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°°Friday

Quando arrivai a scuola vidi subito la Harley Davidson di Mingi, così sorrisi ed entrai dentro l'edificio scolastico.
Volevo vederlo a tutti i costi.

Sarà difficile.

Ricordai nella mia testa quelle due semplici parole, poi andai dritto al mio armadietto.
Posai i libri del giorno precedente e presi con me quelli di latino insieme alla versione che ci aveva assegnato per casa la professoressa.
Improvvisamente una figura mi si avvicinò, subito mi girai per trovarmi Mingi davanti, ma al suo posto trovai un ragazzo vestito sportivo: Seonghwa; era un jock, ma non uno di quei jock che si mettevano a prendere in giro gli altri o che si credevano i re della scuola, Seonghwa era un jock tranquillo che si vergognava, era molto timido, ma quando si trattava di giocare a qualche sport lui era il migliore, eravamo amici e nessuno aveva osato lamentarsi con lui di questo, lui era così gentile che non gli importava se tu fossi un nerd, un jock, un punk o qualsiasi altra cosa, lui riusciva ad essere amico di tutti, tranne che dei biker, nessuno ci riusciva -oltre me evidentemente-.
-Hey, come stai?- chiese facendomi sorridere.
-Bene, è da un po' che non ti vedo, dove sei stato?- feci io in risposta.
-Sono stato male per qualche giorno, ora sto bene- disse facendomi cambiare espressione.
-Che hai avuto?- domandai corrugando la fronte.
-Ho avuto alcuni problemi con... la mia famiglia- disse dopo poco.
-Mh, se hai bisogno di parlare con qualcuno io ci sono, ok?- risposi io vedendolo ancora giù di morale.
Lui annuì, poi mi regalò un sorriso dolce che mi fece sciogliere, sapeva veramente essere dolce e gentile.
-Hai visto Hongjoong? Volevo parlargli di una cosa- disse dopo poco, io scossi la testa piano, lui subito sbuffò, poi un braccio si frappose tra di noi, lasciandoci confusi.
-Potresti toglierti da qua? GRAZIE- urlò una voce familiare.
Guardai il ragazzo in faccia, riconoscendo Mingi.

Ma che sta facendo?

Seonghwa si scusò con me e se ne andò un po' confuso e forse anche un po' spaventato, o per lo meno preoccupato.
Guardai negli occhi Mingi, il quale subito si girò verso il suo armadietto, e così feci io con il mio.
Restammo in silenzio per qualche attimo.
-Cos'era quello?- domandai senza rivolgergli uno sguardo.
Lui continuò a far finta di cercare qualcosa nel suo armadietto.
-Vuoi proprio saperlo?- disse infine sbattendo l'armadietto con forza, spaventandomi.
Rimasi zitto come un pesce.
-Gelosia- affermò con grande sicurezza, stupendomi.
Sorrisi leggermente mentre aprivo un libro a caso per far finta di ripassare qualcosa.
-Poi venire da me oggi- disse dopo aver sbuffato.
Raccolse una cosa che gli era caduta a terra, poi riaprì l'armadietto recitando spudoratamente.
-A-a casa tua?- domandai sorpreso, cercando il più possibile di non rivolgergli uno sguardo per non destare sospetti.
-Sì, non provare a declinare l'offerta, chiaro?- disse, poi chiuse l'armadietto.
-Dopo scuola- finì lasciandomi da solo, sapendo di non potermi accompagnare in classe.
Andai dietro di lui poco dopo, guardando la sua giacca di pelle nera tirargli sulle spalle.
Era impressionante come i suoi pantaloni mettessero in vista in quel modo sia i suoi muscoli, il suo sedere ed anche le sue parti basse.
Ci pensai un attimo, di Mingi non riuscivo a trovare una cosa che non mi piacesse, perfino il fatto che fumasse dava al ragazzo un alone di mistero, un'aura affascinante.
Tutto di Mingi mi piaceva, sia fisicamente che caratterialmente, ma sapevo che avrei dovuto ancora scoprire molto su di lui, alla fine eravamo solamente all'inizio.

Entrai in classe tranquillamente e mi andai a sedere al primo banco della fila vicino alla finestra.
Mingi, invece, andò dagli altri biker infondo alla classe.
Non mi girai a guardarli, se l'avessi fatto sicuramente uno di loro sarebbe venuto a prendermi in giro, non volevo apparire come un debole davanti a Mingi, no.
Posai i libri sul banco, poi guardai fuori dalla finestra, cercando di trovare qualche uccellino tra i rami degli alberi.
Quando ne vidi uno sorrisi subito, mi era sempre piaciuta la natura, più in particolare gli animali.
Improvvisamente una mano sbatté sul mio banco facendomi sobbalzare sulla sedia per lo spavento.
Guardai dritto in faccia il ragazzo che avevo davanti, turbato.
Sbiancai in volto, deglutii, il cuore smise di battere per un istante.

Bonhwa.

Era il biker che più avesse reso la mia vita scolastica un incubo in assoluto, era tornato dopo un lungo periodo di sospensione, avevo completamente dimenticato la data del suo ritorno, ma soprattutto aveva cercato di lasciarmi in pace il più possibile nell'ultimo anno, anche perché l'anno passato aveva avuto quasi l'espulsione a "causa" mia, eppure era tornato.
Avevo dei conti in sospeso con lui, ma non avrei mai provato a combatterlo, nemmeno davanti ai professori, l'unica cosa che potessi fare era starmene tranquillo e provocarlo ogni tanto solo per il gusto di irritarlo.
-Ma chi c'è qui, il mio nerd preferito!- rise prendendo una matita dal mio astuccio.
Mi limitai a guardarlo negli occhi, serio, sperando che il professore entrasse il prima possibile in classe.
-Bonhwa, cosa vuoi?- domandai scocciato ed irritato allo stesso momento.
-Oh, niente. Volevo semplicemente farti capire che non ho smesso di torturarti, anzi, è tutto il contrario, ora che sono tornato penso che mi darò da fare per recuperare il tempo perso, che ne dici?- rise avvicinandosi pericolosamente al mio volto.
I biker risero tutti, tranne uno che aveva i capelli verdi, il quale si limitò a guardare, attento.
-Che ne dici di farti una vita invece di rompere il cazzo a chi non ti ha fatto niente?- sputai veleno, sorprendendo sia lui, il resto della classe e me.
Il corvino ringhiò, gonfiando il petto d'aria per cercare di non dar di matto.
-Stai ben attento alle parol- non fece in tempo a finire di parlare che una voce familiare tagliò l'aria.
-Lascialo perdere, non otterrai niente da uno come lui in ogni caso, non ha mai il portafoglio con sé, non si gode nemmeno a farlo piangere, ci ho provato. Secondo me non sei nemmeno riuscito a fargli versare una lacrima, o sbaglio? Bene, io ci sono riuscito giusto qualche giorno fa, peccato che in compenso ho preso uno schiaffo in pieno volto. Il professore, comunque, è proprio qui fuori, evita di farti espellere- Mingi fulminò il corvino.
Mingi mi sorprese con le sue parole, effettivamente si era alzato e si era messo davanti al banco dietro di me, aspettando prima di mettersi seduto sapendo che la conversazione con Bonhwa non fosse finita.
-Nuovo, eh? Fai attenzione, qui sono io che comando- disse a denti stretti andando verso il verde, fronteggiandolo a meno di dieci centimetri di distanza.
-Proprio perché sono nuovo non devi sottovalutarmi, Bonhwa- disse solennemente il più alto dei due.
-Ed ora, se permetti, vai al tuo posto prima che ti venga la voglia di baciarmi e smettila di rompere il cazzo quando tutti stiamo tranquilli almeno per una volta, i tipi come te mi irritano, si credono Dio sceso in terra. Idiota- finì assottigliando gli occhi, scacciando il corvino con la coda tra le gambe.
Il resto dei biker lo guardarono con stupore, forse ammirazione, era abbastanza risaputo che la "dittatura" di Bonhwa non fosse molto supportata dai Biker, ma comandava solamente colui che avesse vinto una corsa, una lotta corpo a corpo o la fiducia di tutti i Biker.
Era stato incredibile, ma non mi girai nemmeno per guardare Mingi in volto.
L'avrei ringraziato a casa sua.

ᴏᴘᴘᴏꜱɪᴛᴇꜱ | ʏᴜɴɢɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora