Era una giornata tranquilla.
Niente avrebbe potuto turbare la calma atmosfera di quel pomeriggio d'autunno.
L'Isola continuava ad essere quel punto di riferimento in mezzo al mare, come aveva fatto nei secoli precendenti: l'Isola dei Cavalieri era rimasta pietrificata, era stata vittima di forti sconfitte e i suoi abitanti spesso si erano ritrovati a terra, doloranti.Ma adesso, dopo quindici anni dalla vittoria contro Stria e la vincita sul Male con la battaglia contro la Regina dei Ragni cinque anni prima, l'Isola dei Cavalieri tornava a splendere della luce che solo il Bene può emanare.
Il sole splendeva alto nel cielo sereno, non vi era una nuvola a gettare ombra sul posto, una fresca e leggera brezza soffiava da nord, seppur il caldo dell'estate passata ancora lasciava le sue impronte.
Mano a mano che ti avvicinavi alla spiaggia aumentava l'odore di salsedine e il rumore delle risate dei gabbiani che volavano alti, da soli o a piccoli stormi - e a loro si univano i ruggiti, di tanto in tanto, dei draghi che uscivano dalle stalle per brucare la dolce erba e per spalancare le loro immense ali, stiracchiarmi e appisolarsi sotto un qualche albero.Il Villaggio non era particolarmente rumoroso: si teneva il mercato stagionale e le vie principali erano adornate dai banchi con sopra il materiale esposto - dal cibo all'oggettistica più varia.
Donne passeggiavano per queste vie, con cesti in mano e un fazzoletto in testa, in modo da pararsi dal sole pungente.Gli uomini al porto preparavano le imbarcazioni e istruivano figli e figlie e giovani vari a partire per mare, a scrostare la barche e strecciare le reti senza romperle.
I bambini uscivano ed entravano delle case, arrotolando calzini e stoffe sporche in modo da formare palloni da calcio, poi si rincorrevano per le stradine abbandonate, quelle meno percorse, quelle più libere.
Sì era davvero una giornata tranquilla sull'Isola dei Cavalieri.
Ma ecco che appena salivi su quella sterrata via verso la cima di quelle che sembrano ancora rovine, adesso c'erano altri rumori ad occupare il silenzio quotidiano: il clangore di spade, corpi che cadevano, urla, gemiti di sforzo, risate e passi tranquilli, corse e semplici conversazioni riempivano l'atmosfera di quella vivacità che rimaneva nascosta proprio in mezzo alle vecchie rovine, che adesso erano diventate accademia, Cittadella.
Erano i Cavalieri della Rosa d'Argento.
Erano i più, quelli che si trovavano negli spazi esterni ad allenarsi, ad osservare gli altri, a parlare con gli amici o a fare due passi da soli.
Altri erano dentro, nella Sala delle Esercitazioni o nell'ingresso, in quest'ultimo posto infatti spesso si trovavano i più giovani - o talvolta i più anziani - a prendersi un meritato risposo.Gli allenamenti erano ripresi da poco più di un mese: durante l'estate, infatti, tutto ciò che era obbligatorio era diventato facoltativo - ad eccezione del dover restare sull'Isola e del dover allenarsi un minimo.
Il filo sospeso durante quei tre caldi mesi adesso era tornato forte e ancorato al proprio gancio, e tutto era tornato alla normalità.Era veramente una giornata tranquilla.
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[silver rose's knights]
Random〷 ROLEPLAY 〷 I Cavalieri della Rosa d'Argento vennero rifondati dal coraggioso Ombroso, elfo senza patria e con il cuore pieno di pace, gioia e determinazione. Ombroso divenne il Generale Audace, e insieme ai suoi amici fece tornare in vita l'antic...