No. No. No.
Non voglio che te ne vada. Resta, per favore. Resta con me.
Ma le parole che il maestro ha pronunciato in quella stessa stanza sono ancora lì, sospese nell'aria, a farle da scudo contro il sorriso rassicurante di Jon.
«Sì. Esci per favore» dice allora, sperando di non implorarlo di restare quando se ne andrà.
«San...»
«Ti prego di non chiamarmi così davanti ad altri.»
Non sa dove abbia preso tutto quel veleno, sa solo che vorrebbe smettere per lanciargli le braccia al collo. Jon sembra ferito. Arretra di un passo, e Spettro è subito da lui.
«Se preferisci, posso chiamarti Vostra Grazia anche in privato.»
Le difese di Sansa crollano. Sente le lacrime lambirle gli occhi. Vorrebbe confessargli tutto, chiudersi a chiave e dimenticare il resto del mondo.
«Come credi» mormora, sforzandosi di rendere convincenti quelle parole.
Jon sembra sconfitto. Piega le spalle in avanti e guarda a terra. «Si può sapere che cosa ho fatto?»
Niente. Assolutamente niente. Ma non posso permettere che mi tolgano la corona.
«Non lo sai?» Cerca di risultare il più arrogante possibile. Può odiare sé stessa, ma non vuole che Jon pensi davvero di aver sbagliato.
«Credo di saperlo» risponde Jon, contro le sue previsioni. Lo vede stringere forte i pugni, mentre Spettro gli lecca il dorso della mano. «E mi dispiace, Sansa. Mi dispiace davvero per quello che ti ho fatto. Se tu non avessi risposto al bacio, io...»
«Il bacio? Pensi che sia quello il motivo per cui ti sto cacciando?»
«Hai altri motivi per odiarmi?»
Come potrei odiarti? Io...
«E comunque io ti ho baciato per prima.»
Gira intorno al letto, reggendosi alle colonne. Sente ancora dolore, ma la paura di ferire Jon le fa dimenticare la ferita. Si ferma solo quando è a pochi passi da lui.
«Sei sicura? Credevo di essere stato io a baciarti.» Jon avanza verso di lei. «Pensavo ti fossi pentita.»
«Pentita?» Abbassa gli occhi sulla sua gola quando lo vede deglutire. Ha i primi bottoni slacciati, e Sansa allunga una mano per toccarli. «Non sono pentita.»
Sale con le dita sul suo collo, a sfiorargli i capelli e l'accenno di barba. Poi si perde nel nero dei suoi occhi. Sente lo stomaco contrarsi quando Jon le prende la mano. Un calore nuovo, che non ha niente a che fare con il riscaldamento del castello, scivola lungo il suo corpo, fino a incendiarle le viscere.
«Allora cosa c'è?» sussurra Jon.
«Mi credono debole» mormora. «Credono che sia succube di...»
«Di chi?» la interrompe Jon, alterato.
Basta lo sguardo di Sansa per rispondere. Jon stringe le palpebre, poi le lascia la mano.
«È assurdo» commenta, dandole le spalle.
«Lo so.»
Poi si volta verso di lei, e il fuoco che brucia nei suoi occhi non ha niente a che vedere con il desiderio.
«Non dovresti farti influenzare da certe dicerie.»
«Non mi faccio influenzare, infatti.»
«Volevi impedirmi di vederti!» esclama, le braccia al cielo. Spettro geme al suo fianco. «Per questo! Chiacchiere da taverna.»
«Non sono solo chiacchiere, Jon!» Sansa si appoggia alle sue spalle. «Vogliono nominare un nuovo Re! Vogliono sceglierlo tra i lord del nord.»
Jon si blocca all'improvviso, poi la afferra per le braccia. «Chi ti ha detto una cosa simile? Il nord è sempre appartenuto agli Stark. Grande Inverno non è mai stato senza uno Stark.»
«A parte quando Ramsay ha bruciato tutto... quando i Bolton si sono insidiati qui al castello.»
«C'eri tu...» sussurra Jon, e Sansa si chiede se sappia tutti i ricordi orrendi che quella frase le riporta alla mente.
«Vogliono portarmi via la corona, Jon. E non è uno scherzo.»
«Devi chiamarli. Manda a chiamare i lord e gli alfieri, chiedi il loro giuramento di fedeltà. Non potranno negartelo: sei la loro Regina. Fallo, prima che si mettano contro di te. Mostra loro la lupa che sei.»
Hai sangue Stark nelle vene, si ripete, mentre Jon la stringe.
Sente il calore del suo corpo, le sue mani sulla schiena, e i pensieri svaniscono.
Poi Jon abbassa le palpebre. «Perché non me l'hai detto?»
Sansa evita i suoi occhi. Stringe il farsetto nero tra le dita. «Perché è per te che è successo. O almeno, questa è la scusa.»
«Ma cos'ho fatto per inimicarmi il nord?»
«Dicono che mi hai plagiata. Che rivuoi la corona, e che non ti faresti problemi a rubare la mia... virtù, per averla. Anche se forse hanno dimenticato che ci ha già pensato Ramsay a farlo.»
Vede Jon arrossire. Sente le sue mani sui fianchi sfiorarla appena. Perché in quello che pensano i lord c'è un fondo di verità: Jon la desidera. Ma quello che forse non sanno è che per Sansa è lo stesso.
«Non voglio la corona.»
«Lo so.»
«Però è vero che ti voglio, San. Anche se il potere non c'entra nulla. Direi che è un peso, perché se fossimo solo due contadini, a nessuno importerebbe di noi.»
«Potremmo stare insieme» sussurra Sansa, accarezzandogli una guancia.
«Se non fosse per il mio giuramento... ho giurato, Sansa. Non mi è permesso prendere moglie.»
Sansa gli afferra il volto tra le mani. «Bene» dice, sentendo il suo respiro bollente sulle labbra. «Perché io non voglio più essere la moglie di nessuno.»
N.d.A.:
Nel prossimo capitolo non compariranno Sansa, Jon o Brienne. E nemmeno Bran. Sarà interamente dedicato ad Arya. Diciamo così. In realtà sarà grazie a lei se scopriremo diverse cose. Sarà più lungo degli altri (per questo non ho potuto aggiungere parti con Sansa e Jon!), ma mi è stato impossibile tagliarlo.
Spero di sentirvi! E intanto grazie mille, davvero, a chi continua a leggere, recensire e a chi ha aggiunto la storia alle seguite. Grazie di cuore.
STAI LEGGENDO
La voce dell'Inverno
FanfictionJon/Sansa | Post ottava stagione | link video nel prologo Sansa regna in solitudine sul nord quando riceve la visita di Jon Snow, venuto a renderle omaggio. Rivederlo la fa sentire ancora più sola, così decide di chiedergli di restare. Dai prossimi...