Prologo

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La stanza era quasi completamente immersa nel buio, se non fosse per le luci fioche che scorrevano verticalmente sulle pareti di marmo bianco. Ampia e circolare, era completamente vuota al centro, mentre nelle pareti erano incassate delle librerie, nelle quali erano stati sistemati antichi tomi e reperti archeologici, tutti di provenienza diversa e sconosciuta, seppur aventi particolari similarità.

Al centro della stanza c'era una persona. Il suo profilo era appena visibile ma camuffato da un mantello anch'esso nero, il cui cappuccio ne nascondeva il viso. Il suo sguardo, fisso, osservava il soffitto.

Mercurio, Venere, la Terra, Marte, tutti i pianeti e il Sole erano mostrati in quello che sembrava una riproduzione virtuale del Sistema solare, con le traiettorie di tutti i pianeti. La lieve luce celeste che emetteva non era però abbastanza per illuminare la stanza.

L'uomo rimase fermo, ad osservare quella proiezione, mentre i pianeti pian piano si allineavano su un'unica linea. L'attesa sembrò durare secoli ma, appena i pianeti si allinearono, il Sole nella proiezione iniziò a brillare di una forte luce, mostrando tutta la stanza. E in particolare il pavimento.

Un dettagliatissimo circolo era stato come disegnato con un gesso nero. Su di esso erano rappresentati i simboli di tutti i pianeti del Sistema Solare, con il sole al centro. Al vedere quella luce brillare, l'uomo tese una mano verso di essa. Il suo viso, in parte ora visibile, mostrò un sorriso maligno, mentre chiudeva la mano che aveva sollevato in un pugno.

"Finalmente." disse, "Ho atteso fino a troppo tempo questo momento...". La sua voce echeggiava, come fosse amplificata.

Ritirò la mano che aveva teso verso quella luce vicino al suo petto, per poi tenderla davanti a sé, aprendola.

"Vedremo adesso chi è più forte tra noi due, Eytharn!" disse, mentre il cerchio ai suoi piedi si accese di una luce viola, ruotando lentamente intorno a lui. Una sfera di luce viola iniziò a formarsi davanti la mano che aveva teso davanti, finché non emise un bagliore violaceo scuro.

Fu allora che protrasse la mano sopra la sua testa, puntando con il palmo e questa sfera il soffitto della stanza. Per pochi istanti, l'aria sembrò fermarsi, come se qualcuno avesse bloccato il tempo, mentre il cerchio iniziò a rallentare per poi stopparsi.

"ORA!" urlò l'uomo, mentre la sfera nel suo palmo si trasformò in un laser che colpì la proiezione sul soffitto, colorandola di un viola scura e facendole emettere una luce ancora più forte.

Nel vedere ciò, l'uomo scoppiò in una risata maligna, mostrando il suo viso, e i suoi occhi neri e spalancati, che osservavano questo strano spettacolo.

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