UNDICESIMO CAPITOLO

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-Ellie muoviti cazzo...-

-Un'attimo.-

-Se non muovi il tuo culo ti fai tutti i 3 chilometri a piedi-

-Eccomi.-

-Cazzo...Ti devi muovere la mattina.-Mi diede uno schiaffo

-S-scusa...-

-Scusa una minchia.-Disse dandomi un'altro schiaffo talmente forte da farmi piangere.Perchè è così cattivo con me...Perchè?Cos'ho fatto di male nella vita?Sempre se si può chiamare vita.

Entrammo in macchina.

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Dopo minuti e minuti di silenzio finalmente arrivammo.

Scesi dalla macchina e quest'ultima sfrecciò via.

Sicuramente starà andando con i suoi 'amici' ad ubriacarsi.Tanto prima o poi si rovinerá il fegato...E morirà,spero presto,così andrà all'inferno.So che gli sto praticamente augurando la morte ma lui mi ha rovinato la vita e merita di soffrire.

Aprii la porta del bar e vi entrai.

-Come mai sei così in anticipo?-Chiese il mio capo.-L'Apertura è alle 8 e ora sono le 7.-

Non posso dirgli che è per colpa di mio padre.

-Ehm....E-ehm....Vedi Clark...Io...I-io volevo aiutarti a preparare tutto prima di aprire.-

-Oh ma non ti devi scomodare..-

-Tanto non avevo niente da fare a casa..-

Magari dormire

-Ah...Senti oggi non ci sarò io verrá mio padre a gestire,mi dispiace...So quanto è severo ma ho delle commissioni da fare.-

Cazzo.Cazzo.Cazzo.Cazzo.Non basta mio padre a rovinarmi la vita.Oggi devo anche lavorare con quello.Che merda.

Andai nella stanza degli armadietti, misi la mia borsa nel mio e presi il grembiule.Lo indossai,andai al bancone e mi sedetti su uno sgabbello nella speranza che i clienti venissero il più tardi possibile.

Ad un certo punto vidi un uomo entrare...Era Bruce,il sessantenne, padre di Clark..

Ok ora comincia l'inferno.

-Ciao papà.-

-Ciao Clark-Disse l'anziano uomo.

-Bene Ellie,vi lascio devo scappare...Ciao-

-Ciao Clark-Dissi salutandolo.

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-Allora ragazzina...Sono appena entrati cinque ragazzi...Vai a prendere le ordinazioni-

Sbuffai,presi la matita e il blocchetto e camminai verso il tavolo dove erano seduti quei cinque ragazzi...Ce ne era uno che da dietro somigliava a 'Harry' il ragazzo del sogno,uno biondo e altri tre con i capelli scuri.

Mi avvicinai.

-Salve,cosa ordinate?-

-Ma chi sei?Ma levati-Disse il ragazzo che da dietro sembrava Harry ma da davanti no.

-Sono la cameriera,allora?Cosa ordinate?-Chiesi di nuovo.

-Ma fai schifo.Ti sei vista?Sei orribile.-Disse urtandomi.

-Senti coso...Volete ordinare o no?-

-Coso a me?Ma vedi di andartene che mi fai senso.-

-Altrimenti?-Dissi con aria di sfida

-Altrimenti ti butto per terra.-

-Non hai il coraggio.

-Ah no?-Mi prese e mi buttò per terra.

-Coglione-

-Come ti permetti.-Disse dandomi un calcio fortissimo.Cominciai a piangere dal dolore...

-Oh ora fai pure la vittima eh?Brutta puttana.-Disse dandomi una serie di calci.

-Hey hey hey amico calmati.-Disse un ragazzo alzandosi dal tavolo in cui era seduto.

-Non ti intromettere o ti picchio.-

-Senti non ho paura di te,ne dei tuoi amici.Ti devi solo vergognare,te la sei presa con una ragazza che stava facendo il suo lavoro.Odio le ingiustizie e se non vuoi che ti spacchi il culo meglio che non ti fai più vedere.

Il ragazzo e i suoi amici scapparono e il ragazzo che mi ha difesa si inginocchiò e mi fece poggiare la testa sulle sue gambe.

-Hey tutto ok?.-

-Ehmm...-

-Ho capito.-

Mi prese in braccio a modo di sposa.

-Dove mi porti?-

-A casa mia.Il tempo di curarti e ritornerai qui.Ok?-

-Okay grazie..-


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