Capitolo 10

60 1 0
                                    

                                     Elena:
2012
-Elena sorridi-dice mia madre ridendo mentre
tiene in mano la sua macchina fotografica nera.È così bella,ha i capelli mossi fino alle spalle,le labbra carnose color vino e i suoi occhi verdi mi fanno sentire a casa,l'unico posto in cui mi sono rifugiata.
Mi guardo intorno,è la mia vecchia casa,le pareti bianche come il latte con appesi ancora i quadri del matrimonio dei miei genitori erano la parte della casa che mi piaceva di più.
Sorrido spontaneamente,poi mi avvicino a lei e bacio la fotocamera e scoppiamo a ridere insieme.
D'un tratto spunta una luce bianca che si fa sempre più forte,fino a farmi ritrovare da tutt'altra parte.
Sono in ospedale,le pareti blu del corridoio,inconfondibili che facevano sembrare quest'ultimo infinito,e successe tutto in quei pochi attimi,decine di dottori che entrano nella stanza di mia madre,la testa inizia a girare,l'ultima cosa che riesco a vedere è il volto di mia madre,privo di vita.

Mi sveglio di colpo annaspando in cerca d'aria,la fronte bagnata e le braccia che tremano.
Mi alzo velocemente per non svegliare Stella e mi faccio una doccia fredda.
Quel sogno,quel maledetto sogno è sempre con me,non mi lascia vivere.
Finita la doccia esco dal bagno con un asciugamano legato sul corpo e mi avvicino allo specchio.
Tutto ciò che riesco a vedere è solo un'anima traumatizzata e fragile.
Le lacrime scendono automaticamente sul volto e mi cuccio per terra unendo le gambe al petto e stringendo forte,come se ci fosse qualcuno ad abbracciarmi.
Sento una mano accarezzarmi la spalla,è Stella,e ora come non mai avevo bisogno di qualcuno su cui poter scaricare per un momento le mie emozioni.
-Elena che è successo-mi domanda Stella con preoccupazione.
-Non ce la faccio più-le dico piangendo mentre mi aiuta ad alzarmi da terra.
-vuoi raccontarmi qualcosa-dice stella abbracciandomi e porgendomi dei vestiti.
-Si ti prego-le dico,non ho mai raccontato a molti questa cosa,solo a dei miei vecchi amici che mi hanno dimostrato la loro completa indifferenza nei miei confronti e se ora non lo faccio questo ricordo mi logorerà.
-Sono anni che faccio lo stesso incubo,la morte di mia madre,rivivo la stessa scena,forse anche peggio,alcuni attimi prima siamo felici,lei mi sorride,mi abbraccia e sento davvero il suo calore,qualche secondo dopo siamo in ospedale e sento le stesse identiche emozioni-dico continuando a piangere e tenendomi la testa tra le mani,alzo leggermente lo sguardo e Stella ha un velo di preoccupazione e compassione a ricoprirle la faccia.
-Sai Stella,quando perdi una persona a te cara,ci sono giorni in cui non mangi,notti in cui non dormi,ti giri e ti rigiri,ci ripensi e anneghi nei ricordi e poi ci sono giorni in cui sei capace di rimanere ferma immobile a chiederti "cosa ho fatto per meritare ciò"e allora ripercorri tutto,minuto per minuto e poi pensi"vorrei tornare indietro"passi tutto il tuo tempo a fotterti il cervello.I tuoi amici stanno lì che ti ascoltano e tu ripeti sempre le stesse cose"sto bene"e loro sono lì a dirti sempre il solito "passerà"ma Stella,tutto questo non passerà,ho perso mia madre e questa cosa mi tormenta ogni giorno-dico strozzando un urlo così continuo a piangere come non ho mai fatto in vita mia.
Stella non dice niente,si limita ad abbracciarmi,un'abbraccio che trasmette tutto il suo dispiacere,tutto il suo amore e il suo appoggio e preferisco questo alle solite parole di conforto.
-Elena,se avevi bisogno di parlarne con qualcuno potevi dormirlo subito,so che non ci consociamo da molto,ma preferisco che tu mi dica anche tutto d'un tratto quello che sentì che farti del male da sola-mi dice Stella guardandomi negli occhi,e mai come ora ho visto così tanta serietà nel suo volto.
-Grazie Stella,per me è molto importante,e non esitare nemmeno tu,qualsiasi cosa tu abbia-le dico sorridendole.
Lei annuisce ma non ci pensa troppo e mi abbraccia.
-Ora Elena,forza e coraggio che ti devo preparare per fare colpo anche questo giorno-mi dice ridendo e non posso fare a meno che unirmi a lei.
Sono stupita di quanto lei sia speciale,la prima che non mi fa sentire sbagliata o inadeguata,riesce a capirmi.

-Eccolo-urla Stella tirandomi in faccia una tutina intera rossa.
Questa è davvero bella e non è nemmeno volgare.
-Wow-dico appena vedo questo vestito.
-Lo so lo so i complimenti dopo ora vai a provarlo-mi dice facendomi l'occhiolino.
Dopo varie parole non tanto carine per cercare di mettere su questa tutina ce l'ho fatta e con passo svelto vado verso lo specchio.
-Wow Stella è bellissimo-dico di getto,è veramente bello,il rosso sta molto bene con i miei capelli neri e questo vestitino fascia molto bene le mie curve.
-Grazie davvero Stella,per tutto-le dico guardandola dolcemente.
-Tesoro e di che-mi risponde a sua volta,dopo la chiacchierata con lei so di potermi totalmente fidare,sono certa che lei non mi farebbe mai un torto e che mi aiuterebbe in qualsiasi occasione,la prima volta in cui posso contare su qualcuno che non sia mio padre,ho sempre pensato di creargli un peso raccontandogli le mie paure,così non gli ho mai detto nulla,ma intanto quello che non dicevo so riversava su di me,e mi logorava l'anima.
-Elena,tra qualche settimana ci sarà una sorta di vacanza che da l'istituto per gli studenti,ma durante questi giorni non è possibile andare a trovare i parenti,bisogna restare qui in zona,e mi chiedevo,siccome io ho una casa che da sul mare potevi venire da me,e ti avverto ci saranno feste ogni giorno-dice stella ridendo sull'ultima parte.
-Beh credo che mi daresti una mano perché non saprei dove andare,magari poi sulle feste ci pensiamo-dico sperando di convincerla a non fare quelle solite feste dov'è tutto ciò che succede è drogarsi,scopare davanti a tutti o bere fino allo svenimento.
-Si certo Elena-dice Stella come per prendermi in giro,ma non ci do peso tanto so che la convincerò.

Drug Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora