Terra di luce, cielo di terra. La stregheria, quella vera, ha le mani sporche di terra, ed è soprattutto con questa festa che ne celebriamo la fertilità. Il rituale del sabba non deve servire solo per l'elevazione spirituale, ma anche per la richiesta e la celebrazione dei beni e dell'abbondanza che la terra ci offre. La magia, a nostro parere, non scaturisce da un'oretta di meditazione ma ha profonde radici agresti.
I rituali popolari del Maggio propiziavano la riconciliazione con il pieno rifiorire della natura, con la vitalità e la passione umana, ma erano necessari innanzitutto per favorire l'abbondanza delle messi, la rigenerazione naturale e la fertilità del terreno. Per la strega questo è anche il momento in cui è giusto abbandonare le difficoltà affrontate nella fase oscura, per riuscire a purificarsi completamente ed aprirsi alla vita.
Mentre Calenda segna l'inizio dell'inverno e della metà oscura dell'Anno,Calendimaggio rappresenta il momento di transizione dalla prima alla seconda metà dell'Anno, quella luminosa. La parola stessa Beltane, tradotta dal gaelico, significa "i fuochi di Bel" questa festa era infatti celebrata in onore del Dio Bel ( Beil o Belenos) il grande Dio della Luce e simboleggiava la vittoria della luce sulle tenebre.
Calendimaggio, come Calenda, è un momento particolare, in cui il nostro mondo e gli altri mondi si incrociano, donandoci la possibilità di entrare in contatto con spiriti e Fate. Pianta sacra di questa festa è infatti il Biancospino, strettamente connesso al mondo delle Fate che, secondo la leggenda, abiterebbero nella pianta stessa. Il Biancospino è l'albero della speranza, del piacere e della protezione; il tabù che proibiva di tagliarne i rami e di portarli in casa era annullato
tradizionalmente alla vigilia di maggio.
I falò rituali venivano accesi a coppie rappresentando la congiunzione maschile e femminile e propiziando la fertilità, la "coniunctio". Emblema di questi incroci fra i mondi e dell' unione fra maschile e femminile, è la croce decussata, cioè la X, due triangoli aperti, uno sopra l'altro, simboleggianti lo scambio e l'apertura tra le dimensioni che avviene in questo sabba. Ma la X rappresenta anche la moltiplicazione e quindi la fertilità, i semi piantati a calenda sono diventati alberi bellissimi che adesso si ricoprono di frutti. Usanza diffusissima era quella di portare nelle piazza del villaggio un grande albero (di chiara simbologia fallica) e di adornarlo con i frutti della terra.
L'appendere frutti e vivande era un gesto di ringraziamento alla divinità, ma era anche basato sul concetto di magia simpatica, a cui teneva molto il contadino, per il quale il simile produce il simile.
Queste tradizioni derivavano con ogni probabilità dall'area nordico-celtica dove il culto arboreo era molto diffuso, ma le ritroviamo anche nelle tradizioni romane dei floralia quando nei calendi di maggio, dopo aver ballato e cantato, si propiziava l'abbondanza con rituali a sfondo orgiastico.
L'albero dell'anno precedente veniva bruciato danzando e "facendo il giro tre volte verso sud"; i campi venivano cosparsi di queste ceneri che avevano valore esorcizzante e fertilizzante Portare l'albero all'interno del paese era un modo per portare a tutti lo spirito che vi risiedeva e farlo diffondere nel villaggio assicurando la prosperità e la rinascita. In seguito a questo spirito arboreo venne dato un aspetto antropico, che riscontriamo in figure come Pan e Priapo, sovente rappresentati con volto umano e attributi agresti, o con grandi falli a simboleggiare la loro natura fecondatrice e vitalizzante. Da queste rappresentazioni presero vita alcune tradizioni tutt'ora espletate in Italia, in cui lo Spirito Silvano, personificato con bambole e pupazzi, viene arso nei falò simboleggiando la natura che muore per poter rinascere (e non il successivo significato cristiano di purificazione dal male).
L'uso di accendere i falò, saltarli o condurre il bestiame tra le fiamme era comune in tutta Europa, come le gare di corsa con le torce accese nei campi e nei pascoli. Il fuoco quindi sia sottoforma di falò che di torcia o di cenere è un mezzo che assicura la prosperità agli uomini, ai campi e agli animali, propiziando la crescita e la fertilità ma anche allontanando pericoli e calamità. Anche oggi la preghiera è così viva: la regina di maggio, adornata di corone di biancospino, e il panico signore dei boschi saltano sul fuoco benedicendo con amore e spirito creativo. E anche oggi a Calendimaggio i fuochi scaldano la pelle delle streghe, i cuori di seta si riempiono di luci, si danza senza posa e negli occhi ride l'arte di amare.
STAI LEGGENDO
Antichi Rituali
SpiritualL'ideologia dell'uomo moderno propone una concezione lineare di un passato assai remoto che sorge dal nulla e che tramite un decorso ascensionale di progresso "terreno" si rifugia magicamente in ipotetici regni "ultraterreni", quindi sfociando ancor...