio sguardo mentre la parete fissa
e sul suo viso un rossore tenero sorge,
mentre il mio corpo arde di passione,
restando a guardarla senza perdere un solo attimo.

Ecco che quel gabbiano, ora fattosi gesso,
sulla mia lavagna interiore un infinito disegna,
facendo palpitare il mio cuore rapido
come se nel vederla avessi bevuto molta caffeina.

A volte, nella ricreazione, un caldo caffè
sono solito bere per non addormentarmi,
ma ora lei è come una droga leggera,
abile donna nell'offuscarmi la mente.

Finita l'ora di lezione, tutti gli alunni escono
mentre la campanella assorda le orecchie
rinchiudendoli in una bolla d'acqua:
lei resta sola in classe, pronta per uscire.

Tenendo gli occhi bassi, papavero mansueto,
si rinsalda lo zaino su una spalla,
perdendo la presa sui libri che baciano il pavimento,
attirando l'attenzione del professore.

Mi alzo e mi chino per aiutarla a raccoglierli,
ma nel porgerglieli il contatto delle mie
con le tiepide mani di lei mi elettrizza,
inducendomi per pochi istanti a contemplarla.

Corrugando leggermente la fronte pensieri,
una miriade, si affollano, in particolare uno:
perché quell'uomo la guardi in quel modo,
eppure non si ritrae, anzi lo fissa.

Per quel breve ma intenso lasso temporale
le nostre orbite sembrano a un universo
dare vita, come se tanta premura
volessimo comprendere l'uno verso l'altra.

Tante piccole lucciole attorniano nostro
il cuore, provocando una lieve scossa
delle mani al contatto, segno d'amore,
ma fonte di distacco: lei esce dall'aula.

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La riconoscerei tra mari e monti, quindi figuriamoci se non ci riuscirei tra i libri.
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💫Spazio autrice:💫
Buonasera, ragazzi. Oggi vi propongo questa poesia composta per la data odierna, in cui spicca ancora l'amore di Lestat, protagonista maschile, nei confronti di Demetra. Una poesia piena di sentimenti ed emozioni forti che coinvolgono questo fantastico binomio in situazioni più o meno intime. Cosa ne pensate di questi personaggi? Ma, soprattutto, cosa suscita in voi la poesia scritta dalla sottoscritta?

-PowerOff PSY ♥

▪ La poesia soprastante è stata composta sulla base dei personaggi Lestat Defendi e Demetra della “Dilogia dei Segreti” di Checca_B.

I respiri dell'anima - Soul BreathsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora