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T/N's POV


Per via del lavoro dei miei genitori, non appena conclusi l'ultimo anno delle elementari, mi trasferii con loro nella città d'origine di mia madre ad Hokkaido, e frequentai una scuola per eroi riuscendo a prendere la licenza. Sicuramente non era allo stesso livello della UA, ma ai tempi non avevo avuto altra scelta. 

Nonostante il mio non fosse un quirk dei più potenti, era sicuramente parecchio versatile. Ero in grado di controllare i miei capelli nella loro interezza, allungandoli a piacimento per permettermi di afferrare o colpire, e anche di rendere il singolo capello rigido come uno stiletto per utilizzarli come offensiva. Il nome da Hero che avevo scelto mentre frequentavo la scuola per eroi era Hayris, semplice e funzionale.

Gli anni passarono fin troppo in fretta e superai di gran lunga la maggiore età senza neanche accorgermene. Ero riuscita a tornare nella mia città natale da pochi giorni, e mi ero messa subito all'opera per cercare un'agenzia in grado di assumermi per poter  finalmente rendere la mia passione un lavoro vero e proprio.

Quella sera, stavo percorrendo la strada per ritornare a casa dopo una lunga giornata passata a fare colloqui con alcune agenzie, e non sapevo ancora che da lì a poco sarebbe successo qualcosa che avrebbe ribaltato completamente le mie certezze. 

Stavo camminando a passo lento godendo dei colori caldi del tramonto riflessi sui grattacieli della città e, appena giunsi davanti al portone del mio condominio, aprii la borsa alla ricerca delle chiavi. Come al mio solito, il disordine che mi aveva sempre contraddistinto mi impedì di trovarle al primo colpo e fui costretta ad appoggiare la borsa ad un piccolo muro di fianco all'ingresso per poter frugare meglio. Quando finalmente le trovai, promisi mentalmente a me stessa che avrei riordinato quella borsa appena salita in casa, e mi apprestai ad avvicinarmi al portone. 

"Aiuto! Aiutatemi, vi prego!" gridò una voce femminile poco lontano. "Mi hanno derubato!"

Mi voltai in direzione della voce, ma non appena i miei occhi tentarono di focalizzare la scena, una folata di vento dovuta ad uno spostamento repentino mi scompigliò i capelli. Girai la testa nella direzione opposta e riuscii a notare la figura di un uomo con una borsa tra le mani entrare nel vicolo di fianco al mio appartamento ad una velocità surreale. Non esitai un istante e mi precipitai all'inseguimento.

Svoltai l'angolo e notai il ladro rallentare di colpo, continuando a correre ma ad una normale velocità. Voltò poi lo sguardo, e mi scoprì mentre lo osservavo e non accennavo a fermare la mia corsa. Probabilmente si accorse delle mie intenzioni perché lo vidi tentare di accelerare nuovamente senza successo; probabilmente il suo quirk aveva un tempo limitato di utilizzo. 

Attivai la mia Unicità allungando i capelli per cercare di afferrarlo, ma riuscì a schivarli e cambiò repentinamente direzione svoltando l'angolo. Giungemmo nella strada principale e mi ritrovai circondata dalla folla di gente intenta a tornare a casa dopo la lunga giornata lavorativa. Lo cercai con lo sguardo per poi riuscire ad individuarlo grazie alle urla di alcune persone che venivano urtate dal fuggitivo. Lo vidi rientrare in un altro vicolo poco più avanti e continuai il mio inseguimento. Nonostante il mio quirk non fosse uno dei più adatti, non avevo intenzione di mollare.

Purtroppo, il ladro attivò nuovamente la sua Unicità e sparì completamente dalla mia vista. L'idea di lasciar perdere mi dava sui nervi e proseguii comunque decisa a continuare a seguirlo. Un grido di terrore lacerò l'aria serale ed il buio di quei vicoli fin troppo stretti, e mi bloccai sul posto cercando di individuarne l'origine. Temendo il peggio, mi mossi a passo svelto per scoprire quello che stava succedendo e, quando superai un paio di piccoli isolati, mi voltai in una stradina laterale scoprendo il motivo dell'urlo. 

Il ladro che stavo inseguendo, era trattenuto da un uomo alto, parecchio grosso e con indosso una tuta gialla. Il malvivente sembrava essere incastrato nella pancia di quello che identificai come un Hero, e mi avvicinai lentamente per osservare la scena.

"Eddai, non fare storie!" rise l'eroe trattenendolo a sé come se fosse intenzionato a farlo svenire per mancanza di ossigeno.

Quando mi trovai al suo fianco, il ragazzo si voltò verso di me continuando a bloccare il ladro tra le braccia. I suoi occhi percorsero ogni centimetro del mio corpo, probabilmente cercando di capire se ero una minaccia o meno, ma notai che, con il passare dei secondi, si facevano sempre più increduli.

"Ehm, perdonami." mormorai con un lieve sorriso estraendo dalla borsa la mia licenza da Hero. "Ho inseguito quel tizio fino a qui dopo averlo visto fuggire con quella borsa e..."

Mi bloccai quando notai lo sguardo del ragazzo divenire particolarmente attento nei confronti della mia licenza. Si avvicinò, e dovette piegarsi, data la sua altezza, per leggere ogni parola. Poco dopo, sul suo volto comparve un grande sorriso mentre i suoi occhi scorrevano veloci tra il documento ed il mio volto.

"N-Non riesco a crederci!" mormorò sbarrando gli occhi su di me ed arrossendo leggermente. "T-T/C! S-Sei davvero tu?"

"C-Ci conosciamo?" 

"Non mi riconosci?" rise indicandosi. "Sono Taishiro Toyomitsu! Andavamo insieme alle elementari! Ma che bello vederti! Sapevo che ti eri trasferita ad Hokkaido, dico bene?"

Mi congelai sul posto e sentii il sangue defluire a terra nel giro di un secondo. 

Rimasi immobile ad osservarlo per alcuni secondi mentre, tutte le tremende sensazioni che avevo tanto sperato di dimenticare negli anni, tornarono a galla sfondandomi lo stomaco. 

"T-T/C?" mi chiamò. "Va tutto bene?" 

"C-Certo..." mormorai tentando di ricompormi e riposi la mia licenza nella borsa.

"Sicura?" chiese di nuovo con un sorriso intenerito. 

"S-Sì..." sospirai abbassando lo sguardo non riuscendo a guardarlo dritto negli occhi, ma indicai l'uomo che ancora tratteneva contro la sua pancia. "Credo...Credo sia svenuto."

"Uhm? Oh, giusto!" Taishiro lasciò andare il ladro che, come da aspettativa, aveva perso i sensi, e con gesto sicuro se lo caricò in spalla. "Andiamo alla centrale di polizia prima che si svegli."

"Anche io?"

"Certo! Hai assistito al furto, no?" sorrise volgendo lo sguardo nella mia direzione.

"S-Sì, ma..." cercai di ribattere.

"Allora andiamo! Consegniamo questo tizio alla giustizia e poi parleremo! Ho tantissime cose da chiederti! Sono un sacco curioso!" 

Deglutii a vuoto davanti ai miei sensi di colpa divenuti tremendamente reali e claustrofobici al punto di togliermi l'aria. Non riuscivo a comprendere perché Taishiro si comportasse in quel modo così confidenziale con me, come se fossimo sempre stati amici nel corso degli anni. Gli avevo fatto dei torti non da poco durante l'infanzia, per non parlare di quel terribile incidente, eppure lui era lì davanti a me e sorrideva come suo solito. A prima impressione, da quel punto di vista non era affatto cambiato. Era l'ultima persona che avrei sperato di incontrare al mio ritorno dato che era l'unico in grado di scoperchiare il vaso di Pandora che mi portavo dentro. Temevo che da lì a poco non sarei più riuscita a reggere. 


NO SHAME - Fatgum x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora