Paura in biblioteca

2 0 0
                                    

Le lunghe attese da incubo erano finite e l'ora di pranzo si stava facendo sentire. Insieme andarono ad un pub a mangiare. Mentre mangiavano, Sara rimase in silenzio e fu l'unica che mangiò meno di tutti, quasi non toccò cibo. Era immersa in mille pensieri. Alan e gli altri, invece, sembravano essersi dimenticato di tutto ciò che aveva vissuto. Nel gruppo sembrava essersi risollevato il morale, anche se non del tutto. Scappò qualche battuta con qualche risata che purtroppo non colpirono molto Sara. Rideva silenziosamente ed era persa trai mille pensieri e scene che le frullavano nella testa. Finito il pranzo decisero di andare alla baita. Sara si mise seduta sul molo a guardare i pesci che nuotavano sotto i sui piedi in silenzio. Ryan la raggiunse e parlarono di tutto ciò che accadde nell'ospedale. "Sta succedendo qualcosa me lo sento. Le visioni, eventi strani e quel ragazzo morto... Secondo me sono tutti collegati tra di loro. C'è qualcosa che sfugge alla polizia e che non è normale" disse Sara. Ryan la capì e fu d'accordo anche lui con il suo pensiero. "Dobbiamo capire cosa sta succedendo!" disse Ryan. "Da dove partiamo?" chiese Sara. Rimasero un attimo in silenzio, poi Ryan si ricordò ciò che Alan aveva detto ad Allison della casa nel bosco due giorni prima. "Dovremmo andare a sentire che cosa ha da dire il signore Senclere" disse Ryan. Sara annuì. 

Partirono alla volta del signor Senclere e per strada si fermarono attirati da un giornale. In prima pagina c'era scritto:

"Messaggio della sera 

Strani versi ed eventi nei boschi"

Comprarono il giornale e lessero: 

        "Il ritorno dello strano animale sta creando confusione tra i cacciatori che hanno denunciato la scomparsa della selvaggina  famosa di queste terre. La protezione animali sta indagando su questa leggendaria creatura, mai vista fisicamente, che già in passato aveva portato scompiglio e terrore nella cittadina. La creatura è ancora oggi ricercata per la morte di due uomini, tre anni fa. Si invitano tutti i cittadini di rientrare nelle proprie abitazioni o in locali al crepuscolo. Chiunque avvista strani movimenti nel bosco è pregato di avvisare la polizia o la protezione animali"

I due lessero attentamente e decisero che quell'articolo era la prova ufficiale della loro indagine. Continuarono diretti verso il testimone. Ryan non riusciva a togliersi dalla testa la visione della bibliotecaria morta e lasciata nella sua pozza di sangue. Scrollò la testa e senza accorgersene aumentò la velocità gradualmente. Il cielo nel frattempo si stava annuvolando e sembrava che la felicità del mondo fosse andata via col vento. Anche Sara era immersa nella memoria della visione che aveva avuto quella mattina in ospedale. Dopo un pò giunsero al margine tra il bosco e il villaggio, davanti ad una casa piccola, molto vecchia e con una parte del tetto a pezzi. I due ragazzi scesero dall'auto e si scambiarono un'occhiata non molto convinta. "Forse abbiamo sbagliato strada" disse Ryan ma la supposizione venne subito smentita dall'indirizzo scritto sulla cassetta della posta accanto al cancelletto. Presero tutto il coraggio e la prudenza che avevano e suonarono al campanello, ma non funzionò. Chiamarono l'uomo a voce e poco dopo un uomo anziano vestito di abiti vecchi e macchiati e con una pipa in bocca, si affacciò e chiese con aria brusca: "Chi siete?" Sara cercò di rispondere ma venne interrotta dall'uomo: "Siete altri che mi vogliono prendere in giro? Andatevene prima che prenda il fucile" l'uomo stava per richiudere la porta quando Ryan disse: "Siamo venuti per sapere che cosa erano quegli esseri!" L'uomo si fermò e si girò guardandosi intorno come se quello che aveva detto Ryan avesse evocato qualche mostro malvagio che sarebbe comparso istantaneamente. "Entrate!". Quando entrarono dentro rimasero sconvolti dalle condizioni in cui viveva quel povero uomo. Le pareti erano ammuffite, la sala aveva il tetto distrutto, i corridoi pieni di calcinacci e sui mobili ammuffiti c'erano o vasi con fiori secchi o foto gialle per l'umidità. L'uomo li portò in una stanza dove una piccola stufa vecchia ardeva legna umida, sprigionando così tanto fumo da invadere tutta la stanza. Davanti c'era una poltrona vecchia con una coperta sopra e un mobile con delle foto mantenute bene. Erano gli unici due mobili che non erano ammuffiti o distrutti. Prese due sgabelli e li mise vicino alla stufa davanti alla poltrona. Il calore era piacevole e in quella casa mezza distrutta era molto accogliente. Si misero seduti. L'uomo si scusò e poi si fermò a guardare le fiamme che cercavano di ardere il legno. "Cos'è successo?" chiese Ryan incuriosito della storia di così tanto dolore e degrado. Il signor Senclere spiegò che dopo la morte della moglie e dei figli in una frana poco distante dal paese, non aveva più niente per cui vivere e così si era lasciato andare. Dopo una pausa di silenzio, Sara chiese dolcemente: "Ci può raccontare cosa ha visto quella notte?". L'anziano abbassò lo sguardo e poi lo rialzò subito: "Era una sera di dicembre e come ogni giorno da quando sono rimasto solo, ero al pub a bere qualche birra. Il pub si trovava vicino ad un ponte che collega il paese con il bosco. Ricordo ancora l'aria gelida che si ghiacciava sulla mia pelle e la neve che scendeva ricoprendo tutto di bianco. Il fiume scorreva con più forza e con più acqua del solito. Nel cielo limpido tra le stelle brillava la luna piena..." appena l'uomo disse "luna piena" Sara si girò e scambiò un'occhiata per sottolineare ciò che aveva detto a Ryan. "Stavo tornando a casa quando decisi di fermarmi per fare i miei bisogni sul fiume. All'improvviso dall'altra parte sentii come due cani che stavano combattendo. Poco dopo, un essere grande, muscoloso, alto e peloso, venne scaraventato nell'acqua gelida. Si girò per vedermi e quando incrociai il suo sguardo, vidi che il suo viso aveva sembianze umane e anche canine. I suoi occhi erano azzurri come il mare nei giorni più belli d'estate. L'altro, invece, aveva peli neri su tutto il corpo e due occhi rosso sangue" lo sguardo irrequieto dell'anziano cadde sul fuoco. Continuò dicendo:"L'essere dagli occhi azzurri che mi voleva salvare la vita, prima d'inspirare il suo ultimo respiro, si trasformò in umano e mi disse quasi in un bisbiglio di scappare e io ovviamente non me lo feci ripetere due volte" fece una breve pausa e poi continuò: "Nessuno mi ha mai dato ascolto ma è la pura verità... certe cose l'alcool non le può neutralizzare" Sara prese un quadernino e chiese: "Mi può descrivere l'uomo che si era trasformato?" L'uomo cominciò a parlare, mentre Sara scriveva: "Non era un uomo era un ragazzo giovane, avrà avuto sui venti trenta anni, aveva cappelli neri, un viso magro e dei lineamenti molto rettangolari. Gli occhi erano di un nero lucido e aveva un segno particolare sul dorso della mano destra... erano tre spirali che si collegava al centro" Sara fece un disegno del segno che gli aveva descritto Senclere e poi lo mostrò. "Era proprio quello! L'hai visto da qualche altra parte?" Sara scosse la testa, ma non ne era certa. Chiesero se c'era altro, ma l'uomo scosse la testa. I due ragazzi ringraziarono l'uomo e uscirono dalla casa. Ryan e Sara salirono in auto e partirono senza dire niente. Le strade erano vuote e il cielo si era rabbuiato. Qualche lampione illuminava alcuni tratti di strada. I ragazzi rimasero stupiti dalla velocità del cambio di tempo. Un attimo prima c'era il sole, adesso cominciavano a scendere dal cielo delle gocce piccole e leggerissime. Sembrava quasi nevischio. Sara era immersa tra mille pensieri mentre rileggeva qualche appunto di ciò che aveva detto il signor Senclere. Alzò lo sguardo un attimo dopo  e si ritrovò sulla strada della biblioteca. "Ryan cosa ci facciamo qui?" chiese la ragazza. Ryan chiese: "Qui dove?" poi fermò l'auto davanti alla biblioteca. "Oh... beh... non lo so di preciso" continuò stupito. Intorno a loro non c'era anima viva, solamente silenzio. D'improvviso Ryan udì qualcosa. "Lo senti?" chiese. La ragazza cercò di attizzare l'orecchio e disse sottovoce: "Sentire cosa?" Ryan stava guardando l'ingresso della biblioteca e disse, scendendo dall'auto: "Non mi piace!" Sara non capiva e continuava a chiamarlo. Solo quando scese capì cosa stava dicendo Ryan. Si sentiva un respirare affannato di una donna e un leggero odore di sangue. Ryan si avvicinò a Sara e gli disse: "Tu rimani in macchina se tra dieci minuti non mi vedi tornare, chiama i soccorsi!" "Non ci penso per niente. Vengo con te!" rispose con un filo di paura nella voce. Presero una torcia e s'incamminarono su per i gradini bagnati della biblioteca. Il portone era aperto, cosa al quanto strana in quanto era ora di chiusura. Ryan aprì delicatamente il portone con il gomito per non lasciare impronte ed entrò lentamente allungando l'orecchio. Entrarono e trovarono i giornali dell'archivio sparsi in tutta la biblioteca. Camminarono attaccati al muro coprendo con la giacca la torcia per formare una penombra e per non segnalare la loro presenza nell'edificio, quando udirono di nuovo quel respiro affannato e la puzza di sangue. Fecero molta attenzione e continuarono a camminare il più silenziosamente possibile. Arrivarono davanti alla scalinata per andare al piano di sopra, ma qualcosa li fermò. Anzi fermò Ryan che cominciò a camminare lentamente verso il ripostiglio e la cui porta era socchiusa. Ryan si affacciò ed ebbe un dejavù. La bibliotecaria era a terra in una pozza di sangue, proprio come la visione che ebbe. Gli occhi spalancati pieni di lacrime erano rivolti a vedere verso la parete, mentre il viso era coperto di sangue. Muoveva ancora la bocca e sembrava sussurrare qualcosa. Ryan si avvicinò e sentì "Non so dove siano andati, lo giuro...". Detto ciò tacque. Aveva un buco tra la clavicola e la scapola e la gola era stata tagliata. Una lacrima scese dolcemente sulla mano del ragazzo che vide letteralmente tutta la vita della povera ragazza. Era nata orfana dei genitori, mal trattata da tutti soprattutto dalla direttrice dell'orfanotrofio, sola e impaurita in quel mondo crudele. Un'ondata di tristezza calò nella stanza. Ryan diede un'occhiata al ripostiglio e dopo essersi accertato che non c'era nessuno, chiuse lentamente la porta e si mise ad origliare. Sara appena visto il corpo si buttò addosso ad una parete con le mani alla bocca per lo spavento e gli occhi sgranati. Nel resto dell'edificio sembrava non esserci nulla se non altro che il silenzio. Quello che sembrava nevischio si appesantì trasformandosi in pioggia leggera che picchiettava la piccola finestra del ripostiglio. Ryan si accovacciò tirandosi giù Sara cercando di calmarla il più silenziosamente possibile. Un lampo illuminò la stanza seguito subito dopo un tuono potente che fece vibrare tutte le finestre. Di punto in bianco, tutto tacque e l'unica cosa che sentirono furono solo dei passi pesanti nel corridoio. Non era un umano. Era un animale quadrupede. Si fermò davanti la porta dopo un attimo di silenzio e ringhiò molto forte. Sara aveva le lacrime grosse agli occhi e pure Ryan tremava dalla paura. Prese lentamente un manico di ferro e si preparò a difendersi. Da sotto la porta entrò un pezzo di giornale, come se fosse stato spinto e non si sentì più niente per i seguenti dieci minuti. Il ragazzo prese il telefono e mandò moltissimi messaggi di aiuto ad Alan e Allison. Pensò di abbassare al massimo la suoneria del telefono e lo spense, quando un altro tuono fece vibrare di nuovo tutto, questa volta accompagnato da una pioggia più pesante e un vento molto più forte. Appoggiò di nuovo l'orecchio alla porta e non sentì niente. Fece qualche altro giro di chiave e poi si discostò per chiamare la polizia. "Polizia, possiamo aiutarla in qualche maniera?" chiese il centralino. "Siamo intrappolati nel ripostiglio della biblioteca con il corpo della bibliotecaria a terra e un animale feroce che gira per i corridoi, chiediamo il prima possibile un aiuto e avvisiamo di portare le armi" riattaccò e in meno di dieci minuti si sentirono le sirene della polizia. "Uscite fuori o altrimenti dovremo fare uso delle armi!" dissero al megafono. Poco dopo, una pattuglia di polizia armata entrò e arrivarono al ripostiglio. Prima di aprire la porta, Ryan prese l'articolo di giornale, abbracciò Sara e la calmò il più possibile.

Fecero accomodare sulla panca Sara mentre Ryan spiegò tutto alla polizia. La ragazza venne rapita da qualcosa nel corridoio buio vicino il ripostiglio. Si alzò e si avvicinò facendo luce col telefono. Vide disegnato sulla parete una fiamma formata da tre spirali la cui fine era rivolta verso l'alto. Era color sangue. Sara prese il taccuino e lo ridisegnò. Era diverso dall'altro segno che era stato descritto da Senclere. Arrivarono Alan e Allison. Sara rimase immobile a pensare poi qualcosa la chiamò nel corridoio. Sulla parete, dopo il simbolo,c'erano dei graffi che continuavano nell'oscurità fino ad arrivare davanti a quegli occhi rosso sangue del racconto, poi qualcosa le saltò addosso.Fece un piccolo urlo e s'inginocchiò a terra. Ryan e gli altri corsero da lei."Dammi il giornale!" ordinò al ragazzo impaurita. Lo aprì e la foto dell'articolo le fece venire la pelle d'oca. "Cosa diavolo è questo?"chiese indicando una sagoma sfogata in bianco e nero enorme con due punti bianchi. Il poliziotto apparve alle loro spalle. "Tutto bene?" chiese sospettoso. Sara annuì. Nel frattempo la bibliotecaria venne portata fuori dall'edificio coperta da un lenzuolo bianco. Sara fermò i due uomini e chiese di vederle il braccio destro. Esaminò attentamente ogni parte del braccio fino a quando trovò il suo sospetto. Sul polso aveva lo stesso simbolo dell'uomo morto nel fiume. Però ancora non era convinta dell'estraneità di quel simbolo.Lo aveva visto da qualche altra parta ma non ricordava dove. Alan si girò su sé stesso per vedere l'enorme biblioteca dove da ragazzo la nonna lo portava quando doveva studiare. Ad un certo punto sentì puzza di bagnato. Seguendo l'odore trovò delle impronte enormi di una bestia che non aveva mai visto prima, che si dirigevano verso la finestra. Si avvicinò e vide che si affacciava sul fiume. Abbassò lo sguardo e vide l'impronta di sangue di una mano umana sul telaio della finestra. "Agente da questa parte!"chiamò. L'uomo corse con una torcia ed esaminò le impronte. "Impronte di animali e di mani umane. Sembra che un custode di uno zoo sia uscito a fare una passeggiata al chiaro di luna..." disse l'agente con sguardo pensieroso rivolto agli indizi. Rimase un attimo in silenzio fino a quando di punto in bianco, sbiancò. "Che diavolo sta succedendo!" esclamò quasi con un velo di terrore mischiato con un pò di curiosità. Aprì la finestra e si affacciò. La pioggia, ormai fermatasi, aveva cancellato le impronte nel fango. L'uomo disse ad Alan: "Per adesso potete andare, per eventuali domande vi contatteremo. Qual è il vostro indirizzo?" Alan rispose, ma al poliziotto non piacque. "Avete sentito qualcosa di strano in questi ultimi tempi nel bosco?" chiese cupo. Alan ci pensò per qualche secondo e poi negò. L'agente lo lasciò andare, ma prima disse un'ultima cosa: "Ci sono stati segnalati molti eventi strani in quei boschi. Vi consiglio di starne il più lontano possibile e la notte di chiudervi in casa con le luci spente!" dopo ciò Alan tornò dagli altri. Salirono in auto e partirono. Nell'auto no si respirava più quell'atmosfera serena del primo giorno. La tensione era salita alle stelle e si percepiva come una presenza oscura. Stranamente la strada per arrivare alla baita era asciutta, ma il cielo era coperto. Poco prima discendere Alan disse: "Sta succedendo qualcosa e la polizia si è raccomandata di stare attenti e di chiudersi in casa con le luci spente. Siate pronti a tutto" arrivarono alla baita. Erano le 22.30 e Madison era ancora in piedi. Era nella sala davanti al camino ardente a leggere un libro. Entrarono di corsa e cominciarono a chiudere tutto a chiave. "Cosa sta succedendo?" chiese Madison. Nessuno le rispose. Correvano avanti e indietro a chiudere ogni porta a chiave e posizionando mobili in modo da bloccarle. Chiusero le tende del piano di sopra e chiusero ogni stanza a chiave. Alan prese un secchio e lo riempì d'acqua che gettò nel camino per spegnere il fuoco. Si ritrovarono tutti e cinque nella sala al buio. L'unica luce che illuminava la casa, era quella della luna piena che stava facendo capolino da dietro le nuvole. Man mano che questa usciva e illuminava la sala, una fragranza dolce invase lentamente tutta la stanza. Si chiesero cosa fosse quel profumo e girando per la casa, Sara si ricordò che era la piantina che aveva comprato al mercato. Nella sua mente riecheggiarono le parole della fioraia. Sembrava stupido, ma dopo tutto ciò, che forse aveva capito, quella era l'unica loro salvezza. Prese la piantina e la posizionò al centro della sala. I ragazzi si riunirono tutti intorno alla pianta che oltre ad emanare profumo, emanava luce argentea. Ryan tirò fuori il giornale che avevano comprato e lo fece leggere ad Alan ed Allison. Poi Sara prese l'articolo che avevano trovato sotto la porta del ripostiglio e lo pose davanti agli amici. Ryan e Sara spiegarono un pò ciò che avevano vissuto e ciò che avevano scoperto e alcuni dubbi vennero confermati da Alan quando raccontò quel sogno prima di sentirsi male. Allison sentendo i vari racconti, disse anche lei la sua. L'unica che rimase in silenzio, fu Madison che aveva un'aria al quanto strana. La ragazza si affacciò da dietro il divano per vedere la luce della luna piena che rifletteva sul lago e disse qualcosa in una altra lingua che nessuno capì. 

L'Antica MaledizioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora