Three- i feel confort in your arms.

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Yaku's pov.

18.21
E ovviamente l' autobus è in ritardo.

Inizio a fissare la scatola di plastica vuota che prima conteneva il mio pranzo poggiata sulle mie gambe, dopodichè scuoto la testa, lasciando cadere dei ciuffi ribelli fino agl'occhi e la poso nella cartella.

Cinque minuti dopo l' autobus azzurro mi fa la grazia di arrivare e vi salgo, guardandomi intorno.

-Hey nanerottolo se stai cercando lo spilungone è seduto lì infondo-

Perdo una ventina di battiti al sentire la voce rauca dell' autista dagl' occhi color cioccolata. Non mi ero nemmeno accorto mi stesse guardando.

Scrollo le spalle e mi dirigo verso il posto indicato dalla ragazza in cui effettivamente trovo il grigio con la testa appoggiata ad una mano, mentre guarda fuori dal finestrino, battendo il piede al tempo della musica che sta ascoltando tramite un paio di cuffiette nere.

Anche andandogli vicino non sembra accorgersi di me finchè non gli stacco una cuffietta. Al che prima rimane un secondo sorpreso, poi riconoscendomi mi regala un sorriso enorme. Al che distolgo lo sguardo.

-Piccoletto sei arrivato! Questa volta hai mangiato qualcosa?-

Alzo gli occhi al cielo mentre Lev sposta la tracolla nera dalla poltroncina morbida blu accanto a lui per farmi sedere, mi ci voleva proprio, sono stanco morto.

-Sì, mi sono fatto preparare qualcosa da mia madre ieri sera. Mia mamma, beh lei non è una gran cuoca, ma il 75% dei suoi piatti è commestibile. Quindi è meglio di niente, no?-

Sorrido appena, passandomi una mano sul retro della nuca.

-Dovresti mangiare più regolarmente e più sano, soprattutto se fai sport e se vuoi davvero superare il metro e sessanta-

Lev accentua questo fatto evidenziando con le mani la nostra differenza di altezza.

Lo fisso con uno sguardo ghiaciale per poi tirargli una forte gomitata nelle costole, al che Lev tira un urletto di dolore, massaggiandosi la parte colpita.

-Sì che per essere alto un metro e una vivident sei forte-

Lo guardo con gli occhi infuocati.

-Ne vuoi un altra-

Lev scuote la testa, terrorizzato.

-Scusami tesoro potresti farmi sedere? Non te l' avrei chiesto ma ho davvero mal di schiena-

Una signora parecchio anziana che non avevo notato, con in mano una grossa borsa giallo ocra, che si regge impedi grazie ad un bastone di legno scuro, mi si rivolge con queste parole gentili, al che io le rispondo con un sorriso e mi alzo, lasciandola sedere.

-Grazie tesorino-

Lev ride sotto i baffi.

Io non lo sopporto.

Alzo gli occhi al cielo e faccio per afferrare la maniglia di ferro per tenermi, ma esattamente in quel momento la spericolata autista gira di scatto ad una rotonda, il che mi fa perdere l' equilibrio e, dato che me lo trovavo davanti, mi fa cadere esattamente tra le braccia di Lev, con le mie gambe aperte sopra le sue e le sue mani sui miei fianchi, scattate istintivamente in avanti per non farmi cadere.

Arrossisco pesantemente e mi scuso, facendo come per alzarmi, ma le mani del grigio ancora saldamente poggiate sui miei fianchi non me lo permettono.

-Sei un imbranato e ci sta poco spazio. Rimani così, infondo hai lasciato il posto alla signora e si vede che sei molto stanco, hai delle occhiaie da paura piccoletto-

Sbuffo ma non ribatto.
Ho passato una notte in bianco più scuola e allenamento.
Sono seriamente distrutto.

Lev fa salire le mani dai miei fianchi alla mia vita, allentando leggermente la presa, ma non troppo, in modo da non farmi cadere, ma tenermi meglio.

Credo di essere più rosso della divisa della mia squadra.

Mi imbarazza essere così tanto vicino ad un altro ragazzo, soprattutto se conosciuto quattro giorni prima.

Ed anche se ammetto che lo spilungone è carino lo trovo comunque estremamente irritante.

Sbuffo per l'ennesima volta in una giornata, tirandomi su la cerniera del cappotto rosso fino al naso.

Lev ride.

-Sei adorabile, ti sta enorme ahahah-

Mormoro un -zitto- per poi sistemarmi meglio sulle gambe del più grande, dondolando i piedi che non toccano il pavimento di plastica blu per un paio di centimetri.

Lev, tenendomi stretto fa scivolare distrattamente una mano fin troppo vicino al mio interno coscia, al che divento bordeaux e gli sposto la mano di scatto, girandomi per alzarmi dalle sue gambe, ma noto che non ho spazio nemmeno per alzarmi in piedi.

Impreco tra i denti e mi rigiro verso il grigio che mi guarda mortificato e leggermente rosso sulle gote.

-S-scusami non l' ho fatto apposta-

Detto ciò abbassa lo sguardo.

Lo guardo.
Poi scoppio a ridere.
Lev mi guarda storto.

-Non sapevo potessi essere qualcosa di diverso da un bambino irritante, Lev-

Il grigio scoppia a ridere anch'esso.

-Hey sono pieno di sorprese-

Detto ciò si porta una mano al petto con fare teatrale, mentre l' altra è ancora stretta attorno ai miei fianchi con fare protettivo.

Scuoto la testa mentre sorrido istintivamente.

-Ecco sei ritornato il solito-

-Piccoletto la fermata-

Un giorno di questi l' autista dai capelli rossi che mi porta sempre a casa mi farà venire un infarto.

Scuoto la testa, sistemandomi le ciocche biondo scuro che mi ricadono quasi sugl' occhi.

Devo assolutamente tagliare i capelli entro questa settimana, o mi ritroverò a dover indossare le mollettine rosa di Kenma di nuovo.

Non è stata una bella esperienza.

Scendo dalle gambe del grigio e saluto con un cenno la vecchietta a cui ho ceduto il posto poco prima, poi scendo dall'autobus e mi giro verso il grigio.

-Ciao piccoletto!-

Scuoto la testa e ridacchiando mi giro dall' altro lato, avviandomi verso casa con un sorriso ingiustificato sul volto.

Stringimi forte. {Yakulev}.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora