Prologo

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-ATTENZIONE PLZ-

Ci tengo ad avvisare i lettori più "sensibili" che in questo capitolo ci sarà la presenza di alcune scene di bullismo. Non sono molto pesanti, ma preferisco avvisare per non turbare nessuno. Nel caso, potete saltare direttamente al capitolo seguente senza problemi. Buona lettura!


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Non sono mai stata orgogliosa della mia infanzia. 

Dopo aver passato l'asilo ed i primi anni delle elementari a subire le prese in giro dei miei compagni perché considerata debole, non appena cambiai scuola facendo il mio ingresso nella nuova classe, ero più che decisa a dimostrarmi forte ed intoccabile. Purtroppo però, l'infanzia non permette di comprendere appieno i gesti, le parole ed il loro relativo peso, lasciando spazio solo alla sincerità dei propri sentimenti, che siano positivi o meno. 

Con i modi di fare da bullo che imitai dai miei precedenti compagni di classe, riuscii a legare con due bambini di nome Masaru e Okura, ed insieme prendemmo di mira i più deboli. Nel profondo, sapevo che c'era qualcosa che non andava nel mio atteggiamento, ma a quei tempi ero troppo infantile per comprendere che sfogare la mia rabbia repressa ed accumulata negli anni su bambini indifesi che non mi avevano fatto alcun male, fosse un qualcosa di tremendamente sbagliato.

Il bersaglio preferito del mio piccolo gruppo era un bambino in sovrappeso di nome Taishiro Toyomitsu. La sua continua allegria ed il suo incrollabile sorriso era un qualcosa che ci dava sui nervi, e non potevamo fare a meno di prenderlo di mira ad ogni occasione. Durante gli ultimi anni delle elementari, oltre a rubargli il pranzo che si portava da casa ogni giorno, a farlo inciampare nei corridoi e a chiamarlo 'ciccione' davanti a tutti, la nostra azione peggiore nei suoi confronti fu un grande disegno sulle piastrelle dei bagni che lo raffiguravano intento a divorarsi l'intera scuola. Tornammo in classe come se nulla fosse, e durante l'intervallo seguimmo Taishiro quando venne chiamato da uno dei nostri compagni dopo che aveva scoperto la nostra opera d'arte. 

Una volta che sporgemmo la testa oltre la porta dei bagni, notammo immediatamente il bambino scrutare con aria confusa il disegno sulle piastrelle. Non vedendo in lui una reazione soddisfacente, Masaru e Okura si avvicinarono a Taishiro con un'espressione divertita sul volto.

"Allora? Che ne pensi?" rise Okura.

Mi avvicinai anche io per cercare di comprendere il motivo per cui Taishiro non avesse dato alcun segno di destabilizzazione.

"Che ne penso?" parlò il bambino, per poi voltarsi verso di noi con un enorme sorriso. "Penso che se mangiassi l'intera scuola potrei diventare davvero fortissimo! Sì che allora la strada per diventare un vero eroe sarebbe ancora più semplice!"

Purezza. 

Fu la prima parola che passò nella mia mente in quel frangente, e qualcosa dentro di me mi ferì in maniera indescrivibile. Una strana fitta mi trapassò lo stomaco e non riuscii ad identificare con esattezza l'emozione che stavo provando. Nel frattempo i due bambini, indispettiti dalla reazione di Taishiro, lo spinsero contro uno dei lavandini ed iniziarono a colpirlo con ripetuti pugni. Solamente alcuni anni dopo sarei riuscita a comprendere il motivo per cui i miei muscoli si erano congelati davanti a quelle parole piene di dolcezza.

"F-Fermatevi un momento!" sbottai senza pensarci troppo, e quando i due si voltarono dubbiosi verso di me, non seppi come continuare la frase.

"Allora? Cosa c'è?" chiese Masaru.

"Che cosa diavolo state facendo?" sbraitò la maestra irrompendo nei bagni e avventandosi sui due bambini per allontanarli da Taishiro.

Notò solo successivamente il disegno sul muro ed iniziò a spingere i bambini verso il corridoio con aria furente. 

NO SHAME - Fatgum x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora