"No aspettate, non vorrete dire che la mia famiglia c'entra con tutto questo?" disse Alan. "I fatti non mentono!" disse il sergente, coprendosi la mano con la manica del giacchetto. In quel momento il morale dell'uomo si era un pò più sollevato. Sara notò tutto ma non disse nulla. Allison rimase per un attimo perplessa e si girò a vedere fuori dalla vetrina del bar. La gente scappava impaurita da qualcosa. Correva per le strade in silenzio. "Ragazzi qualcosa non va!" esclamò alzandosi. Sara guardò la vetrina e scivolò nella visione dell'ospedale. Il tempo buio, gli addobbi per Halloween... Tutto tornava. "Dobbiamo andare tutti via da qui. Sta venendo" disse terrorizzata. Il sergente non ci pensò su due volte e guardando la gravità della cosa, ordinò a tutte le persone che erano nel locale di andare via. Il gruppo si mimetizzò nella folla e uscirono tutti insieme. Si allontanarono il più lontano possibile e il più veloce possibile. "Ma che cosa vuole da me! Perché mi ha portato in quella radura" chiese Alan non appena furono al sicuro. "La leggenda narra che solo il migliore amico o un erede della famiglia di quest'ultimo, può spezzare la maledizione e liberare le tredici postazioni" disse Ryan. "Ma come!". Nessuno sapeva più nient'altro. La risposta silenziosa venne spezzata dall'urlo di un bambino. Si affacciarono da dietro l'angolo e videro l'unico bambino che correva nella strada deserta. La pioggia bagnava tutto e offuscava quasi la vista per quanto era fitta. Alan alzò lo sguardo e vide il mostro che correva sui tetti, intento a prendere il bambino. Il bambino continuava a correre e quando si avvicinò all'angolo dove erano nascosti, Alan lo strappò via dalla strada. Gli mise una mano sulla bocca e lo abbracciò per immobilizzarlo. Si sentiva ancora correre sulle tegole delle case. Poi di nuovo quel verso che aveva sentito nel bosco. Rimasero immobili per qualche minuto. Dopo poco l'unica cosa che si sentiva, era il rumore della pioggia. Alan si abbassò e guardando il bambino negli occhi disse: "Tranquillo sei al sicuro!" l'altro lo guardava con sguardo pieno di panico. "Come ti chiami?" chiese dolcemente al bambino. "James" Alan continuò, guardandosi intorno e anche sui tetti: "Sai cosa facciamo?" James scosse la testa. "Torniamo a casa... Ti piacciono i super eroi?" il bambino annuì. "Ora faremo un pò come fanno loro. Ci muoveremo in silenzio e furtivi. Pronto?" Alan contò fino a tre e poi partirono. "Dove abiti?" chiese, mentre camminava. James gli disse la via. Ben presto arrivarono davanti alla casa e bussarono. In lontananza si sentivano di nuovo le tegole scricchiolare. La porta si aprì e una ragazza ci fece entrare. La casa aveva le luci spente. James corse tra le braccia della mamma seduta sulle scale. Da una porta uscì un uomo. "Che diavolo sta succedendo?" chiese l'uomo impaurito. "Non lo sappiamo ma possiamo dire solo di rimanere in casa!" disse il sergente. L'uomo ribatté: "E chi vuole uscire con quell'essere pericoloso che va in giro" Allison chiese: "Lo avete visto?" Col panico negli occhi, rispose: "Ho visto solo una sagoma che correva veloce sui tetti" poco dopo il verso si risentì e questa volta era proprio sul tetto di quella casa. Rimasero tutti in silenzio. "Allontanatevi dalle finestre" disse il sergente sottovoce. Alan mise un occhio davanti lo spioncino della porta. Comparì all'improvviso il volto di un uomo con una pelle bianca e rovinata dal tempo, occhi rosso sangue e zanne spalancate. Il ragazzo fece silenziosamente un passo indietro, ma qualcosa nella sua testa gli disse qualcosa. Si riaffacciò e quando lo rivide, il mostro scappò. Cosa era successo? Nessuno lo sa. Alan aprì lentamente la porta e uscì. La pioggia aveva trasformato le strade in fiumi che correvano velocemente. Un tuono rombò facendo vibrare tutte le finestre e di nuovo quel verso. Questa volta era molto più lontano e assomigliava a quello di un lupo. Il ragazzo alzò lo sguardo e vide il cielo aprirsi. Un raggio di luce illuminava il bosco. Fece cenno di uscire. La pioggia si fermò. Il sergente lasciò gli altri e questi se ne andarono alla macchina. Rimasero fermi e in silenzio. "Sentite, non sapevo assolutamente niente di tutto questo e non voglio che vi succeda qualcosa quindi vi porto alla stazione degli autobus..." Allison, con tono aggressivo, disse: "Starai scherzando vero?" Ryan continuò: "Ormai ci siamo dentro fino al collo" Sara prese parola dicendo: "E poi quattro cervelli sono meglio di uno" Alan insistette: "No ragazzi questa è una cosa che devo fare da solo... Non sapete a ciò andate incontro" la ragazza ribatté: "Perché ovviamente tu sai già contro chi devi combattere quando fino a qualche ora fa non sapevi neanche che i lupi mannari esistessero" Sara aggiunse: "Esatto. Non voglio perdermi quest'avventura" Ryan terminò: "E poi gli amici non si abbandonano" a quelle parole Alan si consolò e un'ondata di coraggio lo travolse. "Mi manca un tassello importante..." disse guardando gli altri. "In che senso dovrei interpretare il "ha maledetto i suoi amici e le terre dove aveva vissuto?"" chiese perplesso. Nessuno aveva una risposta. Accese l'auto e partirono per le strade di Benker. La gente non voleva mollare la propria libertà e per questo era riuscita. Che coraggio. Chissà se avevano visto la creatura che li aveva attaccati. Passarono davanti al bar dove si erano fermati a parlare con il sergente e proprio come nella visione di Sara, la vetrina era frantumata. Continuarono a girare fino ad arrivare alla scuola dove si sarebbe svolta la festa quella sera. Tutto era normale. Sembrava che la paura lì non era arrivata. I ragazzi continuavano ad allestire tranquillamente ignari del pericolo che gira per le strade. Si fermarono. Ormai mancavano poche ore alla festa, perciò pensarono di entrare nella scuola dare una mano e cambiarsi i vestiti. Dopo due ore. Il cielo si fece buio. Cominciarono ad arrivare i primi ragazzi travestiti e poco dopo la palestra, allestita con varie decorazioni e un lungo tavolo con un buffet "mostruoso", si riempì. Alan e gli altri si travestirono e si buttarono in mezzo alla mischia. "Se sentite qualcosa o vedete qualcosa di strano, scappate fuori dalla scuola prima che sia troppo tardi" disse Alan tutti annuirono. La festa cominciò tra giochi di luci, risate spettrali e musiche agghiaccianti. Alan fu molto felice di rincontrare gli amici di una vita, ma allo stesso tempo era molto teso. Il suo costume da lupo mannaro era molto realistico e quando si incamminava tra la folla, questa si apriva guardandolo con occhi terrorizzati. In effetti il ragazzo aveva una strana sensazione. Come una specie d'istinto che gli diceva di scappare da quel posto. Per non parlare che da quando aveva indossato quegli abiti, sentiva tutto in un altro modo. Sentiva cose che un semplice umano non riusciva a sentire. Quando si allontanarono dalla palestra riusciva a sentire ancora l'odore del cibo. Quando Allison uscì dal bagno con il vestito indosso, rimase sbalordito. Sembrava che tutto fosse. Alan portò Allison a fare il giro per la scuola. Quei corridoi li ricordava come se fosse stato ieri che li percorreva. Si fermarono a parlare in un corridoio un pò lontano dalla palestra. Si misero seduti su una scalinata davanti ad una finestra che faceva entrare la luce dei lampioni. Per la prima volta da quando erano arrivati, Alan riuscì a ridere di gusto. Sembrava essere il momento più felice al mondo. Fino a quando Alan notò qualcosa di strano. "Lo senti?" chiese ad Allison tendendo l'orecchio verso il corridoio. "Sentire cosa?" rispose piano. Si affacciò anche lei ma non vide nulla. "Il silenzio". La musica non si sentiva più. S'incamminarono verso la palestra silenziosamente. Sentirono dei rumori in fondo al corridoio. Camminarono attaccati alla parete fino a quando arrivarono dove c'era il rumore. Il quadro elettrico era stato squarciato. Sentirono dei rumori dietro di loro. Si girarono e videro Jennifer con un altro ragazzo arrivare. "Cosa è successo?" chiese la ragazza. "Il quadro elettrico è stato manomesso..." disse Alan. Quando Jennifer lo vide disse delusa: "Festa finita!" Sbuffò. Il silenzio fu rotto da diversa grida. Si affacciarono dalla finestra e videro una folla impaurita scappare dalla palestra. Jennifer e l'altro ragazzo corse a vedere in palestra cosa fosse successo, mentre Allison e Alan rimasero nel corridoio. Sentirono dei rumori sopra il tetto. Si affacciarono a vedere cosa fosse quando videro cadere a pensoloni davanti a loro il corpo del vecchio signor Senclere. Fecero un passo indietro e poi videro sul tetto della palestra qualcosa che si muoveva. Le nubi si aprirono e la luce della luna piena lo illuminò. Era un uomo piccolo vecchio e con una pelle verdastra. "Eliot Berrette!" esclamò Allison. Alan lo vide e un'ondata di rabbia lo travolse. La luce della luna piena entrò anche nel corridoio dov'erano i due il ragazzo cominciò a sentirsi strano. Si sentiva paralizzato e le palpitazioni cominciarono ad aumentare. Vide nel suo riflesso gli occhi che diventarono color arancio elettrico e i denti crescere in zanne. Allison gli mise una mano sulla spalla, ma quando il ragazzo si girò, il volto era diventato per metà lupo e per metà era quello di Alan. La spintonò per terra e dopo avergli ringhiato, saltò dalla finestra. Allison in lacrime lo chiamò ma non funzionò. Corse da Sara e Ryan. Alan nel frattempo raggiunse Eliot e lo colpì alle spalle. I due cominciarono a combattere guardandosi negli occhi. Eliot atterrò Alan e ululò alla luna. Un rumore simile ad uno sparo, rimbalzò su un tubo di metallo lì vicino. Eliot si girò e vide il sergente con in mano una pistola e dei proiettili d'argento che stava caricando. Eliot saltò dalla scuola e corse nel bosco. Alan si rialzò e lo seguì. Arrivarono alla villa bruciata vicino la baita. Eliot colpì molte volte Alan. Il ragazzo-lupo sembrava che colpiva l'aria. Era pieno di cicatrici che presto scomparvero. La luna venne coperta da una nuvola e sia Alan che Eliot tornarono umani. "Siete tutti uguali... deboli! Non ci ho messo tanto ad uccidere tuo nonno, tuo padre, tuo zio e i tuoi cugini. Ora rimani solo tu per far in modo che possa sterminare anche l'ultima postazione e vivere una vita eterna" La luna piena spuntò da dietro le nubi ed entrambi si ritrasformarono. Alan non riusciva a riprendere le forze e proprio quando Eliot lo stava colpendo, dal bosco si sentì un grido che fece cadere a terra Eliot. Il grido era acuto e tagliente e chiamava il nome di Alan. Il ragazzo si riprese e riuscì a colpire varie volte Eliot stordito. In lontananza si sentirono dei tuoni e cominciò tirare un vento forte. Sembrava che quel richiamo lo avesse ricaricato di molta più forza. Continuava a colpire fino a quando con una mossa astuta, Eliot atterrò di nuovo Alan e la luna si ricoprì. "Stupido, questo sei. Avrai pure il sangue dei MacLeod, ma non riuscirai a distruggermi. Siamo arrivati al traguardo Alan. Presto rivedrai i tuoi parenti!" disse Berrette. La luna stava uscendo Alan senti qualcosa cade poco distante da lui. Si girò e vide il pugnale d'argento di Allison. "Ti potrà salvare la vita, se la luna vuole" risuonò la voce del venditore di vestiti nella testa di Alan. Sotto gli alberi, in un bagliore argenteo, vide Allison in lacrime che lo guardava. Poco prima che Eliot potesse colpirlo, Alan si scansò e prendendo il pugnale, lo conficcò nel petto del mostro. Quest'ultimo urlò dal dolore e la luce della luna piena sembrava aver cambiato colore. Era più bianca. Cadendo all'indietro, il corpo di Eliot si squagliò lasciando per un momento le ossa che poco dopo vennero risucchiate dalla terra. La luce della luna piena polverizzò il lupo mannaro che era in Alan e lo trasformò di nuovo in lui. Rimase in ginocchio con lo sguardo rivolto verso la villa bruciata. Aveva cambiato aspetto anche questa. Aveva preso un colore angelico. Vide muoversi qualcosa alla porta. Uscì qualcosa. Erano aure bianche. I primi cinque avevano il volto dei suoi famigliari morti nell'incendio e gli altri erano gente che non conosceva. Riconobbe solamente il ragazzo che trovarono morto, la bibliotecaria e il signor Senclere con i figli e la moglie. Erano tutti felici. Alan rimase a guardarli in lacrime. Il nonno annuì con la testa mentre sorrideva e sussurrò qualcosa che suonava come: "Grazie!" poi un vento caldo li trasformò in polvere argentea e li portò verso la luna piena. Alan urlò disperato. Allison, Sara e Ryan lo raggiunsero al centro della radura. Rimasero immobili a guardarlo. Allison si inginocchiò accanto a lui e gli mise la mano sulla spalla. Dal bosco uscirono il sergente e la sua squadra che avevano visto la scena. Il sergente si avvicinò e disse ad Alan mostrandogli un segno sul braccio: "Grazie ci hai liberati" il ragazzo con le lacrime agli occhi chiese: "Tu sapevi tutto?" L'uomo spiegò: "La mia famiglia era membro di una delle postazioni. Quando Eliot Berrette attaccò, in pochi sopravvivemmo. Decisi di seguire le orme di Eliot che mi portarono fino a qui tre anni fa. Cercai di vendicare la mia postazione, ma ogni volta che ci provavo, fallivo. Grazie!" concluse ancora una volta. Sara stava vedendo il cielo. Stava scendendo una polvere bianca. "Ragazzi secondo voi è neve?" tutti alzarono lo sguardo e rimasero sbalorditi. Allison rifletté e disse piano: "La benedizione della luna piena" Presero la pianta e la misero sul terreno. La polvere bianca calò sulla pianta e sul vaso e un attimo dopo, la radura si riempi di quella pianta dal profumo dolce. Un vento dolce soffiò su quelle terre che spazzò via le nuvole nere che minacciavano tempesta. Alan si rialzò e abbracciò forte Allison. "Mi hai dato la forza di vincere" le sussurrò nell'orecchio.
Il giorno dopo, Benker sembrava essere tornato pieno di vita. Il gruppo, che quella notte aveva dormito nella baita, si preparò per il viaggio. Prima di partire Alan e gli altri tornarono nella radura dove c'erano le rocce. I simboli sulle rocce erano illuminati da una luce dorata e su quello della sua famiglia, i graffi erano spariti. Alan mise il vaso con la piantina della luna sotto la roccia di famiglia e Allison notò che alla fine della lista era inciso il nome di Alan. Il ragazzo spalancando un sorriso luminoso, alzò gli occhi al cielo pensò "Vi porterò sempre con me!". Tornarono al paesino, salutarono il sergente e s'incamminarono seguendo il fiume. Quell'avventura cambiò per sempre la vita dei ragazzi e lasciò un emozione che nessuno ha mai provato prima.
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L'Antica Maledizione
FantastiqueQuattro amici decidono di prendersi una vacanza e di andare a trascorrerle in un piccolo paesino disperso trai monti. La vicenda si svolge in piccolo paesino rurale disperso trai monti in una piccola baita sulle rive di un lago, durante gli ultimi g...