Two- You again!?

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Yaku's pov.

-Allora ci vediamo lunedì all'allenamento Yaku-

-Ciao Kuroo!-

Saluto il capitano della squadra mentre sistemo le ultime cose nella palestra e mi affretto a dirigermi verso la fermata. Ho fatto di nuovo le sei senza pranzare. Alzo gli occhi al cielo.

Devo ricordarmi di portarmi qualcosa da mangiare o rischio di ingoiarmi Kenma durante l' allenamento.

È piccolino. Ci riuscirei facilmente.

No Yaku. Kenma non si mangia.

Mi sbatto le mani sulle guance per distogliermi da questi pensieri e per darmi un po' di calore.

Nonostante sia il venti di aprile c'è un vento assurdo.

Mi dirigo a passo svelto verso fermata e fermo l' autobus azzurro per un pelo.

Salendo sull' autobus noto che ci sono meno persone di ieri, ma è comunque affollato.

Mi sistemo accanto ad una signora un po' in sovrappeso vestita completamente di viola e chiudo gli occhi cercando di riprendermi dalla corsa fatta per prendere il bus.

Dopo pochi secondi sento due mani poggiarsi con violenza sulle mie spalle e riapro gli occhi cacciando un urletto che fa girare mezzo autobus.

-Lev ma sei impazzito?- sibilo tra i denti guardando male il ragazzo dagl' occhi smeraldo.

-Ti ho chiamato tre volte e non mi hai risposto! Stavo controllando se eri ancora vivo. Ora ne ho avuto la conferma.-

Inarco un sopracciglio. Questo quì è un emerito idiota.

-Si vabè. Perchè sei quì?-

Lev mi guarda storto.

-Come perchè sono quì? Sono quì tutti i giorni ahahah. Piuttosto tu perchè sei di nuovo quì-

La signora in viola si alza dal posto su cui era seduta e Lev ne approfitta per sedersici lui, mettendosi la cartella nera sulle gambe, mentre io gli sto difronte.
Ora che è seduto Lev è comunque più alto di me di qualche centimetro.
È seriamente imbarazzante.

-Ho fatto di nuovo tardi ad allenamento e ho perso l' autobus delle cinque e mezzo, quindi ho dovuto prendere quello delle sei-

Proprio in quel momento il mio stomaco decide di fare dei rumori ambigui per via della fame, rumori che dato il silenzio presente nel mezzo di trasporto azzurro vengono uditi chiaramente dal grigio, che sposta lo sguardo curioso sul mio stomaco che prontamente copro con un braccio, imbarazzato.

-Piccoletto da quant' è che non metti qualcosa sotto i denti?-

Non lo guardo.

-Da ieri sera a cena-
Sussurro, abbassando lo sguardo sulle scarpe.

Lo sento trafficare con la cerniera della cartella quindi alzo gli occhi sul grigio e lo vedo tirar fuori una busta, dalla quale fa uscire una barretta di cioccolata, che mi porge poco dopo con un sorriso.

-Non è tanto, ma per smorzare la fame direi che va bene-

Arrossisco e senza guardarlo prendo la barretta, ringraziandolo sottovoce e scartandola, per poi portarmela alla bocca e mangiarla in un paio di secondi.

Ero davvero affamato.

Vedo Lev scoppiare a ridere ed avvicina una mano al mio viso, dopodichè sento il suo pollice passare sulla mia guancia, appena accanto alle labbra.

-C-che cavolo fai?-

Mi scosto la sua mano dalla guancia e mi infilo le mani nelle tasce, stringendomi nelle spalle, alzando così il bavero del cappotto che va a coprire il leggero rossore che mi era comparso sul viso.

-Eri sporco di cioccolata piccoletto. Non sai proprio mangiare, sei un bambino-

Alzo gli occhi al cielo, per poi squadrarlo male, al che Lev terrorizzato alza le braccia in segno di resa.

-Da che pulpito mi vengono dette queste parole-

Lev si scioglie e inizia a ridere, al che sorrido anche io.
È seriamente irritante, ma ha una risata contagiosa.

Per un paio di minuti stiamo così, a guardarci negl' occhi, senza dire una parola, finché Lev non vede la mia borsa d' allenamento semiaperta e gli si illuminano gl' occhi.

-Quelle sono scarpe da pallavolo?! Giochi a pallavvolo? Allora sono questi gli allenamenti a cui hai fatti tardi sia ieri che oggi! Anche io gioco a pallavolo, sono un centrale ma sono ancora una schiappa nonostante terrorizzi gli altri ragazzini perchè sono alto. Te in che ruolo giochi?-

Rimango un attimo spiazzato, mi ci vogliono una manciata di secondi a metabolizzare tutte le frasi che il grigio davanti a me ha appena detto.
Ha praticamente fatto un discorso completamente da solo.

-Li-libero...-

-Wooow che bello! Il nostro libero schizza sempre di quà e di là, credo sia molto forte. Almeno rispetto alla media degli altri ragazzi della squadra. La tua squadra com'è? È forte?-

Sorrido istintivamente pensando ai miei compagni di squadra ed a Kenma in particolare.

-Sì.
La mia squadra è forte.
Ma non per merito di uno solo.
Per come il gioco è costruito a partire da quella persona.
Ma hey non posso far mica scoprire il nostro gioco al primo che passa, soprattutto se in futuro potrebbe essere un mio avversario-

Sorrido istintivamente al che Lev mi sorride di rimando.

-Tu, nanerottolo, intendi scendere o stare quì fino a domani?-

Sobbalzo alla voce dell' autista, una ragazza occidentale dai corti capelli mogano ed un leccalecca incastrato tra le labbra, che mi guarda indicandomi la portiera, aperta davanti alla mia fermata.

Come fa a ricordarsi le fermate di tutti i passeggeri? Non lo so.

-Ci vediamo Lev-

-Ciao piccoletto!-

Scuoto la testa e mi tiro su meglio la tracolla della borsa da palestra, per poi uscire dall' autobus ed iniziare a percorrere il vialetto che mi avrebbe condotto a casa mia, dove so che i miei genitori mi stanno aspettando.

Mentre infilo le chiavi nella toppa della porta mi ritrovo a pensare allo strano incontro avuto con il ragazzo dagl' occhi smeraldo due giorni prima.

Ammetto che nonostante mi faccia saltare i nervi è piacevole parlare con qualcuno invece che stare quarantacinque minuti a fissare il nulla.

Scuoto la testa liberandomi dai pensieri ed entro in casa, chiudendomi la porta verniciata di giallo alle spalle e dirigendomi verso la cucina con lo stomaco brontolante per la fame.

Domani mi porto qualcosa, altrimenti ci ritroviamo seriamente senza alzatore.

Stringimi forte. {Yakulev}.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora