Capitolo 1

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MUSICA CHE RESTA

Capitolo primo

Tu che sei la forza e il coraggio
La meta in un viaggio
Il senso dei giorni miei
Io ci sarò da ora e per sempre...

Tu che sei davvero importante
In ogni mio istante
Sei la melodia
E non passerai, mai...
Non siamo un soffio di vento
Non siamo un momento
Lo sai che il tuo posto è per sempre qui...

Siamo musica vera che resta...

("Musica che resta" – Il Volo)

Giovanni degli Uberti stava passando davvero delle brutte giornate.

Si era illuso davvero che, vivendo a Palazzo Medici e cercando di non pensare più nemmeno per un secondo a Rinaldo, avrebbe trovato pace e avrebbe dimenticato quell'uomo, ma non era affatto così. Erano trascorse tre settimane e il dolore per la lontananza da lui, unito alla rabbia per essersi sentito "tradito", non accennava nemmeno a diminuire, anzi, forse perfino aumentava.

E, tra l'altro, le cose andavano tutt'altro che bene anche a Palazzo Medici...

Cosimo non aveva dimenticato il suo impegno per scoprire chi avesse ordinato l'attentato a Rinaldo e Ormanno Albizzi ma, nel frattempo, aveva scoperto da Marco Bello qualcosa che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. Il suo uomo di fiducia aveva trovato il pugnale con il quale era stato ucciso lo speziale che aveva venduto il veleno usato per eliminare il padre di Cosimo e lo aveva trovato... nella stanza di Lorenzo!

Possibile che fosse stato proprio suo fratello a uccidere il padre?

Certo, Giovanni de' Medici non era mai stato quello che si dice un simpaticone, né un uomo che si facesse benvolere dai figli, oltre alla carognata che aveva commesso ai danni di Rinaldo e della sua famiglia vent'anni prima. Diciamocelo, aveva fatto di tutto per rovinare anche la vita dei suoi figli... Cosimo avrebbe desiderato diventare un artista, vivere a Roma e sposare la giovane Bianca e suo padre aveva allontanato la ragazza e costretto il figlio ad affiancarlo prima e a prendere il suo posto poi sia alla Banca Medici che nella Signoria; Lorenzo si era innamorato di una giovane di nome Rosa che il padre, tanto per non fare favoritismi con i due figli, aveva fatto sparire.

Insomma, non sarebbe mai stato eletto Padre dell'anno.

Ma da qui a pensare che Lorenzo potesse averlo ucciso ce ne correva!

Eppure Cosimo, per non sbagliare, aveva fatto rinchiudere il fratello nella sua stanza e rifiutava di parlargli. E Lorenzo, da parte sua, aveva sì protestato la propria innocenza, ma poi aveva nuovamente irritato Cosimo accusandolo di preferire Marco Bello a lui e di essersi sempre fidato di un servitore invece che di suo fratello!

Giovanni si trovava proprio in mezzo a tutto questo bel casino, il clima a Palazzo Medici era sempre più teso e cupo e non era di certo il contesto migliore per cercare di distrarsi e dimenticare i suoi problemi con Rinaldo.

A dirla tutta, la situazione era piuttosto critica anche a Firenze e, soprattutto, nella Signoria.

Andrea Pazzi era sempre più inviperito per il fatto che fosse stato eletto Mastro Bredani (il mercante di olio) invece di lui per sostituire Albizzi e non perdeva occasione per dimostrare al mondo intero quanto si sentisse oltraggiato da quel fatto. Aveva presentato alla Signoria una mozione perché tutti i beni della famiglia Albizzi fossero confiscati e il Gonfaloniere aveva dovuto convocare una riunione appositamente per discuterne.

Giovanni... beh, Giovanni continuava ad avercela a morte con Rinaldo, ma ce l'aveva con lui proprio perché era geloso, perché non sopportava l'idea che l'uomo fosse andato a letto con sua moglie nel periodo in cui si trovavano tutti nella loro villa di campagna per il fidanzamento e il matrimonio di Ormanno e Beatrice. E poi detestava Andrea Pazzi più di qualsiasi altro sulla faccia della terra.

Musica che restaWhere stories live. Discover now