IV

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Emma aveva appreso la notizia della gravidanza di Regina da poco più di una settimana, e da quel momento, era iniziato come un incubo per la mora.

Emma si era come trasformata. Non la lasciava neanche per un secondo, mancava poco e l'avrebbe seguita anche in bagno. Emma si stava trasformando in Snow. Era diventata fin troppo apprensiva nei confronti di Regina, e, per quanto alla mora piacessero quelle attenzioni, la stavano mandando fuori di testa.

"Emma, devo parlarti" erano appena entrate in casa, dopo che la bionda era andata in municipio a prendere la compagna. Sul volto di Emma comparve un'espressione di panico, che fece alzare gli occhi al cielo alla mora.

"Perché pensi sempre alle peggiori catastrofi?" aveva chiesto in modo retorico, togliendosi svogliatamente il cappotto, "cosa? Io non ho detto nulla" disse subito Emma, mettendosi sulla difensiva. "Sai, ho imparato a conoscerti in tutti questi anni, e quella è l'espressione che hai quando succede qualcosa di grave" la mora si era quasi trascinata verso il divano, e si era lasciata cadere a sedere su di esso.

"Sta attenta" Emma non riuscì ad evitare di non dire nulla, facendo alzare nuovamente gli occhi al cielo a Regina nell'arco di due minuti. "È proprio di questo che voglio parlarti" aveva detto Regina, quasi esasperata, facendole poi cenno di sedersi accanto a lei "io ti amo, ma diciamo che questa versione di te non mi fa impazzire. Non fraintendermi, è bello che tu sia così attenta, e che mi riservi tutte queste attenzioni. Ma Emma ti stai trasformando in tua madre, quindi rilassati, e non vivere con l'ansia che possa succedere qualcosa a me o al bambino ogni secondo" concluse con un piccolo sorriso, anche se si sentiva leggermente in colpa, perché sapeva che le intenzioni di Emma erano farla stare bene.

"Quale bambino?" entrambe si bloccarono, a Regina si gelò il sangue, mentre Emma girò di scatto verso di lei. Non credevano che Henry fosse in casa, perché ultimamente passava la maggior parte del suo tempo con Violet.

"Ragazzino, noi.." Emma si bloccò non appena Regina le poggiò la mano sul braccio, e lo strinse leggermente. "Siediti" aveva detto semplicemente la mora, sorridendo poi al figlio. non le sembrava giusto tenerglielo nascosto, ma voleva aspettare ancora un po' a dirglielo.

"Henry, io.." si bloccò, voleva trovare le parole giuste per dirlo, ma non c'erano, se non essere diretta "io aspetto un bambino" aveva detto tutto d'un fiato, non sapendo quale sarebbe stata la reazione del ragazzo. Come poteva spiegargli che il bambino era dell'altra sua madre?

"Oh" fu l'unica cosa che disse, prima di sorridere ed abbracciare entrambe. "Non mi devi alcuna spiegazione, mamma. Se sei felice, anzi, se siete felici, sono felice anche io". Regina sorrise, prima di tirare il ragazzo a sé e stringerlo in uno dei suoi abbracci "stritola ossa", riservati soltanto a lui e alla bionda.

"Mamma non respiro" aveva detto dopo qualche istante il ragazzo, in modo che la donna lo lasciasse andare. "Ancora un attimo" aveva quasi sussurrato, continuando a stringere suo figlio a sé, lasciandolo andare dopo qualche secondo. Si allontanò, per poi fare un sorriso "come mai non sei uscito con Violet?" chiese, tornando subito seria non appena vide l'espressione di Henry cambiare visibilmente "Henry Daniel Mills, cosa è successo?" chiese subito, immaginando chissà quale scenario "sappi che sono troppo giovane per diventare n-" si interruppe non appena Emma ed Henry la richiamarono, con tono di voce più alto del previsto.

A volte erano così uguali che erano quasi inquietanti. "Non è come pensi, abbiamo capito che non siamo fatti per stare insieme, e quindi abbiamo rotto, tutto qui" accennò un piccolo sorriso triste, stringendosi nelle spalle. A Regina si strinse il cuore a vedere suo figlio così, quindi lo attirò nuovamente a sé, lasciandogli un bacio sulla fronte "ho sempre pensato che lei non fosse alla tua altezza. Vedrai che troverai la persona adatta a te, ma è ancora presto per fare questi discorsi, ed io sono in piena crisi ormonale" aggiunse velocemente l'ultima frase, prima di portarsi entrambi gli indici appena sotto gli occhi, così da non far cadere le lacrime.

Buon anno Swan, di nuovo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora