Near si svegliava ogni notte alle 3.
Non aveva idea del perché di questo fatto e andò avanti così almeno per una settimana intera prima che il suo genio realizzasse una buffa coincidenza.
Dopo che lui si svegliava sentiva sempre dei passi in corridoio di qualcuno dei suoi compagni che andava in bagno. Non aveva mai avuto la curiosità di andare a vedere ma una sera aprì la porta giusto abbastanza da scorgere la figura di Mello che percorreva il corridoio, e fin qui non aveva notato nulla di strano se non fosse stato che anche per tutta la settimana successiva era sempre e solo Mello la persona che a quell'ora precisa si recava in bagno. Come un orologio svizzero, Near si svegliava, Mello andava in bagno.
Near non riuscì tuttavia a dare nessuna spiegazione a questo strano avvenimento però ogni giorno si affacciava per constatare stranito che i suoi sensi non gli stavano giocando uno scherzo ma era così e basta.
Una notte Mello si fermò lungo il corridoio.
-Smettila di fissarmi Near, pensi che non me ne sono accorto durante la settimana?-
Near indietreggiò.
Mello si voltò verso di lui e iniziò a camminare, l'albino trovò la cosa molto inquietante visto il silenzio rotto solo dai passi di marcia del biondo.
-Ma che cazzo hai da guardare?-
-Ho notato una cosa molto strana, mi sveglio sempre a quest'ora e poi ti vedo passare davanti a camera mia- spiegò Near, dopo una breve riflessione su cosa rispondere aveva deciso di buttare tutto sulla ricerca scientifica della verità che dà motivo al mondo di girare in un certo modo.
-E allora, moccioso? Che cazzo vorrebbe dire? Se ti svegli rimettiti a dormire idiota!- gli ringhiò contro Mello, che si era auto-invitato in camera sua.
-Si ma non lo trovi strano anche tu?- ribattè Near senza riuscire a trovare una risposta fastidiosa come faceva di solito, era semplicemente incuriosito da quello strano fenomeno e se scoprirne la causa implicava di ragionarci con Mello lo avrebbe fatto senza esitare.
-Mi veniva da pisciare, e allora? Si vede che devo pisciare a quest'ora e basta!-
Calò il silenzio, Near si rese conto che sarebbe stato inutile continuare a chiedere qualunque cosa all'altro dato che rifiutava categoricamente che ci fosse un motivo più interessante per questa coincidenza.
L'albino smise di pensare e si avviò verso il letto per poi sparire sotto le lenzuola.
Mello si sentì di nuovo turbato e fuori posto come solo Near riusciva a farlo sentire.
-Ma che cazzo stai facendo!?-
-Faccio come mi hai detto, torno a dormire-
-Ma nano del cazzo non ti dà fastidio che io sia ancora qui? Che problema hai? Ti pare normale comportarti così?-
-Non vedo dove sia il problema, tu devi andare in bagno e io devo rimettermi a dormire-
Mello sentì la sua rabbia ribollire in corpo, quel maledetto nanerottolo si prendeva gioco di lui come sempre.
Si precipitò vicino al letto e tirò via tutte le coperte lasciando esposto il suo rivale.
-Hm? Che c'è?- chiese impassibile quello, ignorando in tronco la foga con cui Mello aveva compiuto quell'azione.
Il biondo lo fissò e complice forse l'ora, forse il silenzio, si sentì enormemente a disagio davanti a quella figura sdraiata sul letto con i capelli incolti, la maglietta del pigiama che lasciava scoperta la pelle bianca e candida da cui spiccavano le clavicole in modo netto e visibile.
Il petto di Near si muoveva lento, il suo respiro era calmo e pacato come sempre, Mello si trovò improvvisamente a indugiare sul suo viso, le palpebre leggermente abbassate che contribuivano a conferirgli un' espressione vuota, il naso leggermente a punta e la bocca socchiusa... la bocca socchiusa, questo dettaglio iniziò a infastidire Mello, perché la bocca era socchiusa? Abbastanza da lasciare intravedere i suoi denti, anche quelli bianchi come il resto del suo essere.
Near iniziò a notare che effettivamente c'era qualcosa di molto strano nel comportamento del suo rivale e non si sentì più molto a suo agio in quella posizione, così iniziò a tirarsi su e per la prima volta nella sua vita dovette rendersi conto dell'enorme errore di calcolo che aveva causato quell'azione.
Infatti si ritrovò a pochi centimetri dal viso del biondo senza volerlo.
Mello emise un sussulto appena percettibile.
Near non avrebbe saputo quantificare il tempo per il quale erano rimasti in quella maniera, sembrava infinito.
Per errore aveva fatto incrociare i loro sguardi che forse non si erano mai uniti prima di allora.
Non aveva ben chiaro il da farsi, non sapeva se spostarsi o scusarsi, ma lentamente iniziò a trovare un conforto 'scientifico' in quella situazione.
Gli occhi di Mello erano molto belli da guardare così la sua mente iniziò ad analizzarli per bene, cercando ossessivamente il colore a cui paragonarli, non era l'acqua e non era il cielo, quale era questo azzurro?
Mentre cercava la risposta a questo enorme dilemma fu disturbato nelle sue riflessioni da un paio di labbra che si posarono sulle sue.
Per i primi attimi non capì bene cosa stava accadendo, se ne rese conto solo dopo quando sentì una stranissima sensazione nel suo corpo, come se qualcuno avesse acceso il motore di un automobile ferma da tempi immemori.
Ebbe la sensazione come se il suo corpo piano piano iniziasse a funzionare, come se ci fosse effettivamente del sangue nelle sue vene.
Ma cos'era quella sensazione?
Cercò di trovare una spiegazione scientifica ma il suo corpo iniziò a fare da solo, come se il cervello fosse andato fuori uso, la sensazione sempre più forte della perdita di identità.
Near non era più Near, Near era anche Mello in parte.
Non aveva senso razionale eppure non seviva il senso.
Mello continuò a baciarlo con sempre più foga, il suo cervello era a fuoco, non sapeva se fosse la rabbia impazzita che si manifestava in strane forme senza senso oppure se fosse qualcosa di molto più grave.
Mello in quel momento era tutto, come se tramite quell'unica azione avesse assorbito il mondo intero.
Si posizionò sopra l'albino senza staccare le loro labbra.
Iniziò a sfiorare le mani abbandonate sulle lenzuola del suo rivale per poi scendere e insinuare la sua mano sotto la maglietta di Near e stringergli un fianco.
Era così magro.
Una delle mani dell'albino all'improvviso si piazzò tra i suoi capelli biondi e sentendosi incoraggiato continuò a baciarlo con più foga di prima.
Lentamente fece coincidere le loro intimità, le cui erezioni si percepivano attraverso i vestiti.
Near emise un leggero lamento.
-Sono vergine- disse subito dopo interrompendo quello che stava accadendo, qualunque cosa fosse.
Lo avevano studiato a educazione sessuale, l'importanza di informare il partner in una situazione del genere, ma si sentì anche un po' stupido subito dopo averlo detto.
-Eh? Ma che vuol dire? Near noi non possiamo fare sesso siamo maschi!- si irritò Mello.
Near lo guardò confuso... quindi cosa stavano facendo?
-Ma anche i maschi hanno un buco- disse poi, sorprendendosi dalle sue stesse parole, giustificandosi di aver solo sottolineato un dettaglio anatomicamente corretto.
Mello non sembrò capire.
-Ma cosa dici?-
Si alzò in fretta e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Near non aveva proprio idea di cosa fosse appena accaduto, sapeva soltanto che non aveva mai avuto qualcosa di così duro nei pantaloni, qualunque cosa fosse.
Certo lo avevano studiato a educazione sessuale ma non se lo immaginava di certo così e soprattutto non immaginava quanto fosse forte la necessità di farci qualcosa per far passare quella sensazione.
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The witching hour
FanfictionFanfiction nata perché mi sono svegliata alle 3 di notte per pisciare.