Racconti brevi

Sopravvivere alla morte

In quel campo di mimose mi ritrovo a passeggiare, una distesa di carico giallo e tenue verde, abbracciata dal cielo limpido celeste e bagnata dal tepore dei fasci di sole di inizio primavera. Qualche roccia ombreggiata, qui e là, il canto della cincia e lo scorrere di un ruscello. La purezza dell'aria è percettibile all'olfatto, mi fa sentire come se prima non avessi davvero respirato. Mi siedo all'ombra di un pioppo, che da dietro mi sovrasta regalmente, dando l'idea di aver vissuto talmente a lungo da conoscere a memoria ogni sfaccettatura di questo luogo, ogni cambiamento. Faccio un respiro profondo, chiudendo gli occhi, assaporando il silenzio e dal mio piccolo zaino prendo "La brevità della vita" di Seneca, immergendomi nelle sue parole. Mi colpisce come un pugno nello stomaco scrivendo "temete tutto come mortali, ma desiderate tutto come immortali", riferendosi a noi uomini, che dimentichiamo spesso di impiegare al meglio il nostro tempo, arrivando a sprecare gran parte delle nostre vite. Durante la lettura vengo attirata da un rumore, in mezzo alle mimose sbuca quello che sembra essere un naso canino, nero, parte di un muso leggermente allungato, i piccoli occhi neri e la lingua penzoloni, come avesse faticato per arrivare fino a lì, pochi passi avanti a me. Lo riconosco subito, urlo il suo nome. Billy mi corre incontro, lo abbraccio perdendo l'equilibrio e ci ritroviamo a rotolare in quella gialla e profumata distesa. Gli chiedo com'è possibile, che sia finito lì e come per magia, lui mi risponde, come se le sue parole rimbombassero nel mio cuore. Mi spiega che quello è un luogo sacro e che la mimosa porta il significato di "sopravvivenza alla morte". Ecco perché, qui abbiamo potuto incontrarci, siamo sempre sopravvissuti nei nostri cuori oltre la morte. Questa non sono io, ma bensì la parte di me che è svanita col suo ultimo respiro e che vivrà per sempre nel suo cuore.