5.

3 0 0
                                    

Delitto e castigo .

Barbara dormiva sul divano,io che guardavo l'unica foto di noi due che mi era rimasta,un momento spontaneo immortalato in una fotografia che sarebbe sopravvissuta agli anni,quando Federica l'aveva scattata eravamo distratti e ridevamo entrambi mentre dietro di noi si estendeva il mare azzurro di Capri.

La rimisi tra le pagine di Delitto e castigo e andai sotto la doccia avevo ancora la camicia sporca di sangue così come la guancia e dovevo darmi una ripulita,spensi la mente sotto il getto dell'acqua e non pensai lasciai che la mia coscienza preparasse un monologo da farmi dopo.

Avevo sparato ad un uomo a sangue freddo,mi sentivo male,un assassino ecco cosa ero diventato un fottuto e sporco assassino che sparava per dimostrare la sua determinazione.

Io avevo ucciso uno sconosciuto ma  Jasmine aveva ucciso i suoi genitori,suo fratello e sua sorella come riusciva a dormire la notte come faceva ad andare a depositare i fiori sulle loro tombe con la consapevolezza che gli aveva uccisi o aveva ordinato a qualcuno la loro esecuzione.

Come ci si sente ad aver ucciso la propria famiglia per liberarsi,come ha potuto Malpietro averla ridotta così e perché diventare sua moglie,perché rinunciare al nostro amore passionale per un mafioso,per i soldi forse, per il potere.

Cos'è il potere? Cosa significava per lei,il potere era indipendenza e rispetto,i soldi erano un altra forma di potere,lei aveva entrambi ma non era soddisfatta.

Uscì dalla doccia e trovai un libro sulla lavatrice,non ricordavo di averne letti ultimamente,era un libro con le pagine ingiallite e un odore familiare.

Il titolo del libro era Delitto e castigo,chiunque lo avesse messo lì sapeva dove colpire, e io già immaginavo chi poteva essere e ebbi la conferma quando lo sfogliai per capire chi l'avesse messo lì e all'ultima pagina una citazione mi lasciò a bocca aperta,riconobbi la calligrafia.

Una trepidazione senza oggetto e senza scopo nel presente, e nel futuro un sacrificio incessante, col quale però nulla avrebbe ottenuto; ecco quel che gli rimaneva al mondo. E che importava che, di lì a otto anni, ne avrebbe avuti soltanto trentadue ed avrebbe potuto ricominciare la vita? Perché doveva vivere? A quale scopo proporsi? A che tendere? Vivere per esistere? Ma un migliaio di volte egli era stato pronto anche prima a dare la sua esistenza per un'idea, per una speranza, anche per un capriccio. La semplice esistenza era sempre stata poca cosa per lui, aveva sempre voluto di più. Forse soltanto per la forza dei suoi desideri egli si era allora creduto un uomo a cui più che ad altri fosse permesso.

Lei era stata qui di nuovo e aveva lasciato un segno enigmatico,la copia di Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij era la prova,se solo fossi uscito prima dalla doccia avrei potuto parlarle senza dover sparare o essere sotto tiro.

La situazione era abbastanza enigmatica e io ero sommerso dagli enigmi e dal dolore per la perdita di Ciro e durante il funerale mi lasciai andare alle lacrime,nascosto dietro la chiesa.

Lacrime di frustrazione e di dolore,lacrime di chi non sapeva più come agire o come uscire fuori da una situazione,piansi fino a quando la cerimonia finì e io tornai insieme alla famiglia affianco a Don Gaetano ,che non mi fece domande.

Domande mi sorgevano spontanee in quel momento dove tutto sembrava un giro sulle giostre , lentamente e poi su e poi giù , poi tutto si fermò e lasciò spazio a un vuoto.

Cosa avevo fatto , uccidere un uomo , magari aveva figli , Gesù mi allontanai dal corteo funerario e iniziai a incamminarmi mi allentai la cravatta e mi passai la mano nei capelli nervosamente più di una volta senza rendermene conto mi trovai a camminare verso l'unico posto dove il mio cervello si disconnetteva , camminai ancora e poi corsi, come un'atleta verso il traguardo, rimasi ancora una volta impietrito nel vedere Baby seduta sulla panchina e sembrava quella di dieci anni fa , nessun autista, scorta, era lì a guardare persa a pensare a chissà cosa, niente tacchi ma delle semplici converse bianche ,niente tailleur ma solo una canottiera bianca e un paio di jeans blu denim, non sembrò accorgersi della mia presenza osservavo i capelli neri che ondeggiavano mossi dalla brezza marina.

-sapevo che saresti venuto qui.- mormorò voltandosi verso di me, guardandomi in maniera fredda come sempre come negli ultimi due mesi, mi grattai ancora la nuca e mi avvicinai fino a sedermi affianco a lei,

-sei stata tu a lasciare Delitto e Castigo ?- chiesi guardando davanti a me, sapendo di non essere capace di reggere il suo sguardo ipnotico e manipolatorio, si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi guardò con delusione, amarezza , malinconia.

- forse.- era un'amante delle risposte incomplete, tornò a guardare davanti a lei, un silenzio -perché hai ordinato l'esecuzione dei tuoi genitori?-

-perché li odiavo.- lo disse con una tranquillità da far venire i brividi, la guardai a occhi sbarrati, incredulo.

-vuoi anche sapere il perché io ti abbia lasciato?-

Era il momento della verità, oramai mi aspettavo tutto ma non riuscivo a prevedere le sue mosse, erano enigmatiche come lasciare la copia di Delitto e Castigo con una citazione scritta in fondo al libro era un messaggio, mi voleva fuori da quel gioco sporco fuori da quel gioco sporco, mi stava dando l'occasione di andarmene finché ero ancora pulito, e mi avrebbe detto una falsa verità per farmi allontanare da lei e odiarla ma non capivo perché la sua rassegnazione, io avevo fatto di tutto per poterla ritrovare e ora sembrava odiarmi.

-perché ti amavo ma al contrario tuo io ero troppo logica e razionale e tu non l'hai mai capito..-

-ho ordinato quell'esecuzione per essere libera e poterti di nuovo amare, ma c'era il prezzo da pagare ed era quello di stare con lui, prima che potessero uccidermi perché non ero vergine perché avevo fatto l'amore con te quella sera al faro, quella sera di undici anni fa, li uccise prima che mio padre premesse il grilletto e io accettai quel patto, io lo avrei protetto le spalle a lui e viceversa , li ho uccisi perché io potessi tornare ad amarti, ma non ci sono più riuscita ho amato Guido non perché ha ucciso i miei genitori liberandomi da quella prigione ma perché mi ha dato il potere, il denaro perché più ne si ha più si è importanti.-

Rimasi senza fiato, la ascoltavo e non ricordavo che li odiasse a tal punto di volerli morti e neanche che stavano per spararle, per un breve momento Guido assunse una sfumatura più colorata ai miei occhi, rosso, rosso sangue e Jasmine che colore aveva?

Nero, blu o grigio, nella mia prospettiva non vedevo colori chiari ma solo colori scuri.

- ami Guido Malpietro - non si capiva se era una domanda o un'affermazione, lei non rispose semplicemente mi guardò, per un breve istante e si alzò prendendo in mano la copia di Inferno di Dante,

-non cercare risposte,le hai davanti a te.- si voltò e imboccò la strada del ritorno, non riuscivo a vedere le risposte.

-tre fiammiferi...!Tre fiammiferi uno dopo laltro accesi nella notte...- si bloccò,quella poesia era come un richiamo e per qualche strano motivo si voltò e riuscì a vedere la corazza spezzarsi, ma si voltò di nuovo tornando sui passi.

Rimasi fermo,con le braccia lungo i fianchi,mentre una lacrima scese silenziosa....


LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora