Era una guerra a più riprese la loro,litigi di diverse dimensioni,alcuni che facevano aprire il fuoco,con ripicche e vendette,altri che vedevano la fine nelle lacrime.
In questo caso un esercito aveva lasciato il campo di battaglia.
Il carattere di Yoongi sapeva essere particolare,scontroso,tenero,cattivo e dolce.
In quell'occasione,arrabbiato per qualcosa,o stanco e stressato,non se lo ricordava,aveva culminato la loro litigata con urla molto forti.
Hoseok tirò su la sedia che poco prima era stata lanciata a terra;stavano tutti dando una mano per sistemare il luogo dello scontro.
Jimin no.
Sapeva dove trovarlo,aspettare più o meno tempo non avrebbe cambiato nulla,quindi raggiunse il terrazzo al piano di sopra.
Era già buio,sotto,la città era illuminata e percorsa da linee di altre vite,qualcuna incrociata,qualcuna ancora no.
La loro era una matassa ingarbugliata,complicata,un caos,ma era bella.
Yoongi era in piedi,il viso semi illuminato dalle lucine che arredavano quello spazio e le guance rigate da alcune lacrime,quelle sconosciute,a cui Yoongi di rado dava il libera uscita.
Jimin gli andò incontro,camminando piano,quasi fosse sulla luna e leggero senza gravità,ma nella realtà così pesante e pieno di ansia.
Yoongi scuoteva piano la testa singhiozzando piano.
-ehi-sussurrò Jimin per richiamare la sua attenzione,poggiando poi le mani sul suo volto.
-mi dispiace,di aver urlato,di aver lanciato la sedia-singhiozzò più forte-questa cosa forse non funziona,perchè io non funziono,non vado bene per te,ti faccio del male,io-
-ti conosco Yoongi, guardami,guardami,ei,io e te dobbiamo stare insieme,dimmelo anche tu,io e te vogliamo stare insieme,perché non possiamo farne a meno-
Il più grande tirò su col naso per poi ricominciare a piangere.
-Yoongi,so ogni tua arma di difesa,e amo ogni tua singola faccia,non mi fai male,sei la cosa più bella che ho-sorrise.
Yoongi posò le sue mani su quelle del più piccolo e chiuse gli occhi.
-perdonami-disse piano.
-sai che lo faccio sempre-