Il patto

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Courtney trovò un briciolo di forza in se e si andò a preparare, per poi partire per il penitenziario, dove Duncan sicuramente la stava aspettando.

G: Hai visite..
D: È lei?
G: No..

Duncan sapeva che quel no valeva anche per Gwen, e infatti quando andò in sala visite rimase abbastanza sconcertato.

S: Duncan.
D: Scott.
S: Siediti.
D: Che ci fai qui.
S: Sarò diretto con te Duncan. Voglio che tu lasci in pace Courtney.
D: Senti pel di carota, venire qui in giacca e cravatta non ti rende più importante o in grado di darmi ordini.
S: Hai ragione, ma un patrimonio di 5 miliardi sì.
D: ...
S: Ora ascolta bene ragazzaccio. O tu lasci stare Courtney, o non la rivedrai più.
D: E il mio guadagno dov'è?
S: Tanto per cominciare potresti uscire di qui.

Lo sguardo di Duncan cambiò, sembrò quasi interessato.

D: Continua..
S: Riflettici Duncan, saresti fuori di qui e con 700mila dollari per rifarti una vita, male non sarebbe. Ma devi lasciare stare Courtney.
D: Con tutti i soldi che hai potresti cambiarne una ogni giorno, che ti importa di lei?
S: Coraggio Duncan, sai che non sarebbe la stessa cosa.
D: Sei malato.
S: No Duncan, sono uno che si prende quello che vuole. Pensaci, hai due giorni di tempo.

Scott uscì, lasciando Duncan incredulo in sala visite, tornò confuso in cella, doveva parlarne con qualcuno, ma aveva paura che Scott potesse arrivare ai file delle telecamere.

D: Dobbiamo parlare.
G: Cosa ti ha detto?
D: Ho paura che mi senta.
G: Ci penso io.

La guardia sapeva che il cortile era abbastanza grande da far in modo che l'audio non si sentisse. Così con la scusa dei lavori in cortile fece uscire Duncan in cortile per posizionarsi al centro.

G: Qui puoi parlare. Ma si vago, non guardarmi.
D: Vuole che lasci in pace Courtney.
G: Non ci stavi già pensando?
D: Sì, ma non posso permettere che stia con uno come lui.
G: Poi?
D: Mi ha detto che se la lascio stare mi pagherà la cauzione.
G: Questo cambia tutto. Che farai?
D: Mi ha dato 2 giorni di tempo, dice che se non l'ascolto non la rivedrò mai più.
G: Non la rivedresti in entrambi i casi o sbaglio?
D: Non sbagli, ma almeno saprei che sta bene. Non so che fare
G: Fa come ti dice. Qualcosa ti inventerai.
D: ... Hai dei fogli?
G: ..?

I due tornarono dentro, nel frattempo Courtney arrivò al penitenziario, dove ad aspettarlo in sala visite c'era Duncan.

D: Come va principessa?
C: Non molto bene..
D: Ancora scossa per ieri?
C: A-anche..
D: Cosa è successo?
C: Oggi è venuto Sco...

Courtney non fece in tempo a finire la frase che Duncan le se avvicinò e la baciò, per avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli..

D: Non parlarne qui..

Courtney rimase confusa, per poi realizzare che Scott avesse parlato anche con Duncan.

D: Se devi dirmi qualcosa dobbiamo andare agli sportelli, lì non ci sono telecamere.
C: V-va bene.

Duncan le sorrise, in qualche modo, da quel sorriso Courtney si sentì rassicurata, poi si avviarono agli sportelli. Duncan e Courtney sollevarono la cornetta per parlare.

D: Dimmi.
C: Ha detto che è in grado di infangare un omicidio se volesse. Ho paura ti faccia qualcosa.
D: Tu non preoccuparti per me.
C: A te cosa ha detto?

In quel momento, passarono un sacco di pensieri per la testa di Duncan, doveva dirle la verità, doveva mentirle, doveva stare al gioco di Scott? Alla fine strinse forte la cornetta fra le mani trattendo a fatica le lacrime.

D: S-Sei così bella... N-non posso farlo..

Duncan riattaccò la cornetta e tornò di corsa in cella, lasciando Courtney incredula. Rimase lì ancora qualche minuto per realizzare cosa fosse successo. Poi la guardia la chiamò.

G: Signorina Courtney, forse è meglio che lei vada..
C: L-lei sa cosa gli è preso..?
G: Le vuole molto bene, basta che lei sappia questo..

Courtney tornò a casa ancora più confusa di prima e andò direttamente a letto. Nel frattempo Duncan era nella sua cella.

G: Che diavolo ti è preso?
D: Devo lasciarla stare, non importa se mi paga la cauzione o meno, ma devo lasciarla stare.
G: Non prendere decisoni troppo affrettate. Buonanotte.
D: Hey aspetta, ma dove vai.
G: Vado a casa, ho i miei figli che mi aspettano.
D: Sei sposato?
G: Già, probabilmente anche con una ragazza che non merito.
D: Come vi siete conosciuti?
G: Eravamo compagni al liceo, siamo stati anche assieme per un anno.
D: Poi?
G: Beh poi, mi resi conto di quel che ero e di quel che sarei diventato, non avrei mai potuto garantirle una stabilità economica, così la lasciai. Non ci parlammo per anni, fin quando un giorno non la trovai in tribunale durante un udienza in cui ero di turno. Ci siamo messi a parlare, uscimmo insieme qualche volta, e ci ricascai, però questa volta cercai di interrompere subito i rapporti, ma lei mi disse "la mia vita la decido io", quelle parole mi fecero capitolare, e dopo 10 anni siamo qui con due figli e una buona stabilità.
D: W-wow..
G: Notte amico.

QUEI CATTIVI RAGAZZI /DUNCNEY/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora