I

2.4K 59 0
                                    

Emma era a casa con la piccola Hope. Regina era invece in ufficio.

Era l'ultimo dell'anno, eppure era in ufficio a lavorare. E a maledire Emma, perché le aveva portato gli ultimi rapporti in ritardo, ovviamente.

Conosceva la bionda come le sue tasche, doveva saperlo che sarebbe finita così.

Si lasciò andare contro lo schienale della propria sedia, scuotendo la testa al pensiero della bionda, non riuscendo ad evitare che un sorriso si formasse sul proprio volto.

Proprio in quel momento, sentì il cellulare vibrare leggermente sopra la scrivania, segno che le era arrivato un messaggio. Lo aprì, ed il suo sorriso si allargò ancora di più.

Era una foto. C'era Emma, che teneva in braccio la loro bambina. Avevano in volto la stessa espressione, entrambe stavano facendo il broncio.

Non poté, però, fare a meno di notare gli occhi della piccola leggermente arrossati e gonfi, ancora colmi di lacrime, segno che aveva appena smesso di piangere. Subito dopo le arrivò un secondo messaggio "mami ci manchi" con a seguire un'emoji dalla faccia triste.

"Mi mancate anche voi, ma resistete ancora per un'ora" digitò, per poi mandarlo. Aprì nuovamente la foto, concentrando stavolta tutta la propria attenzione su Emma.

Si sentiva così fortunata ad averla nella propria vita, ma si sentiva come se le mancasse qualcosa, certo, stavano insieme da qualche anno, avevano due splendidi figli, anche se la più piccola era biologicamente figlia di quel pirata buono a nulla. Ma a lei non importava, l'amava come se fosse sua. Perché era effettivamente sua.

Quando Emma si rese conto di essere incinta, erano solo agli inizi della loro relazione, ne parlarono, ed Emma era spaventata. Aveva paura che Regina se ne sarebbe andata. Aveva paura di essere lasciata sola, di nuovo.

Ma Regina era rimasta con lei. E nel frattempo le cose tra loro si facevano più serie. Era stata Regina stessa, una sera, a dire ad Emma "come sta la mia bambina? Fa la brava?" mentre le accarezzava il pancione con delicatezza, ed Emma non poté fare a meno di sorridere, perché a Regina andava bene davvero la sua gravidanza. A Regina andava bene davvero crescere una figlia insieme.

La mora si riscosse dai suoi pensieri, guardando poi l'ora, vedendo che era finalmente libera, e poteva tornare a casa dalle sue donne.

Mise in ordine i documenti, indossó la giacca, e sopra ad essa il cappotto, la sciarpa, ed i guanti. Istintivamente si toccò una tasca del cappotto, come per assicurarsi che tutto fosse al posto giusto, poi si diresse verso la porta. Spense le luci, ed uscì dal suo ufficio, salutò la sua segretaria, dicendole che era libera di andare, ed uscì con un sorriso dal municipio, consapevole che per almeno due giorni non ci avrebbe messo piede.

Quando arrivò a casa si tolse la sciarpa, il cappotto, ed i guanti, mettendo tutto sull'appendiabiti all'ingresso, guardandosi poi attorno, come alla ricerca di Emma.

"Dov'è la mia persona preferita?" chiese poi, vedendo subito una chioma bionda, scompigliata, uscire dalla cucina, per dirigersi verso di lei, con in braccio la piccola Hope.

"Oh, eccola" disse avvicinandosi subito ad Emma, prendendole poi la bambina dalle braccia, stringendola a se, iniziando a baciarle il volto, sorridendo non appena sentì la bambina ridere.

"Scusami?! Esisto anche io" la bionda era in piedi al suo fianco, le braccia incrociate al petto, e sul suo volto comparve un piccolo broncio, che le rimase difficile far rimanere vedendo quella scena.

"La mamma vuole le nostre attenzioni" disse Regina, rivolta alla bambina, facendo una voce buffa, dirigendosi nel frattempo vero il box che avevano messo nel salotto, poggiandola lì.

Buon anno Swan, di nuovo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora