𝔓𝔯𝔬𝔢𝔪𝔦𝔬

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La sveglia suonò forte nel suo studio. Gemette mentre cercava i suoi occhiali nel comodino. Non trovandoli, gemette ancora e agitò la mano. Il dispositivo gli volò in mano e lo prese con un movimento preciso prima di rimetterlo sul comò. Fissò per un momento il soffitto con i suoi occhi verdi, era tardi. Doveva alzarsi e prepararsi per andare a lavoro.

Lavoro....Penso a come era arrivato a lavorare lì. Per colpa di suo zio, che non voleva averlo intorno a lui e alla sua "famiglia", lui e la sua «anormalità» ... insomma, era suo zio che lo aveva costretto ad andare al Magnolia Club all'età di dieci anni, per lavorare lì. Il capo era un vecchio amico di suo zio, che lo aveva assunto in cambio per un bel gruzzolo di soldi, e ora si ritrovava lì. Andava molto volentieri al bar, perché come Hogwarts era una seconda casa per lui.

Il suo lavoro variava durante la settimana. Durante la settimana andava a scuola e pulivo il bar, dalla mattina presto fino alle due del pomeriggio fino a quando riapriva. Crescendo, dopo che iniziò a frequentare  Hogwarts lavorava solo d'estate. Tutte l'estate, per colpa di suo zio. Ma non disse mai niente, poiché non gli dava fastidio. Alla fine, gli piaceva lavorare al bar. Era trattato bene, il capo stava solo dietro la sua scrivania, non gli importava veramente di lui, a differenza delle cameriere e dei ballerini.

Tuttavia man mano cresceva, il suo capo gli assegnò rapidamente nuovi ruoli. Dai lavori di pulizia  ai servizi in camera, che pratica ancora regolarmente, poi al bar che ora faceva di meno, che però gestisce sempre in caso d'emergenza per mancanza di  personale, una volta che raggiungesse i quattordici anni e per i suoi allenamenti di Quiddicht.

Il ballo... Una volta entrato in quest'ambiente, la sua vita era letteralmente cambiata, gli piaceva. Gli permetteva di dimenticare gli orrori della sua vita, aveva imparato tutto sulla pole dance. Ad ogni modo, aveva visto gli altri ballerini abbastanza bene da conoscere le basi fondamentali. Il resto era stato solo addestramento e sperimentazione. Ma lo adorava, lì non ero più il bambino-che-è-sopravvissuto, al bar poteva essere chi voleva veramente.
Sicuramente vi stare domandando quale tipo di danza pratica. Beh, dalla danza in gabbia, al gogo, la pole dance e altre cose simili... che gli piacciono un sacco. Per alcuni era il gioiello del Magnolia Club.

A causa della sua fama, mio zio mi fece firmare un contratto che gli imponeva di lavorare lì almeno fino ai suoi 25 anni. Per carità era una bellissima cosa, ma firmare i documenti, ma non si era fermato solo a quello il bastardo aveva aggiunto anche delle clausole che dicevano che lui potevo solo ricevere il 20% del suo stipendio. Fortunatamente lui, avevo un gran talento e avevo ricevuto degli consigli ottimi. Non spendeva neppure tanto, nel peggio dei casi, e se era necessario andava a ritirare un po' di soldi alla Gringotts Bank.

Ma dopo i suoi 25 anni, avrei cambiato club. Non sarebbe rimasto sotto il controllo dell'amico dello zio. No, non voleva. Questa famigerata persona avida poteva sfruttarmi per trarne vantaggio. Piuttosto, sarebbe andato alla ricerca di un altro club dove potersi esibire.
Libertà... L'aveva sempre sognata per così tanto tempo, sfortunatamente doveva aspettare ancora 5 anni.

Sospirò e si mise gli occhiali prima di alzarsi. Andò a guardarsi allo specchio e incontrò i suoi luminosi occhi verdi. Cercò di aggiustarsi i capelli neri in modo che non sembrassero un nido d'uccelli, prese la sua bottiglia di succo di zucca dal frigorifero mini della sua stanza. Bevve  rapidamente alcuni sorsi dalla bottiglia prima di raccogliere alcune fette di pane e del formaggio per merenda. Ormai viveva da solo e quindi non aveva nessuno con cui condividere il cibo.

L'abitazione non aveva molti mobili, aveva il necessario per il suo studio. Non voleva sprecare i soldi che i suoi gli avevano lasciato solo per questo. Aveva un letto matrimoniale semplice, un armadio di legno, uno specchio sul lavello della cucina, il mio grosso baule che l'aveva accompagnato durante gli anni di Hogwarts, aveva anche molte cose strane e infine una piccola libreria con alcuni libri di pozioni e DADA.

Indossò rapidamente gli abiti che erano appartenuti a Dudley. Non gli piaceva mostrare il suo corpo in pubblico, lo mostrava solo durante l'esibizioni. Sapeva di non essere così bello,  ma sapeva  che era almeno guardabile. La sua bellezza rispecchiava il suo stile di ballo. Il Magnolia Club Jewel  era recintato da pietra era quello che vedo quando varcavo i cancelli.

Finalmente poteva vivere come voleva, vestirsi come voleva e non era più vincolato da stupide regole che appariva alla gente come un senzatetto. Tuttavia, non lo era, ansi era il contrario era il Signore delle Casate più famose del mondo magico, dei Black e dei Potter. Aveva ufficialmente accettato quei titoli e si era comportato come tale,  in un modo in cui non poteva apparire senza  essere scoperto da un cliente mago che frenava il club.

Ah, che bello la sua vita era sia un inferno che un paradiso.

Che sbadato si era  dimenticato la cosa più importante da fare, che con tutte queste cose che aveva detto, si era  dimenticato di presentarsi. Mi chiamo Harry James Potter, e sono Lord Potter-Black, il Sopravvissuto, il Prescelto è il salvatore del mondo magico, il vincitore del Signore Oscuro, noto come Lord Voldemort. Era così che il mondo magico lo riconosceva e per una volta che avevo trovato un modo per nascondere la mia vera identità, non voleva che nessuno lo scoprisse. Nel mondo babbano non era nessuno, era solo il vagabondo o il povero bastardo che non ha abbastanza soldi per comprarsi dei vestiti adeguati.

Ma una volta varcato le porte del Magnolia Club, si tolse i vestiti e gli occhiali di seconda mano, sostituendoli  con le lenti a contatto o con una pozione per gli occhi a seconda il lavoro notturno, dipendeva in quale luogo stava, al bar o al palco. Non importava com'era, vestito o mezzo nudo  per qualsiasi persona ero Angel , My Angel o Angie, dipendeva dai clienti o dai colleghi. A volte rispondeva con altri soprannomi affettuosi, soprattutto era quello che rispondeva amorevolmente. Era il suo nome d'arte. Nel club, era una celebrità, nel mondo magico era un'altra celebrità, ma visto che non frequentava più il mondo magico, ora era il Gioiello del Magnolia Club.

Afferrò rapidamente la sua  giacca extralarge e lascò lo studio chiudendolo alle spalle con una protezione magica. Quindi nessuno poteva entrare a casa sua e rubare, a meno che non sia un mago... Ma c'erano pochissime possibilità che ne incontrasse uno in posto del genere. Aveva tagliato i rapporti con altro mando, l'unica cosa che si limitava a fare era di inviare un gufo solo per controllare i miei soldi alla Gringotts Bank.

Basti dire che aveva provato di tutto e di più nell'altro mondo, ora voleva solo prendersi una lunga pausa per concentrarsi su se stesso.

El Jardìn Secreto  (Snarry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora