L'uomo avanzava attraverso il fitto della foresta in una corsa di lunghi scatti e ampi balzi, fra le ombre delle foglie proiettate sul terreno, in macchie di luna lattiginosa. Il fuggiasco aveva la pelle smorta e unghie simili ad artigli, ma questo era tutto ciò che lo faceva rassomigliare ad uno strigoi: i suoi lineamenti erano contratti in una maschera di vivido terrore, con la bocca ansante e lacrime rosse che scivolavano lungo le guance incavate. Si udì un singolo fruscio di foglie, l'uomo arrestò la sua corsa e la testa gli rotolò qualche metro più in là, nel varco fra due radici.
Qualche ora più tardi l'oscurità era stata rischiarata dalla luce danzante di un focolare. Samael sedeva nell'angolo più estremo del bivacco: per certi versi rassomigliava molto di più al Principe che Vanni aveva conosciuto, eppure era così differente. Sotto le sue unghie si raccoglieva uno spesso strato di sporco, quasi avesse scavato la terra a mani nude; i capelli scendevano lungo la schiena in un intrico di nodi e sterpaglie. Sul suo petto nudo rilucevano strani simboli spigolosi, marchiati con il fuoco sulla carne viva. Ma ciò che più lasciò di stucco Vanni, era il collare che portava al collo, da cui pendeva una spessa catena d'argento assicurata al suolo per il tramite di un puntello. Qualche metro più in là giaceva una spada ancora insozzata di sangue, sul cui piatto era inciso il monito: Servo del Sole, anche nella notte più fonda.
La ragazza non poté fare a meno di provare un moto di pena per colui che sarebbe diventato il suo maestro, non aveva mai veduto un uomo così simile ad una bestia da lavoro.Una donna, avvolta in una lucida cotta di maglia, gli si accostò, porgendogli una coppa di coccio. Con una mano ella accarezzò gli ispidi capelli di Samael, che vuotò il bicchiere con una voracità quasi febbrile.
«Bravo, bravo.» mormorò lei, prima di tornare a sedere fra i suoi compagni, riuniti intorno al fuoco.
«Iulia, coccoli troppo quell'animale.» esclamò un uomo di mezz'età, con il capo calvo e segnato da bianche cicatrici «Ricorda che non è uno di noi.»
«Si meritava un premio.» si giustificò la donna, sganciando la frusta dal fianco e scaldandosi le mani al focolare «Se non fosse stato per lui, quello strigoi ci sarebbe sfuggito.»
Il Principe ascoltava il tutto con aria assente.
«C'è da dire che il suo fiuto è prodigioso, anche per gli standard della sua razza.» commentò un ragazzo dal pizzetto biondo-cenere «Hai fatto un ottimo lavoro con il suo addestramento.»
La donna di nome Iulia fece spallucce, sorridendo suo malgrado «Non è stato tutto merito mio, sono duecento anni che è stato addomesticato. Io l'ho soltanto ricevuto in custodia.»
L'uomo calvo sputò in terra un grumo di muco e saliva «Non posso negare sia una risorsa, forse potrebbe persino aiutarci ad acciuffare quella baldracca.» un lampo attraversò gli occhi senza vita di Samael «Fatta fuori lei, gli strigoi saranno soltanto un ricordo.»
«Mi permetto di dissentire.» rispose una voce familiare.
Emersa dal nulla, a stento visibile nella penombra, c'era lei: la Principessa Elena. Gli inquisitori, colti alla sprovvista, scattarono verso le proprie armi, ma strigoi muniti di lame affilate si accostarono alle loro gole, smorzando sul nascere qualsivoglia reazione.
«Oh, non scomodatevi, non sono qui per voi.» disse, attraversando il campo con disinvoltura.
«Puttana...» berciò l'inquisitore anziano, digrignando i denti.
«Frena la lingua, o te la faccio ingoiare.» lo ammonì una voce che Vanni riconobbe all'istante: silente come un'ombra, Alba aveva affiancato la sua signora, con un pugnale lungo il fianco ed uno ben saldo fra le agili dita.
"Non è cambiata di una virgola." Notò Vanni, inarcando le sopracciglia.
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Le Saghe del Crepuscolo: I Demoni dell'Oblio
FantasyDISCLAIMER Il seguente libro è il secondo volume de "Le Saghe del Crepuscolo" prima di cominciare la lettura è caldamente consigliata la lettura del primo volume "Il risveglio del Drago" onde evitare importanti spoiler. Dopo la morte del Drago e la...