Pillole Di Frankolas

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Frank era indubbiamente il mago più saggio della sua età.

Probabilmente quel genere di persona che quando la vedi per la prima volta sai già che tipo è, almeno a grandi linee.

Portava i capelli corvini lunghi, gli occhiali poggiati sul naso leggermente all'insù e la sua fidata bacchetta di agrifoglio in tasca.

Da bravo Corvonero dimostrava di essere una persona molto ingegnosa, colta e creativa per certi versi, nonostante la poca passione per lo studio. Eccelleva in Aritmanzia (matematica per i babbani) e in Incantesimi.

Aveva pochi amici e in fondo voleva a tutti e cinque un bene dell'anima.

Tonno e Cesare erano due pazzi di Grifondoro: il primo era poco coraggioso, però molto determinato e orgoglioso, mentre l'altro era incurante del pericolo e piuttosto egocentrico.
Per questo motivo Frank si era sempre chiesto come mai il moro non fosse finito a Serpeverde.

In compenso nella casata di Salasar c'era finito Nelson, cugino acquisito del Cesu. Lui era un tipo un po riservato in apparenza e questo lo accomunava al riccio, ma se lo si conosceva bene si poteva scoprire una personalità alquanto esplosiva.

Dario invece era il suo compagno di stanza, un ragazzo con l'estro per la scrittura, un velato pessimismo (o forse realismo, punti di vista) e intelligenza non indifferente. Possedeva anche un certo talento come leader anche se sosteneva il contrario.
Quante discussioni stimolanti avevano fatto insieme!

E poi... poi c'era Nicolas.

Nic era un Tassorosso più piccolo di un paio d'anni piuttosto gentile, paziente e dolce, quasi un orsacchiotto vivente e lo adorava per questo.
Eppure nascondeva una forza di volontà che lo stesso Frank spesso non riusciva a comprendere.

A volte ci litigava quasi apposta: non era come con Dario, uno scambio di opinioni, piuttosto una sfida per portarlo allo stremo. Ovviamente senza mai superare certi limiti, ma pur sempre con una certa insistenza.
Non capiva da dove nasceva questa voglia di farlo esplodere, sapeva solo che non riusciva a fare a meno di istigarlo.

Quando però quella mattina il minore sbottó, il riccio rimase bloccato sul posto.

- La devi smettere, ok?! Non c'è la faccio più... - esclamò dopo qualche secondo di silenzio.

Soli nel bagno dei prefetti, faccia a faccia.
Il più grande non sapeva come comportarsi.

- Siamo amici da tanto ormai, non è il momento di finirla con le frecciatine e i battibecchi? Dovresti essere il più maturo di tutti noi nel gruppo. Che poi capisco ogni tanto per scherzare, però a volte sembra che mi odi veramente... -

Lo aveva tartassato tanto da fargli presupporre che lo odiasse?
Non voleva farlo soffrire davvero.

- Non dici niente? Avanti, Frank! Ti ho fatto qualcosa? Ho... ho bisogno di saperlo. - fece balbettando con gli occhi lucidi.

Il più grande però sembrava in trance: lo guardava negli occhi con la bocca semi-aperta e le braccia rigide lungo i fianchi.

- Va bene... ho capito, scus-

Neanche il tempo di finire di parlare e correre via che Nicolas si sentì tirare dentro a uno dei bagni.
Il tempo di rialzare la testa verso il riccio, che quest'ultimo poggiò le labbra sulle sue.

Fu un primo contatto leggero, un bacio a stampo.
Bacio che però aveva lasciato entrambi spiazzati.

Pochi millesimi di secondo e ripresero a baciarsi, questa volta in modo molto più serio e coinvolgente , senza però perdere quella ingenuità tipica del primo limone.

Frank alternava anche carezze e baci sul collo, dove per altro lasciò un paio di segni rossi.

Era così bello Nic, così puro e genuino.

Il corvino continuava ad ansimare: stava provando emozioni nuove che non facevano altro che sconbussolarlo.

Ma non voleva fermare tutto ciò, voleva continuare a ricevere quelle attenzioni tutt'altro che disinteressate rispetto a quelle dei giorni precedenti da parte del più grande.

Sentirlo premuto contro di lui poi lo emozionava non poco, merito di quella lieve stretta calda e rassicurante sulla schiena.

Quando dopo quella che sembrava una vita si separarono, rimasero fermi come baccalà fissandosi intensamente, ma con un certo imbarazzo.

- Quindi tu... n-non mi odi... giusto? -

-No, affatto! In realtà... - fece scompigliandogli i capelli con un espressione imbabolata.

-... credo tu mi piaccia, Nic. -

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