passarono mesi dall'arresto di Jungkook e Jimin era spento.
non capiva cosa fosse successo quel giorno, sa solo che si era fatto abbindolare da un ragazzo con dei ti amo, scoprire lavorasse nell'FBI, che era uno stalker e un finto? omosessuale.
da li a poco sarebbe stato convocato in tribunale per testimoniare, ma l'ultima persona che voleva vedere era Jungkook.
Anche se ogni volta si fermava davanti a casa sua a fissare la porta, sperando che si aprisse e uscisse un ragazzo bellissimo, che gli avrebbe potuto dare il mondo e che lo faceva sentire insicuro e allo stesso tempo protetto.
un giorno però vide la porta aperta, si avvicinò sperando e non sperando di vedere Jungkook, ma vide solo un ragazzo coi capelli mori e lunghi che girava nella casa...
"T-tu chi sei?"
"JIMIN"
Jimin indietreggiò
"Sono Taehyung, Jungkook mi ha parlato di te, come mai qua? come stai?"
"Secondo te come posso stare?"
"Jimin, lo aiuterai ad uscire?"
"Ma stai scherzando spero"
"Non è così semplice, non si è comportato in questo modo perché non sapeva cosa fare... quel posto di lavoro gli ha dato diversi problemi, ha avuto diversi problemi al liceo, e stare in un posto chiuso a fissare un ragazzo che gli faceva avere le palpitazioni gli ha portato diversi brutti ricordi"
Jimin non rispose
Taehyung gli passò una lettera che era appoggiata ad un davanzale nei dintorni.
"Giorno uno con Jimin..."
raccontava solo le cose belle in quelle pagine con particolari che non erano successi, tipo l'incontrarsi per caso alla stazione chiedendo l'orario, tipo il fatto andava a prendere lo stesso giornale tutti i giorni nell'edicola in cui Jimin lavorava, e l'ultimo giorno erano a casa di Taehyung a mangiare con Yoongi..
"Avrebbe voluto succedesse così, ma gli è andata male"
Jimin guarda Taehyung...
