Antichi Rituali

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L'ideologia dell'uomo moderno propone una concezione lineare di un passato assai remoto che
sorge dal nulla e che tramite un decorso ascensionale di progresso "terreno" si rifugia magicamente
in ipotetici regni "ultraterreni", quindi sfociando ancora una volta nel nulla più assoluto. Per le
antiche streghe pagane europee - e per le streghe esistenti tutt'oggi - ogni movimento naturale
terrestre era inserito all'interno di un ciclo, partendo da quello annuale fino ad arrivare nello
specifico a quello stagionale o addirittura lunare. Tramite questa prospettiva le streghe considerano
il termine di ogni ciclo non una fine assoluta ma momentanea, poiché ogni essere vivente - dagli
animali alle piante - riesce a generare per mezzo della sua nascita, la sua morte e la sua rinascita,
una sorta di rianimazione cosmica che produrrà inevitabilmente un nuovo ciclo, analogo a quello
precedente, seppure differente.
Per meglio renderci conto di come possa essere inconfutabile questa teoria potremmo cominciare ad
osservare attentamente ciò che da millenni esiste intorno a noi. La Natura tutta detta i propri cicli
continuamente, così che ad ogni estate segua un nuovo inverno e ad ogni plenilunio sussegua un
novilunio. Basta guardarsi attorno per comprendere come funziona. Per noi streghe tutto ciò non ha
nulla a che vedere con princìpi fideistici o astruse teorie astro-scientifiche, bensì reputiamo reale e
concreto ciò che la Natura da sempre ci mostra, e tutto ciò sotto i nostri occhi, tutto alla luce del
sole e soprattutto della luna.
Questa concezione ciclica del tempo la possiamo sintetizzare graficamente in otto punti, ciascuno
dei quali corrisponde ad un determinato lasso di tempo o di passaggio sacro che in Stregheria è
concomitante con i cosiddetti Sabba, suddivisi in maggiori e minori. Ogni Sabba porta con sé un
bagaglio storico-mitologico non indifferente ed è in analogia con l'evoluzione del sole e della luna
secondo il ciclo annuale dell'esistenza terrestre. Gli otto Sabba annuali della Stregheria prevedono
la divisione di due cicli ben definiti: il primo è determinato dall'evoluzione solare, attraverso i due
solstizi e i due equinozi; il secondo si può ulteriormente suddividere in quattro fasi che per
comodità chiameremo "agrarie", e cioè semina, fioritura, maturazione e raccolto.
Dunque due grandi cicli che viaggiano su corsie differenti ma equidistanti e su un'unica carreggiata,
con un sincronismo ed una sinergia tale da far sì che l'intera vita sulla Terra ne subisca l'influenza.
Queste otto grandi feste quindi per noi streghe fungono da veicolo di riconnessione corporale e
spirituale con la Natura e sono, sin da tempi antichissimi, un valido calendario utilizzato anche da
tutte le altre correnti spirituali naturalistiche perlopiù legate al paganesimo. Le streghe italiane
suddividono dunque le ricorrenze in Sabba e feste minori.
Al primo gruppo appartengono gli otto Sabba della Ruota delle streghe, a partire da Saturnalia o
Samhain, dalla quale comincia l'anno stregonesco, al secondo gruppo tutti gli Pleniluni. Nella
tabella sottostante possiamo confrontare le denominazioni celtiche delle otto ricorrenze della Ruota
delle streghe con il loro relativo periodo di decorso ed il loro nome in gergo stregonesco italiano,
tenendo presente che alcune di esse possiedono una data "culmine" ben precisa in cui la forza della
ricorrenza Sacra raggiunge il suo apice di energia cosmica.
Il Sabba, così da sempre legato all'immaginario collettivo riconducibile al consesso notturno o
diurno di gruppi organizzati o singoli individui iconograficamente conosciuti con l'appellativo
"streghe" è dunque la massima espressione del nostro culto lunare. Iconograficamente, appunto,
poichè la struttura sabbatica si differenzia a tratti da ciò che comunemente c'è stato dato intendere da chi nel corso dei secoli ci ha cristianamente imposto cercando di accomunare minoranze
religiose dedite a culti ancestrali, nella fattispecie lunari.Di certo ancora oggi il termine lascia
immaginare il fervore notturno che uomini e donne di altri secoli hanno immancabilmente provato,
complice pure un'innegabile dose di proibizionismo.
Il Sabba. Gioia di una notte, rosa purpurea. E di quella rosa l'essenza a gocce s'impila solida a
stalattite per arrivare concreta fino a qui, tempo in cui il romanticismo ha lasciato suo malgrado
posto all'insensibilità comune e statica.

Sabba o Tregende
- 31 ottobre su 1 novembre - Calenda - Capodanno magico
- 20 su 21 dicembre - Saturnalia - Solstizio d'inverno
- 1 su 2 febbraio - Candelora - Primavera magica
- 20 su 21 marzo - Primiera - Equinozio di primavera
- 30 aprile su 1 maggio- Calendimaggio - Estate magica
- 20/24 giugno - Le Erbe o San Giovanni - Festa della rugiada e delle erbe
- 31 luglio su 1 agosto - Il Raccolto - Festa del raccolto
- 20/23 settembre - Secunda - Equinozio d'autunno

Feste minori
- 7 gennaio - Mascherata - Carnevale
- 15 agosto - Mezzestate - Ferragosto
- ogni 28 giorni circa - Pallas o Plenilunio - Luna piena

A loro volta i Sabba si dividono in maggiori e minori. Ai Sabba Maggiori appartengono le quattro
feste principali del calendario stregonesco quali: Calenda, Calendimaggio, Candelora e Il Raccolto;
ai Sabba Minori: Saturnalia, Primiera, Le Erbe e Secunda. Calenda e Calendimaggio in particolare
contribuiscono all'equilibrio esoterico della Ruota delle streghe, in quanto fungono da portali magici
tra il mondo delle Ombre ed il nostro.
La maniera ottimale per comprendere il significato di queste festività potrebbe essere quella di
provare a viverle nella loro completezza spirituale, perché ognuna di esse è ricettacolo di forza
universale e potrebbe farci correre il rischio, una volta tanto, di lasciarci alle spalle, anche solo per
un attimo, la futile quotidianità che ci ha oramai inscatolati.

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