E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
* * *
«Cosa gli accadrà, adesso?»
«Dovrà subire un processo, come tutti gli altri.»
«Ma lo condanneranno a morte. Tu sei sua madre, puoi impedirlo... non permetterai che venga giustiziato, vero?»
«Era disposto a sacrificarsi, questo esclude il massimo della pena. Ma dovrà pagare, è inevitabile, e tu lo sai bene, Rey.»
«Che cosa lo aspetta?»
«La punizione peggiore per quelli come noi.»
«E... sarà doloroso?»
«Questo dipenderà da lui. Più cercherà di resistere, maggiore sarà la sua sofferenza.»
«Io non riesco a capire... cosa ci può essere di tanto terribile?»
«L'assenza della Forza.»* * *
Nathema, 36 ABY
Un anno. Tanto era durata la sua espiazione.
Poteva sembrare un tempo troppo breve, in confronto alla gravità delle sue colpe, ma su un pianeta come Nathema, era paragonabile ad un'eternità.
Un anno aveva avuto, su di lui, lo stesso effetto devastante di un ergastolo.
Eppure era passato.
Sua madre si era dimostrata molto scrupolosa nell'elaborare la giusta punizione per i crimini di cui si era macchiato, lei aveva sempre saputo cosa era meglioper lui, e quel luogo si era rivelato una prigione fin troppo adeguata.
La ricordava ancora, sua madre, minuta, affaticata, eppure fiera, mentre pronunciava quelle poche parole che lo relegavano su quel pianeta maledetto.
Non aveva scorto alcun rancore nel suo sguardo. Aveva percepito dolore e perfino speranza nei suoi intenti, ma anche nessuna esitazione.
Non era riuscito ad odiarla, nemmeno quella volta.
Uno dei Custodi del Sanitorium, una antica struttura in pietra, mezza diroccata, trasformata in carcere per i sensibili alla Forza, venne ad aprirgli la porta quando, ormai, l'unico sole, era già alto all'orizzonte.
Durante il giorno era libero di muoversi senza restrizioni; di notte veniva rinchiuso. Una precauzione eccessiva, visto che non c'era modo di lasciare la superficie. Ma si era reso conto, fin dall'inizio, che ribellarsi o protestare, in quel luogo, non avrebbe avuto alcun senso.
Il vecchio Grawel, avvolto nel solito mantello consunto con cui si mimetizzava perfettamente col grigiore delle pietre, lo accolse con un sorriso sdentato: «Non mi mancherai neanche un po', ragazzo» gracchiò, mentre gli faceva cenno con la testa di sgombrare, puntando a terra il suo bastone. Era il discorso più lungo che gli aveva sentito fare da quando si erano conosciuti. Ormai si potevano considerare grandi amici.
In fondo, un poco lo invidiava, un Custode non era sensibile alla Forza e Nathema non aveva alcun effetto nefasto su di lui.
Alzarsi dal giaciglio stava diventando sempre più difficile, i suoi movimenti erano limitati da una pesantezza innaturale, le membra erano come intorpidite, perfino respirare era diventato faticoso. Probabilmente non avrebbe retto ancora a lungo. Forse era per quello che, la durata della sua prigionia, era stata accuratamente calcolata.
Si avvolse nel mantello e si coprì la testa col cappuccio.Gli era stata risparmiata la pena di morte in virtù del suo gesto estremo in cui aveva impedito la distruzione della base spaziale Alderaan Prime, l'ultima roccaforte della Resistenza. Anche i ribelli avevano capito che sarebbero stati più potenti e aggressivi, se non avessero avuto un quartier generale in un punto fisso da colpire.
Per fermare l'avanzata del Primo Ordine, di cui ormai aveva perso il controllo, aveva finito per favorire la salvezza del nemico. Un danno collaterale che non aveva potuto evitare.
Il Finalizer, l'ultimo Destroyer sopravvissuto ad una battaglia epocale, diventato un proiettile infuocato scagliato contro la base, ormai semidistrutta e immobile, poteva essere deviato solo dal suo immenso potere. Con l'autodistruzione attivata, l'esplosione sarebbe stata di una potenza devastante.
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Goodbye Agony
FanfictionSensazioni. Solo questo le era rimasto di Ben Solo, vivide e potenti, che la lasciavano frustrata ed assetata. Si erano incontrati da nemici, avevano combattuto l'una contro l'altro e poi, insieme, avevano affrontato la più grande minaccia che la Ga...