Capitolo 6
La guerra tra il Clan Palumbo e Malpietro era cominciata e le strade di Napoli erano oramai dipinte di rosso, fuoco, proiettili, grida era il terrore, nessuno sapeva con chi allearsi e chi avesse un solo figlio lo teneva nascosto o lo portava lontano, io feci trasferire la mia famiglia e quella di mia sorella altrove e nessuno avrebbe mai saputo che non vivevano più a Secondigliano, anche Barbara si era allontanata e quando se ne andò tornai a sentirmi solo mi consolavo leggendo libri, mi soffermavo a leggere poesie che dieci anni fa mi aveva dedicato,mi soffermavo e ricordavo e ogni volta che pensavo a Paris at Night mi veniva in mente quando undici fa avevamo fatto lamore ,nascosti da tutto e da tutti tra le vecchie vele delle barche, lodore di salsedine e poi ceravamo noi che non riuscivamo a staccarci dal lungo bacio che ci teneva avvinghiati, accaldati.
Le mie mani che accarezzavano la sua pelle, liscia ,profumata e le mie narici si inebriavano del suo profumo, un misto di talco e di Versace , un profumo unico che ancora conservo nel mio cassetto, ricordo ancora i suoi baci,le sue labbra morbide e i suoi morsi sulle labbra che mi facevano impazzire, gemevo ad ogni bacio e ogni volta le stringevo i fianchi, lavvcinavo sempre con più voglia di farla mia, voglia di sentirmi dentro di lei, in poche parole la desideravo.
E fu così ci spogliammo lentamente, io che avevo dimenticato cosa fosse la serietà e lei non ragionava più, neanche un po, baby , oooh baby ,sembrava che la mia bocca sapesse dire solo quello ma sapeva che gusto avesse il monte di Venere di baby.
Lo squillo incessante del telefono mi risvegliò da quello stato di trans, mi passai nervosamente la mano nei capelli prima di rispondere a Gennaro.
-abbiamo quello che volevamo.- disse prima di riattaccare,mi alzai rapidamente dal divano e rapidamente mi cambiai infilando uno smoking che fosse degno di quel momento.
Non ricordo esattamente come guidai, o come non uccisi nessuno alla guida, ero troppo agitato, finalmente avevamo quello che volevamo da tempo.
Il vecchio deposito che usavamo come deposito di armi, mi sembrò la porta che mi avrebbe collegato alla felicità e soprattutto mi avrebbe fatto riavere una cosa la più importante di tutte, entrai dentro e mi sfilai gli occhiali da sole, adoravo quando cera poca luca, sembrava una scena di Onore e rispetto e noi lo avremmo torturato come avrebbe fatto Cosa Nostra ma solo che noi eravamo Camorristi e noi saevamo come farci ridare le cose, Don Gaetano era in piedi accanto al mio ostaggio e lo guardava con superiorità la stessa negli occhi di tutti i mafiosi, quella che cresceva ogni volta che guadagnavano terreno, ogni volta per strada quando si portava rispetto, in quel momento capì come Jasmine si sentiva ogni volta che la gente si piegava al suo volere.
- Natale è arrivato prima capo!- esclamò Totò sorridente,ricambiai dandogli una pacca sulla spalla e andai di fronte alla persona che stava legata alla sedia con un sacchetto in testa,la osservai , e anchio iniziai a sentire la superiorità farsi strada dentro di me era insaziante avrei potuto uccidere la persona di fronte a me ma non sarei stato sazio, volevo portarle via tutto, volevo fargli sentire come si quando si tocca il fondo.
-toglietegli il sacchetto.- ordinai,cercando un consenso con gli occhi di Don Gaetano e lo ebbi subito,rapidamente i ragazzi gli tolsero lunica cosa di poco valore che lo separava da me.
Guido Malpietro
Il capo di uno dei più forti clan mafiosi era seduto e legato davanti a me e io non avrei perso loccasione per umiliarlo e portargli via ciò che era mio.
-Finalmente.- dissi con una perversa nota di sadismo nella mia voce, non sembrava essere a disagio e neanche io, non parlai ma gli tirai uno schiaffo e poi un altro e un altro ancora e i ragazzi osservavano me riversare la mia ira su Guido Malpietro che rideva, per un istante mi soffermai per capire il perché ridesse.
- due mesi fa ti dissi che mi sarei ripreso ciò che era mio.- mormorai tirandolo dal colletto della camicia,rise ancora mentre un rivolo di sangue gli scendeva dallarcata inferiore.
- e pensi che cambierebbe qualcosa? – domanda poco pertinente pensai.
-pensi che lei accetterebbe di tornare con te? Aspetta prima di rispondere, lei non è una donna ma una trappola, e tu ci caschi ogni volta che pensi di riaverla tu caschi nella sua trappola e lei ogni volta ti blocca nella sua trappola.-
-lei non è una trappola , è colpa tua se è diventata così.-
-può darsi ,ma cosa cambierebbe lei è ancora con me,uccidimi e lei penserà ancora a me.-
Alzai la mano per colpirlo di nuovo, ma il suono di uno sparo ,mi bloccò lasciando il mio braccio a mezzaria,mi voltai e vidi Jasmine che camminava seguita da altri uomini armati e di Francesco , dimenticai Malpietro e subito la mia mano andò a estrarre la pistola.-
-pensavi che non sarei intervenuta.- disse passando la mano tra i capelli di Francesco,che le sorrideva, aveva sequestrato mio nipote e mille idee mi passarono per la mente, era ovvio che sarebbe stato uno scambio, non potevo sacrificare mio nipote, non sarei più riuscito a vivere senza di lui e il rimorso mi avrebbe ucciso.
-ti aspettavo.- mormorai -puoi riprenderti Guido, ma rivoglio Francesco.-
Sorrise beffarda, sorriso di Giuda, falso forse lei avrebbe ucciso Francesco, ma non riuscivo a prevedere le sue mosse, con un cenno della mano i ragazzi slegarono Guido e lui si alzò andando verso Baby , e lei lasciò andare Cecco che corse verso di me.
-portatelo via!-
Aspettai che il piccolo uscisse, una volta chiusa la porta tornai a guardare davanti a me, un occhio accecato dai sentimenti e laltro dallodio.
Spara.. Spara.Spara
Queste parole continuavano a girarmi nella mente senza sosta, sotto pressione, lo sguardo di Don Palumbo che mi guardava, degli altri , di Baby che non sembrava darmi tregua.

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Luce
RomanceCosa succede quando la mafia ci persuade che il potere e i soldi regalano stabilità e felicità? La risposta è nelle pagine di Luce, un'enigmatica donna paragonata a una trappola mortale e due uomini che tingeranno le strade di Napoli di rosso