CAPITOLO PRIMO

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Eccomi qua,mentre piango dinuovo sopra a questa fottuta bilancia.È la dodicesima volta che mi peso in questa settimana.Non riesco a mangiare ed ogni giorno peso sempre meno.Oggi sono 38 kili.Domani saranno 37,fra due giorni saranno 36 e chissà...Forse tra tre giorni mi troverò sopra una nuvola con la mia mamma.Magari succedesse almeno non dovrei più soffrire.

-Ellie...Muovi il tuo culo e vieni qua.-

Questo è mio padre.

Da quando non c'è più la mamma ha incominciato a drogarsi,a bere e ad andare a letto con chiunque...Mi maltratta,mi picchia,mi usa per sfogarsi...Sono come un'oggetto.Lo odio.Lo odio più di quanto odio il mio peggior nemico.Cioè lui.

-Ellie...Mi sto incazzando.E sai cosa succede se mi incazzo.-

Ellie sono io.Ellie Johns.Una 16enne che ha imparato a badare a se stessa.Alta 1.67 cm,pesa solo 38 kili.38 fottuti kili che la stanno portando alla morte.

-Ellie,cazzo vieni qui o ti uccido.-

Le sue solite minaccie.

Cominciai a scendere le scale con le braccia doloranti a causa dei tagli  coperte da una felpa rossa.

Arrivai nella cucina.

Si avvicinò.Prese la mia felpa dalla parte del collo e la tirò.

-Dove cazzo stavi?Dovevi sistemare la cucina.-

-Stavo studiando.-

-Ti ho ordinato di sistemare la cucina.Non me ne frega un cazzo se devi studiare.-

-Ma io...-

Non feci in tempo a finire che mi lasciò e mi spinse al muro facendomi sbattere forte la schiena e cadere per terra.

Misi le braccia intorno le gambe e cominciai a piangere.

-Mi.Devi.Ubidire.-

Disse dando tre calci alle mie gracili gambe.

-Ti prego basta.-

Dissi continuando a piangere e ad urlare per il dolore.

-Devi ubidirmi.-

Disse continuando a darmi calci.

-Perciò,ora muovi il tuo cazzo di culo e lava i piatti.-

Smise di darmi i calci ma le gambe continuavano a farmi male.

-Oh e da ora in poi lascerai la scuola e lavorerai tutto il giorno senza più uscire.-

-Ma io voglio andare a scuola e studiare e voglio essere libera.-

Mi alzai.

-Non me ne frega un cazzo di quello che vuoi.Decido io quello che devi fare.-

Mi urlò in faccia

-Ma papá...Ti prego.-

Dissi piangendo.

Mi diede un schiaffo in faccia.

Piangendo risalii in camera.Mi aveva proibito di andare a scuola.Non posso vivere tra la cattiveria del mio capo e il mattrattamento di mio padre senza mai più libertà.Ho deciso.Ora seguo la mia testa e me ne sbatto di tutti.

Aprii l'armadio e nella borsa grande da palestra di mio fratello,scappato a causa di mio padre,misi tutte le mie poche maglie e pantaloni,le mie due paglia di scarpe,i trucchi,foto di quando avevo una famiglia ed altri oggetti.Nascosi la borsa nell'armadio ed aspettai che se ne andasse dai suoi amici,anche loro alcolisti,per prendere alcune mie cose sparse per la casa e scappare.

Dalla finestra della mia camera vidi che ae ne andò.Allora presi tutta la mia roba in giro per casa visto che era poca,poi presi tutto quello che rimaneva di mia madre e quello che aveva lasciato mio fratello e misi tutto in un altra borsa.In uno scatolone misi del polistirolo e misi la bambola grande di cristallo di mia madre.In un altro misi degli oggetti di cristallo,vetro ed oro che le avevano regalato in occasioni importanti.In un'altra borsa misi quello che restava.E in una più piccola misi il portafoglio con i 5.000 € che mia madre aveva messo da parte per quando sarei diventata grande,il telefono e quello che entrava.

Sicura di aver preso tutto quello che avevo in mente,presi le chiavi della macchina di mamma e in quest'ultima caricai tutte le borse e gli scatoloni.Presi una bottiglia d'acqua e partii.

Era il 23 ottobre ed avevo deciso di trasferirmi lontano dall'america per ricominciare a vivere.

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