Capitolo undicesimo
I am here for all to see
In my bones there's dignity
I will fight them
I can say that I can change the world
But if you let me I can change the world for us
Come with me and
Make this vision all brand new
We can fight them I can say that I can win it all
Come with me and
I will make my worst untold
Let me do this...("Renaissance" – Skin)
Trascorsi tre mesi circa, la famiglia Medici era tutta riunita nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, finalmente ornata dalla bella Cupola che avrebbe suscitato ammirazione in tutto il mondo (tranne che in Rinaldo degli Albizzi, però quel giorno anche lui doveva stare lì e fare finta di non vederla...) e alla quale mancavano solo alcuni ritocchi per essere completata. Con loro, come ho detto, c'erano Rinaldo Albizzi con il figlio Ormanno e sua moglie Beatrice, incinta di cinque mesi del loro primo figlio, Alessandra Albizzi con la piccola Susanna e Papa Eugenio IV che, una settimana prima, aveva unito in matrimonio Lorenzo e Ginevra Cavalcanti e Marco Bello e Maddalena, tutti ovviamente presenti in quella luminosa domenica del giugno 1436. E, ovviamente, c'era Giovanni, che però si teneva il più lontano possibile da Rinaldo, indispettito per il fatto che l'uomo avesse osato portare la moglie ad un'occasione così importante per lui!
C'era anche tutta la famiglia Uberti venuta da Mantova: la madre Caterina, il fratello maggiore Lapo con la moglie Lucrezia e i gemelli Isabella e Ranieri. Anche Francesco degli Uberti aveva lasciato per qualche giorno Verona e le sue attività militari per celebrare insieme ai suoi familiari quel momento tanto atteso.
Sì, perché il motivo per cui tutti erano riuniti nella splendida Cattedrale di Firenze era ciò che Giovanni aveva sognato per tanto tempo: la riabilitazione postuma del suo antenato Farinata. Cosimo, in segno di gratitudine per l'aiuto ricevuto dal ragazzo e consapevole di quanto fosse stata ingiusta, al tempo, la condanna dell'intera casata, si era impegnato il più possibile per organizzare quella celebrazione che, pur se soltanto simbolica, riportava il nome degli Uberti al posto che gli spettava in Firenze.
Vabbè, magari Cosimo lo aveva fatto anche per esorcizzare una certa inquietudine: gli Uberti, infatti, erano stati per tanti anni signori di Firenze e poi, una volta sconfitti, avevano subito le peggiori condanne e umiliazioni e lui comprendeva che sarebbe potuto accadere anche alla sua, di famiglia. A quanto pareva le simpatie dei fiorentini erano alquanto volubili... e forse, onorando in quel modo una nobile e sfortunata famiglia, il Medici sperava di ottenere che alla sua stirpe non toccasse lo stesso triste destino!
Giovanni avrebbe desiderato tantissimo che le spoglie mortali di Farinata e della moglie Adaleta potessero essere traslate nella Cattedrale, che era stata consacrata e benedetta dal Papa proprio il 25 marzo di quello stesso anno... purtroppo, però, nemmeno Cosimo de' Medici, con tutto il suo potere e le sue conoscenze in alto loco, aveva potuto ritrovare i resti degli antenati di Giovanni. Nel 1282, infatti, i cadaveri di Farinata, di Adaleta e di molti altri esponenti della famiglia Uberti, erano stati dissepolti dalle chiese e dalle cripte in cui si trovavano per subire un processo tanto assurdo quanto atroce. Le ossa di Farinata e Adaleta, sepolte nella chiesa di Santa Reparata (che, guarda la combinazione, era stata abbattuta e sostituita a fine Duecento proprio dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore), avevano subito una condanna postuma per eresia (una scusa come un'altra per disfarsi di un nemico politico e di tutta la sua stirpe...) e quindi erano state dissotterrate e bruciate e le ceneri gettate in Arno. *
Quel giorno, dunque, non c'erano veramente i resti mortali di Farinata e Adaleta sotto la lapide che il Papa aveva benedetto, tuttavia i loro nomi e lo stemma scolpito sembravano brillare sotto la luce del sole che attraversava la Cupola (sempre lei!) e li illuminava, quasi volesse accarezzarli e rendere loro omaggio. E, sebbene non vi fossero le spoglie mortali dell'illustre antenato di Giovanni, quella cerimonia, alla presenza dei Medici, del Gonfaloniere e di tutte le più nobili e potenti famiglie di Firenze (e no, ovviamente Andrea Pazzi non era stato invitato!), era l'atto che testimoniava la riabilitazione della sfortunata casata e sia Giovanni che i suoi familiari erano emozionati e commossi nel vedere, finalmente, la città che riconosceva e omaggiava gli Uberti. **
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Musica che resta
FanfictionQuesta è la mia ff conclusiva sulla mia versione della prima stagione della fiction I Medici ed è il sequel di "Vietato morire". Giovanni ha salvato Rinaldo, ma adesso si è allontanato da lui perché l'uomo ha fatto un figlio con la moglie, inoltre c...