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°°Thursday

Mingi deglutì.
-Non ti farò fumare- pronunciò dopo qualche attimo di esitazione.
Prima che io potessi lamentarmi.
-Non ti farò toccare una sigaretta nemmeno sotto tortura, se vuoi provare il sapore del fumo ci sono altri modi, ma le tue labbra non toccheranno mai una sigaretta, sia ben chiaro- disse lasciandomi confuso e senza parole.
Portai nuovamente un braccio sopra al tavolo, ma questa volta una stretta potente e salda mi afferrò il polso.
Guardai il verde sorpreso, ma lui non si mosse.
Si avvicinò al mio volto, poi sussurrò delle parole che mi fecero spalancare gli occhi.

-Le mie labbra sanno di fumo, il mio profumo è di fumo, perfino i miei vestiti sono impregnati del suo aroma, quindi se mai vorrai provarlo, io sono l'unica persona a cui dovrai chiedere-

Lo guardai senza riuscire a dire niente, poi mi lasciò andare il polso, ma subito io afferrai il suo braccio con forza.
-Spiegami cosa dovremmo essere noi due, perché non ci sto capendo più niente da questa domenica. Non riesco a toglierti dalla mia testa, mi sono sentito così dannatamente in colpa per averti colpito, per averti insultato ed ignorato. Saper di avere i tuoi occhi sempre addosso mi fa impazzire, ogni volta che ti tocco o sfioro il mio corpo freme, sei un maschio, perché provo tutto questo?- domandai disperato, subito Mingi mi guardò in modo serio, preoccupato.
Lo vidi contrarre i muscoli della mascella, poi alzò improvvisamente lo sguardo sui miei occhi per guardarmi al meglio dei modi.
-Io provo lo stesso, siamo l'opposto dell'altro, come hai detto tu, ma non posso negare l'attrazione che provo, non posso FOTTUTAMENTE nasconderla, non ci riesco. Ogni volta che ti vedo mi dimentico di tutto, di tutti, delle mille preoccupazioni che mi attraversano la testa. Se sei vicino a me io non posso fare a meno di sentirmi al sicuro, non ho idea del perché, del come. Dannazione siamo due ragazzi e per lo più tu sei un nerd ed io un biker, cosa ci potrebbe essere di più sbagliato di questo?!- disse alzando di poco la voce, ma facendo attenzione al fatto che io fossi l'unico a poterlo sentire.
Lo guardai mentre i suoi occhi iniziarono ad essere umidi, ma subito lui evitò il mio sguardo.
Improvvisamente si alzò prendendomi per un braccio fino a portarmi al bagno dei maschi, dove chiuse a chiave la porta.
In un attimo mi ritrovai con le spalle al muro, lui a nemmeno cinque centimetri dal mio volto ed il suo fiato caldo sul volto.
L'odore di fumo mi pervase le narici, chiusi per pochi attimi gli occhi, ma subito sentii qualcosa sfiorare le mie labbra, così subito riaprii le palpebre, scioccato.
Le sue labbra sfioravano le mie. Il verde fremeva. Avevo il fiato spezzato. Le nostre mani vicine, come i nostri corpi. L'attrazione fisica che provavo era più grande di qualsiasi cosa, tanto che dimenticai tutte le regole che mio padre mi impartì quando ero bambino, una delle quali:

"I maschi non possono amare
altri maschi"

"Un vero cristiano deve sposarsi ed avere figli"

"Sei mio figlio e continuerai a portare avanti il nome della mia famiglia"

Sentii la rabbia pervadermi, così allacciai le braccia intorno al collo del verde subito spinsi Mingi verso di me.
Le nostre labbra si unirono senza pietà, un bacio disperato, sì, era questo che ci stavamo dando.

Il mio primo bacio dato ad un maschio.

Le regole di mio padre mi passarono tutte davanti alla mente, i miei occhi erano chiusi, ma continuai a baciare disperatamente Mingi, sentendo le sue mani sui miei fianchi e sul mio addome muoversi senza sosta.

"Sei nato per avere moglie, un buon lavoro e figli. È questo che fanno i maschi"

La presa delle sue mani era forte, stretta, tanto che quando le infilò sotto la maglietta lo sentii graffiarmi i fianchi con forza, facendomi gemere sulle sue labbra.
Mingi ringhiò rumorosamente, poi gli morsi le labbra.
Restammo qualche secondo in quella posizione: corpi uniti, i miei denti sulle sue labbra, i respiri affannati, labbra rosse e gonfie, occhi socchiusi, le mani sul corpo dell'altro; disperati e vogliosi dell'altro.
Lasciai libere le sue labbra, poi prima di parlare riprendemmo fiato.
-Te lo c-chiederò di n-nuovo: cosa siamo?- domandai, ancora turbato.
-Io sarò per te qualsiasi cosa tu vorrai che io sia. Se desideri che io ti stia alla larga lo accetto, se desideri che io stia al tuo fianco non rifiuterò di certo, se vuoi che io mi comporti con te come un biker si comporta con un nerd, te lo scordi- disse ridacchiando.
-Qualsiasi cosa?- risi e lui annuì con un dolce sorriso stampato sulle labbra rosse.
-Vuoi sapere la mia risposta?- domandai, allora lui mi guardò curioso, nei suoi occhi giurai di aver visto un po' di speranza.
-Baciami- dissi e come in un secondo trovò nuovamente le mie labbra.
Il bacio questa volta fu molto più dolce e lento, anche se comunque passionale.
-Dovremo stare attenti, lo sai questo, vero? Non potrò di certo accompagnarti in classe la mattina, baciarti per darti il buongiorno e farti sedere sulle mie gambe. Siamo pur sempre due completi estranei agli occhi degli altri, due completi opposti- disse mostrando una parte di sé più seria, cosa che mi addolcì, anche perché ogni volta che prendeva una pausa per parlare mi regalava un bacio a stampo sulle labbra.
Mingi era diverso, diverso da tutti gli altri, non solo dai biker ed era proprio per questo che stavo ammettendo a me stesso di essere innamorato di un ragazzo, di lui.
Unimmo le nostre fronti e ridacchiammo di gusto.
-Siamo pazzi- dissi ridendo.
Sentimmo bussare sulla porta del bagno, infatti ci venne un infarto ad entrambi.
-Ragazzi, siete qui? Ho lasciato i vostri ordini sul tavolo insieme al conto- disse la cameriera, dovetti tapparmi la bocca per non scoppiare a ridere quando Mingi quasi cadde a terra dallo spavento.
Tornammo al tavolo dopo un ultimo bacio.

ᴏᴘᴘᴏꜱɪᴛᴇꜱ | ʏᴜɴɢɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora