31 ottobre

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La notte nessuno riuscì a chiudere occhio e quando i primi raggi del sole illuminarono il cielo del mattino, sentirono un certo senso di leggerezza. Allison si appoggiò alla spalla di Alan e si addormentò. Sara e Madison dormivano già da pò e Ryan era sul punto di svenire dal sonno. L'unico a non avere per niente sonno era proprio Alan. Si alzò, appoggiando delicatamente la testa della ragazza sul cuscino e si diresse lentamente al bagno. Appoggiò l'orecchio alla porta per sentire se c'era qualcuno e poi aprì la porta. Si sciacquò la faccia e alzando gli occhi si vide davanti il volto di un lupo umanoide con occhi color arancione fuoco e con zanne affilate. Il ragazzo si spaventò e appena si allontanò dallo specchio, il suo volto tornò normale. Si asciugò il volto e tornò dagli altri. Il sole ormai aveva preso il posto della luna e illuminava un cielo azzurro. Non c'era neanche una nuvola. Si affacciò dalla finestra e controllò che non ci fosse nessuno. Aprì la porta e sull'esterno della porta c'era un simbolo formato da tre spirali unite al centro, proprio come quello che aveva descritto il signor Senclere. La cosa che fece più paura era il fatto che era inciso profondamente e non era una sola linea, ma tre linee a distanza di dita allargate. Alan si guardò intorno cercando qualcosa o qualcuno anche tra gli alberi lontani, ma non c'era niente. Tornò dentro e svegliò gli altri. "Ragazzi dobbiamo andare via di qui!" disse allarmato. Andò al piano di sopra e cominciò a preparare le valigie. Allison lo seguì quando si accorse che il ragazzo stava piangendo. Lo fermò e prese il volto tra le mani. "Alan respira, stai tranquillo!" disse dolcemente Allison. Alan cominciò a piangere a dirotto. "Non posso! Dobbiamo scappare, ora mi ricordo perché non sono più venuto qui" spiegò. "Questo è l'ultimo giorno, dopo la festa andremo via" disse Allison. La festa. Alan se n'era completamente dimenticato. Madison bussò alla porta e con una voce leggerissima disse: "Scusate se vi interrompo. Alan vorrei tornare a casa, mi potresti accompagnare alla stazione degli autobus?" Alan, asciugandosi le lacrime, annuì. Sulla strada trovarono un posto di blocco. La polizia li fermò. Fecero i soliti accertamenti e poi li lasciarono andare. La stazione degli autobus era distante qualche chilometro dal paesino, ma era l'unico mezzo per andare via. Passarono davanti ad un pascolo dove di solito c'erano le pecore e quello che trovarono fu un bagno di sangue e organi e corpi di pecore sparsi ovunque. Madison quando vide quell'orrore, abbassò lo sguardo. Arrivati, Madison prese il biglietto e si diresse alla fermata. Alan e gli altri andarono da lei. Il bus arrivò presto e ai saluti, Madison guardò negli occhi di Alan e disse: "Non cadere nello stesso inganno del passato, combatti e distruggi l'antica maledizione" poi salì sul bus e se ne andò. Alan rimase pietrificato. D'un tratto tutto tornò. Rivisse con la mente tutto ciò che avevano vissuto dal primo giorno che erano arrivati e ricollegò tutto con il suo passato. A pranzo tornarono a prendere le valigie e andarono in paese. Lasciarono la baita con il cuore di Alan a pezzi. Quella mattina sembrava che tutta la felicità del mondo fosse stata spazzata via, come polvere col vento. Mentre andavano in paese, Allison cercò di consolare Alan con qualche sguardo, ma il ragazzo era perso tra i suoi mille pensieri e era concentrato sulla guida. Come ogni mattina da cinque giorni a quella parte, il sole venne nascosto dalle nuvole facendo filtrare ogni tanto una luce flebile. Quella mattina il paesino era davvero cambiato. Era molto più taciturno, misterioso e terrorizzato. Il mercato non era più il mercato. I mercanti non erano più energici come una volta. Non richiamavano più la gente per comprare la merce, anzi meno parlavano, più si sbrigavano a dare il resto e meglio era. Il vecchio forno del paese era l'unico luogo che donava un pò più di gioia a quel triste quadro. In lontananza si cominciarono a sentire rombare tuoni e ogni tanto qualche lampo squarciava le nuvole. La gente cominciò a correre per tornare a casa prima di bagnarsi. Quando cominciò a piovere i quattro si ripararono sotto il portico del comune. Ryan e Sara erano seduti abbracciati a guardare la pioggia. Ogni tanto le palpebre calavano, ma quando tuonava i due si svegliavano. Allison si era appoggiata ad un'altra colonna e si era addormentata. Alan era immerso nei suoi pensieri mentre guardava fisso nella pioggia. Un pensiero poi fece distaccare la mente da tutto il resto facendo portare l'attenzione su una sola cosa. Allison. I capelli mossi erano appoggiati su una spalla e il volto dalla carnagione abbronzata gli fece tornare in mente tutti quei momenti felici che avevano passato quell'estate. Un rombo di tuono la svegliò. Si girò verso Alan e notò che una lacrima gli aveva rigato il viso. Il ragazzo si voltò verso la tempesta mentre altre lacrime scivolavano sul volto triste. La ragazza lo abbracciò. "Va tutto bene" disse in un sussurro all'orecchio. "Ho paura" confessò Alan. "Non voglio che ti succeda qualcosa!" continuò. Allison lo guardò dritto negli occhi e con voce molto sicura e calma rispose: "Non succederà niente di male, credimi. Qualsiasi cosa stia succedendo, tu la vincerai" poi dopo averlo baciato disse: "Io credo in te!" In quel momento, Alan venne trasportato con la mente in un altro luogo. Era il sentiero al di là del ponte che unisce il paese con il bosco oltre il fiume. Tra quegli alberi dall'aspetto sinistro, vide una lapide con su inciso qualcosa. Si trovava al centro di un cerchio di pietre megalitiche. Una voce sussurrò qualcosa del tipo: "Alan falla finita!". Non c'era niente altro. Notò solo una croce celtica e u simbolo con tre spirali unite al centro. Alan tornò in sé e si alzò. "Aspetta dove vai?" chiese Allison seguendolo sotto la pioggia. Alan si fermò e dopo poco si girò. "Devo portare a termine un cosa". Il volto di Alan era cambiato. Sembrava che la pelle si fosse illuminata e gli occhi avessero ritrovato quel lume di coraggio e rabbia. Quando si muoveva, sembravano quasi cambiare colore. "Vengo con te!" disse Allison allarmandosi. "No, tu devi rimanere qui al sicuro..." Allison cominciò a piangere. Ryan e Sara stavano vedendo tutto al riparo dalla pioggia. "Ryan proteggile" l'amico annuì. Il ragazzo si girò quando Allison lo bloccò per la mano e disse: "Torna da me!" poi lo lasciò andare. Corse sotto la pioggia e si rifugiò in una chiesa poco distante di lì. Alan pregò nel silenzio della chiesa e dopo un pò  un forte vento caldo spalancò il portone e irruppe spegnendo tutte le candele sotto la statua. Il ragazzo corse a chiudere le ante. Rimase fermo a guardare il semplice altare di fronte a lui. L'unica cosa sfarzosa era il calice in argento scintillante. Poco dopo, Alan scivolò nel passato con la sua mente. In quel momento ricordò la nonna che li raccomandava di non girare mai la collina vicino alla baita. Poi scivolò a tre anni prima. Pensò alla morte del nonno, del padre, dello zio e dei suoi due cugini, in  un incendio misterioso nel bosco. Camminando lentamente verso una panca, pensò e ipotizzò che l'incidente dei suoi parenti avvenne proprio in quella casa. In quel momento ricordò il sogno di Allison. Qualcosa nella sua testa però diceva che non poteva essere andato così. Cominciò a ricollegare tutto, ma rimasero tre interrogativi a cui mancava una risposta. Di chi era quella casa? Chi è che li ha uccisi e perché lo ha fatto? Si mise seduto e rimase in silenzio a pensare. Mise una mano nella tasca del giacchetto e trovò una collanina con un ciondolo. Era lo stesso simbolo che aveva trovato sulla porta. Non ricordava di averne una e in tal caso non ricordava neanche chi gliel'aveva data. Tra i mille pensieri, una voce dolce, come quella della madre, disse in un sussurro: "Ti proteggerà!" Era strano. In quel momento affiorò un ricordo di quando aveva tre anni. La mamma e il papà stavano giocando insieme a lui quando si dovettero staccare per un pò. Poi arrivò il nonno che gli diede la collanina e disse: "Questo è il simbolo di famiglia, portalo ovunque andrai". Se sia il padre, che il nonno erano morti, chi lo aveva inciso sulla porta? Decise di tornare da gli altri, ma quando uscì fuori, qualcosa all'angolo della chiesa attirò la sua attenzione. Aveva l'aria di una mano enorme con dita lunghe e armate di artigli. Incuriosito si avvicinò lentamente, ma questa scomparve. Corse all'angolo della chiesa e lentamente si affacciò. La pioggia e la nebbiolina camuffavano una strana figura nel bosco alta quanto un armadio. Quando uscì allo scoperto, nella penombra del bosco, Alan vide due occhi rosso sangue accendersi e subito dopo l'essere cominciò a correre. Alan capì che era la creatura che stavano cercando e perciò cominciò a corrergli dietro. Saltando tronchi, rami secchi e schivando pozze di acqua piovana, Alan riusciva a stargli dietro senza difficoltà. Dopo un pò, la creatura uscì dal bosco e passò in una radura priva di alberi, dove erano posizionate a cerchio dodici pietre megalitiche e una un pò più bassa al centro. La creatura si fermò davanti quest'ultima e la graffiò, poi continuò la corsa rientrando nel bosco. Alan non uscì subito dal da dietro il cespuglio. Rimase nascosto aspettò che l'essere se ne fosse andato. Lentamente andò a vedere cosa fossero quelle pietre. Ogni pietra aveva un simbolo e sotto ogni simbolo c'erano delle scritte. Si avvicinò alla pietra al centro e notò che la bestia aveva graffiato il simbolo. Era lo stesso simbolo del ciondolo. Ogni pietra aveva un simbolo che rappresentava i nomi che erano incisi sotto. Sotto al suo simbolo, l'unico nome che riconobbe, era quello del nonno. Frank MacLeod. Alan girò intorno alla pietra e dietro trovò un'altra incisione molto lunga, che diceva: 

L'Antica MaledizioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora