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Passarono un paio di giorni, dopo il primo giorno di scuola di Amy. La ragazza non ci fece molto caso a quel Timothée Chalamet che le scrisse il bigliettino, anche perché nei seguenti giorni, non c'era all'appello. Ivan continuava a torturarla, la salutava in modo scherzoso per i corridoi, per questo all'ora in cui stavano in classe insieme faceva il possibile per stargli alla larga. Le piaceva la scuola che frequentava.

I professori erano molto bravi e insegnavano alla perfezione, anche se, con metodi diversi. Timothée finalmente decise di farsi vivo, infatti, venne alla lezione di biologia e stranamente era arrivato prima di tutti. Cosa fosse successo quella mattina era abbastanza semplice: era uscito presto da casa, con la testa tra le nuvole mentre stava guidando, la sua mente era avvolto dai ricordi del passato, e vedere suo padre non lo aiutava per niente. Ultimamente, la vicina di casa, Alina, la stessa donna che il corvino aveva conosciuto, veniva quasi ogni sera per chiacchiera con sua nonna.

Non che a Timothée dia fastidio, il problema era suo padre. Odiava vederlo con altre donne, perché tutto ciò gli ricordava sua madre. Sentiva le risa allegre dal salotto, dei suoi parenti che ridevano con la vicina e si raccontavano le storie di una vita. Una sera in particolare, riuscì a udirla, mentre stava cercando di rilassarsi e leggere un libro. A causa del rumore che facevano al piano di sotto, non era possibile per lui eseguire una lettura notturna, prima di dormire, sentendo in continuazione quelle risa fastidiose al piano di sotto. Aveva chiuso, irritato, il libro, e lo lanciò sulla sua scrivania, frustrato. Non solo dal rumore, ma sentiva un vuoto dentro.

Ce l'aveva con tutto il mondo, non riusciva ad avere un contatto con suo padre o con sua nonna senza essere irritato. Si sdraiò di lato sul suo letto, con le sopracciglia aggrottate dall'irritazione, e anche se non gradiva sentire le conversazioni altrui, le ciarle arrivavano fino ai suoi timpani.

<< Sai, questa magnifica donna, mi ha fatto lei l'operazione al cuore.. >>

Alina cercò di distaccarsi da quella affermazione, con un sorriso sulle labbra, era molto imbarazzata. Gradiva i complimenti, ma quando le persone dicevano ad altri delle sue imprese, sopratutto nel campo lavorativo, Alina preferiva non parlarne. Carlo si complimentò la bionda, che, ancora una volta, pregò di non essere complimentata in questo modo.

<< No, che dice signora Grace. Lei ha fatto davvero un ottimo lavoro! >>

Cassandre rise, e cambiò argomento, vedendo la loro ospite senza parole.

<< Per questo, figliolo, ho avuto l'onore di essere tra le prime a vedere la piccola Amy. Davvero bellissima, è diventata bellissima e molto educata, complimenti Alina >>

Confessò l'anziana, ammirando intensamente la giovane donna che aveva di fronte. Alina andava davvero fiera di sua figlia. Carlo, il padre di Timothée, mentre sentiva le storie della bionda e sua madre, sentiva quasi il bisogno di dover far ascoltare tutto quello che udiva da queste due donne colte a Timothée. Vedeva Alina che gesticolava, rideva, con un sorriso estremamente divertito e adagiato, nessuna forzatura, immensamente naturale, come se fosse a una cena con dei famigliari e non con i vicini.

Sua madre, Cassandre, sembrava fosse davvero interessata alla figlia della loro ospite: Amy Grace, una adolescente della stessa età di Timothée, dovette sopportare dei problemi di famiglia molto gravi, pesanti, poco generosi. Sembrava che la castana avesse smesso di stringere amicizie o di fare nuove conoscenze e Alina lo aveva notato benissimo: prima che si trasferissero non aveva invitato nessuno dei suoi amici per gli ultimi mesi. Cassadre emise una risata sentendo la loro ospite pronunciare quelle parole.

<< Almeno la tua piccola era molto sociale. Il nostro Timothée non ha mai voluto invitare persone a casa: mi ricordo che solo due suoi amici sono venuti.. >>

Da lì, Timothée si era scocciato di ascoltare. Visto che non si sarebbe addormentato, a causa di quest'ora dove i suoi parenti continuarono a parlare con la vicina, cercò le sue cuffie nelle tasche della giacca, non c'erano, provò a vedere dentro lo zaino e alla fine le trovò dentro a una delle tasche ai lati. La musica che venne a suonare era una canzone romantica. Prima che si addormentò, il corvino immaginò il bellissimo viso di Lily, i suoi capelli corti e biondi, le sue labbra grandi e abbondanti, la sua vita stretta, il suo corpo. Per il corvino era davvero la ragazza perfetta e non riusciva a togliersela dalla testa.

<< Lily.. >>

Disse prima di dormire. La mattina dopo, si svegliò con le cuffie disfatte, una che era caduta sulla sua guancia, l'altra che gli era entrato per bene dentro il padiglione auricolare. Quel giorno c'era assemblea d'istituto, e lui non ci sarebbe andato neanche per Lily. Ogni volta che si alzava per andare a scuola si sentiva un vuoto dentro, probabilmente l'amore che gli mancava per sua madre, ma non ci poteva fare niente, avrebbe desiderato il suo sonno rimanesse eterno.Quando dormiva provava un senso di leggerezza, di rilassamento, e quelle malvagie e mefiste giornate dove lui veniva svegliato dalla suoneria del suo telefono, gli facevano sentire una sofferenza assai pungente, una voglia di rimanere a letto e non alzarsi mai più.

Si alzò con pesantezza dal suo letto, e come nei film o nei cartoni con le principesse, cercò di aprire le tende con due mani, ottenendo un risultato scarso: invece di fare quei movimenti si limitò a scorgere con un dito un filo di luce che filtrò dentro la stanza fino ad arrivare alla parte opposta. Timothée si fece curvo per sbirciare dalla sua bassa finestra. Vide dall'altra parte del prato, una ragazza, la stessa che venne a dare la torta alle pesche a sua nonna. Pensò in silenzio il nome di Amy. Sì, sicuramente era lei. Teneva i capelli sciolti, lunghissimi che le arrivavano fino al fondoschiena, mossi e castani, che a ogni movimento si contrapponevano alla luce.

Indossava una gonna bianca lunghissima, era grossolana a forma di torta, sembrava uscita da un set cinematografico dove si riprendeva un film ambientato dopo la rivoluzione francese. In realtà sembrava il vestito che indossava Aurora, della bella addormentata del bosco, nelle scene quotidiane. Timothée non rimase per molto tempo a osservare Amy, vide giusto quel ambiguo e antiquato vestito che indossava, e prima di scendere di sotto e andare a preparare qualcosa per la colazione, Tim le diede un'ultima occhiata. La ragazza stava camminando per il prato.






































Author's Note

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