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Mi dispiace, ti ho fatto arrabbiare?

Quello recitava il messaggio che Liam aveva ricevuto la mattina appena sveglio da parte di suo fratello. Si stropicciò gli occhi, sedendosi sul letto e sbadigliando, per poi alzarsi ed uscire dalla camera. Fece pochi passi per poi bussare alla porta di camera di suo fratello, dato che si trovava di fronte alla sua, che lo accolse con un semplice 'Avanti.'.
-"Non mi hai fatto arrabbiare." Disse, sempre mezzo assonnato, mentre si avvicinava a Scott, già vestito e profumato pronto per andare a scuola. Sbadigliò ancora e si passò una mano fra i capelli, cercando di guardare almeno dove metteva i piedi mentre avanzava. "Ma tu non ti fidi di me e mi tocca alzare la voce."
-"Io mi fido di te, davvero. È di lui che non mi fido." Liam sbuffò.
-"È solo una finzione. Ci vedremo solo a scuola, ci terremo per mano per i corridoi e ci daremo qualche bacio sulla guancia al massimo. Non sarà niente di che, vedrai." Gli disse, provando a rassicurarlo. Scott sospirò.
-"Hai ragione, ne ho fatto una tragedia. Ma sono solo preoccupato." Liam sorrise, prima di inciampare nei suoi stessi piedi e cadere su Scott, che lo afferrò al volo. Il minore ne approfittò per abbracciarlo, tanto era quello che voleva fare, e il maggiore ricambiò la stretta, sorridendo.
-"Non hai motivo di essere preoccupato, a me lui nemmeno piace." Disse, allontanandosi da Scott per tornare sui suoi passi ed uscire dalla camera. Prima però, lo squadrò da capo a piedi. "È la mia felpa quella?" Gli chiese, guardando la felpa viola che suo fratello aveva indosso.
-"Tu hai preso la mia." Si giustificò Scott, con un sorriso angelico. Liam assottigliò lo sguardo.
-"Avevo dieci anni e volevo travestirmi da te per quel festival a scuola, Scott." Gli ricordò. Sia Melissa che Scott si erano commossi quando Liam aveva detto loro che per la giornata 'rappresenta una persona importante per te' a scuola si era vestito come suo fratello. Beh, all'epoca era ancora molto basso perciò la felpa di suo fratello gli arrivava alle ginocchia e non aveva avuto bisogno di indossare altro, ma era comunque stato un gesto così spontaneo e dolce che Scott ancora si commuoveva se ricordava quel giorno.
-"Hai comunque preso una mia felpa." Ripetè, alzando le spalle. Liam rise.
-"Puoi tenerla, a me non piace, comunque. Vado a vestirmi, scendo fra poco." Disse poi, prima di uscire definitivamente dalla camera e tornare nella sua, scegliendo qualcosa di carino da indossare. E per la prima volta passò circa mezz'ora davanti allo specchio cercando qualcosa che lo facesse risultare almeno decente, facendo così tardi che dovette rinunciare alla sua colazione. Una volta nell'auto di Stiles si rese conto che aveva fatto tardi solo per cercare di sembrare carino agli occhi di Theo, e in quel momento si chiese se il test che aveva fatto la sera prima fosse corretto.

Quando entrò a scuola vide subito Hayden venirgli incontro, così provò a cercare una via di fuga ma fu troppo tardi: la ragazza era già davanti a lui.
-"Allora, come è andato il pomeriggio di studio col tuo ragazzo?" Gli chiese, marcando bene le ultime parole. Liam fece un finto sorriso.
-"Benissimo, grazie." Rispose acido, prima di incamminarsi verso il suo armadietto, credendo che lo avrebbe lasciato stare. Ma quando mai Hayden si dava per vinta? Lei lo seguì, continuando a parlare.
-"Sai, sabato sera c'è la partita di Lacrosse. Sei pronto?" Il ragazzo sospirò mentre apriva il suo armadietto e vi metteva dentro alcuni libri che aveva nello zaino che gli sarebbero serviti in giornata. Alzò lo sguardo, osservando la sua maglia appesa nell'armadietto: la teneva come porta fortuna e la metteva sempre durante le partite. Forse era una coincidenza buffa, ma l'unica volta che non l'aveva messa avevano perso, perciò da quel giorno la indossava sempre.
-"Sì." Rispose secco.
-"Io sarò sugli spalti a fare il tifo per te." Gli comunicò, come se Liam non lo sapesse dato che la ragazza era sempre presente ad ogni partita, e gli toccò il petto con un dito.
-"Bene." Rispose lui secco, cercando una scusa per andarsene. Fortunatamente in suo soccorsò arrivò proprio lui.
-"Buongiorno piccolo." Gli sussurrò Theo dopo avergli cinto le spalle con un braccio e averlo attirato a se, baciandogli poi la guancia dolcemente, soffermandosi qualche secondo di troppo con le labbra sulla sua pelle, mandandola in fiamme. Liam preso alla sprovvista sussultò leggermente, arrossendo poi di botto. Hayden rimase stupita tanto quando il ragazzo. Liam non si aspettava di certo che si comportasse così, anzi, non credeva nemmeno si sarebbero comportati così: credeva che avrebbero solo messo la voce in giro e sarebbe finita lì. Ed Hayden di certo non si aspettava che fosse vero, credeva fosse una scusa tirata sul momento da Liam.
-"B-buongiorno." Balbettò, voltandosi verso di lui con gli occhi spalancati. Theo rise, perché sapeva benissimo che gli avrebbe fatto quell'effetto, ed avrebbe pagato pur di vedere quell'espressione ogni giorno.
-"Allora, di cosa stavate parlando?" Chiese lui, rivolgendo uno sguardo seccato ad Hayden. La ragazza, per quanto stupita, rispose tranquillamente.
-"Della partita di sabato sera, dove io sarò a fare il tifo per Liam." Theo inarcò un sopracciglio, guardando il nominato che preferì tornare a concentrarsi sul suo libro di aritmetica.
-"Beh non credo che ne avrà bisogno," Rispose sempre guardandolo. "quando avrà me direttamente in campo." Liam arrossì per l'ennesima volta, e si sentì così stupido perché non era quasi mai arrossito in vita sua e adesso si ritrovava a farlo ogni volta che era in presenza del suo pseudo fidanzato. Fortunatamente si riprese in fretta per rispondere.
-"L'hai sentito, no?" Chiese retorico quindi, alzando le spalle e chiudendo l'armadietto. "Potrai anche fare il tifo per me ma guarderò solo lui." Theo dovette trattenere un sorriso per la semplicità e la naturalezza con cui quelle parole gli erano uscite di bocca. Hayden rimase stupita dalla fermezza della voce di Liam, ma non lo diede comunque a vedere.
-"Non durerà." Disse lei, prima di andarsene. Liam sospirò e solo a quel punto Theo tolse il suo braccio dalle spalle dell'altro e le incrociò entrambe al petto.
-"Grazie. Sarò in debito con te per tutta la vita." Theo sogghignò e rispose con un alzata di spalle.
-"Non mi sembrava convinta." Liam alzò gli occhi al cielo.
-"Ci crederà prima o poi." Il ragazzo si avvicinò maggiormente a lui, guardandolo con i suoi occhi verdi. Erano chiari e penetranti, lo scrutavano senza lasciar trasparire nessuna emozione: Liam non capiva se Theo fosse annoiato, se lo stesse ammirando e se lo stesse osservando con una punta di malizia. Per qualche strana ragione, per un attimo, Liam sperò che fosse l'ultima. Il maggiore continuò ad osservarlo, sogghignando quando notò il ragazzo fissarlo con le labbra socchiuse. Lo vide avvicinarsi quasi incoscientemente, mentre il suo sguardo si posava sulle sue labbra e deglutiva a vuoto. Poi Theo si allontanò di scatto, facendo tornare in se Liam che arrossì.
-"A proposito di questo: non credi che dovremmo trovare un modo per farle almeno sospettare qualcosa. È una ragazza sveglia, per quanto fastidiosa, ed ha un sacco di amici che potrebbero anche stare ad ascoltarci ora per poi riferirle tutto." Liam storse il naso: non ci aveva pensato.
-"Non voglio baciarti." Theo alzò le spalle e fece un passo indietro, quasi sentendosi ferito, come se fosse appena stato pugnalato.
-"Fa come vuoi, ma se vuoi farle credere qualcosa dovrai farlo." Rispose aspramente, voltandosi pronto per andarsene. Il ragazzino imprecò fra i denti ma prima che potesse chiamarlo Scott arrivò da loro, cingendo le spalle di Theo con un braccio e avvicinandolo a se.
-"Ehi ragazzi, che si dice?" Chiese sorridente, come se non stesse tramando niente. Liam inarcò un sopracciglio prima di rispondere.
-"Bene."
-"Benissimo. Volevo sapere come funziona questa cosa, sapete.." Iniziò a parlare il maggiore, indicando i due ragazzi. Theo e Liam si guardarono confusi. "non interferirà con la partita di sabato, vero?"
-"No, Scott, perché dovrebbe?" Rispose il fratellino. L'altro ragazzo alzò le spalle, leggermente infastidito dalla presenza di Scott così vicina a lui. Lo aveva sempre messo in soggezione quel ragazzo, specialmente in quel momento che era maggiormente esposto al rischio "essere calpestato" dato che era - anche se per finta - il fidanzato di suo fratello ed era sicuro che anche per la minima sciocchezza lo avrebbe letteralmente spezzato in due.
-"Non stiamo davvero insieme, non ci saranno problemi." Rispose quindi.
-"Meglio esserne certi." Rispose il maggiore con una scrollata di spalle prima che la campanella dell'inizio delle lezioni suonasse. "Oh, devo andare in classe." Esclamò, poi si voltò verso Theo, allontanandosi leggermente da lui ma prima picchiandogli la mano sul petto. "Oh e.. Liam è vergine." E detto ciò se ne andò lasciando il ragazzo nello stupore più totale e il fratello nel completo imbarazzo.
-"Cazzo, Scott!" Borbottò, ma suo fratello era troppo lontano perché lo sentisse. Theo lo guardò confuso, aspettando delle risposte e Liam, dopo esser diventato bordeaux e aver imprecato in almeno sette ligue diverse, alzò lo sguardo verso il fidanzato e si strinse nelle spalle.
-"Scott crede che tu abbia accettato solo perché in cambio ti ho offerto di fare sesso." Theo spalancò gli occhi, socchiudendo leggermente le labbra.
-"C-cosa? Ma che assurdità è questa?" Esclamò alterato. Liam alzò le mani verso di lui, in un involontario tentativo di calmarlo, ma il ragazzo si scostò appena. "Cazzo non sono un animale, lo sapete? Sono in grado di fare qualcosa senza che di mezzo ci sia sempre e solo il sesso."
-"Theo, lo so! Ho provato a spiegarglielo ma-" Liam però non potè finire di parlare dato che il ragazzo gli scoccò un'occhiataccia prima di voltarsi e andarsene - non senza lanciargli qualche insulto prima. Il minore sospirò, chiamandolo inutilmente. "Che testa di cazzo." Borbottò fra se e se, raggiungendo poi la sua classe.

Pseudo Love. ~Thiam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora