Capitolo 3

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La settimana è passata velocemente ed è stata abbastanza tranquilla, quando passavo per i corridoi le ragazze e i ragazzi mi guardavano di più e sentivo che sparlavano di me.

Oggi è sabato e devo passare tutto il pomeriggio con Jackson, appena entro in classe lui è già seduto in un banco nella prima fila quindi io mi siedo in un banco all'ultima fila.

Il preside Smith entra in classe vestito elegante come sempre e ci saluta.
-Su questi fogli dovete scrivere il perché state in punizione, non dovete uscire dalla classe.-dice consegnandoci dei fogli bianchi per poi uscire dalla classe e chiudere la porta.

Vedo Jackson alzarsi e andare verso la porta.
-Dove stai andando?- domando.

-Sto uscendo, non mi va di stare qua in classe.- risponde aprendo la porta.

-Cosa? Ma sei matto. Ha detto che dobbiamo stare in classe. Non so te ma a me non va di stare un altro giorno in punizione.- vado verso di lui e chiudo la porta.

-Tu infatti resti in classe, sennò finisce che ti fai qualcuno.- risponde malizioso.

-Forse provo più piacere.-

Vuole litigare di nuovo?
Parla lui che si fa le ragazze in ogni posto possibile.

Jackson si avvicina a me e afferra i miei fianchi.
-Sei una ragazzina.- sussurra sulle mia labbra.
Forse è un po' troppo vicino.

-Io? Almeno non vado ad attaccare fogli sugli armadietti.-

-Non ho fatto io quel voglio Maeve.- si avvicina ancora di più stringendo i miei fianchi.
Le sue labbra sono così vicine.

-Sei uno stronzo.- lo sposto da davanti a me e torno a sedermi al mio banco.
-Maeve pensi davvero che quel foglio l'ho fatto io? Non direi mai a nessuno di quello che è successo al bagno. Non lo sapevano neanche i miei amici.- Jackson viene vicino a me.

-Ok ma quello che hai detto davanti a tutti?- domando.
-Ero incazzato, nessuna ragazza mi ha mai attaccato così.-

Annuisco e scrivo qualcosa sul foglio bianco dato dal preside Smith per passare il tempo.
Sono passate solo due ore e dobbiamo stare qui fino a questa sera.

-Posso farti una domanda?- mi chiede Jackson.
-Dipende, chissà che mi chiedi.-

-Perché fai quella indifferente se poi ti interessa tanto di quello che pensa la gente di te? Se sei indifferente non ti deve importare niente ma quando hai letto quel foglio e ti sei arrabbiata così ho capito che non sei la ragazza di cui tutti parlano.-

Indifferente.
Per tanti anni ho mostrato che non mi interessava niente di quello che pensano di me ma quando tornavo a casa non riuscivo a mentire a me stessa.
Ora sto crescendo e non riesco più a nasconderlo, è brutto quando la gente ti etichetta in un modo e tu non sei così, ma a forza di sentirlo dire sto diventando come loro mi descrivono.

-Perché voi pensate che io faccia quella indifferente ma in realtà non sono così. Fuori non mostro niente ma tu non sai quanto dentro soffro.- rispondo sincera alla sua domanda. Dentro questa scuola nessuno mi conosce davvero ma nonostante ciò continuano a parlare come se ti conoscessero da sempre.

Loro non sanno perché sono così, perché non voglio avere nessun tipo di relazione con nessuno o perché rispondo male.

Sono sempre rimasta delusa dalle persone che ho avuto accanto a me e per questo ho deciso di andarmene e ora abito da sola.

Ma anche se gli altri mi vedono in un altro modo io sono me stessa, non ho bisogno di crearmi un personaggio perfetto come fanno loro.

In più sono la ragazza che l'ha da a tutti solo perché qualche volta voglio divertirmi e poi diciamo le cose come stanno, sono andata con due ragazzi e adesso anche con Jackson ma il problema è che se una ragazza si diverte viene definita ragazza non seria mentre se lo fa un ragazzo è figo.

Quello che voglio dirvi? Non c'è niente di anormale se anche una ragazza qualche volta vuole un po' divertirsi.

-Dovresti far capire alla gente che in realtà non sei così però alla fine non devi dimostrare niente a nessuno. L'importante è che tu sai come sei fatta e ora lo so anche io.- risponde Jackson.

Esatto.
Io so come sono.

Sorrido a Jackson e riprendo a scrivere qualcosa.

-Tu perché ti mostri così? Vuoi fare quello stronzo ma ora mi hai dimostrato altro.- domando a Jackson.

-Diciamo che quando scopo penso solo al piacere e non a tutti i problemi che ho a casa, ma ora ho capito che voglio una relazione.-
-Perché mi ha chiesto di uscire?-

-Mi sei sempre piaciuta e ho sempre saputo che in realtà non sei come ti descrivono. Ho chiesto a Madeline anche alcune cose su di te.- risponde ridendo.

Jackson è simile a me, anche lui non è come lo descrivono.

Ho capito che Jackson non è un coglione ma è un ragazzo maturo, chissà che problemi ha a casa.
Non ho chiesto niente perché non voglio sembrare una invadente che non sa farsi i cavoli propri.

Quindi piaccio a Jackson e ora a me sta iniziando a piacere lui.

******
Allora Maeve e Jackson in questo capitolo si conoscono un po' e a Maeve comincia a piacere Jackson ma lei non sa come funziona una relazione, chissà cosa farà.

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