Driiiiiiin...driiiiiiin
Con una manata la sveglia cadde a terra e si spense. Lentamente la folta chioma bionda sparsa sul cuscino si mosse mugugnando. Passarono dei minuti prima che ebbe il coraggio di alzarsi e quando lo fece notò che il suo compagno non c'era. Sbadigliando prese l'asciugamano e si diresse nel bagno dei ragazzi. Si infilò in una doccia e accese l'acqua facendola scorrere sulla sua pelle.
Quando terminò, uscì e incontrò il suo amico Jeremy.
-Buongiorno Einstein, dormito bene?-, chiese il biondo.
-Se non ricordi male, Odd, sto ancora cercando un modo per farvi tornare su Lyoko-, rispose Jeremy.
-Giusto. Ascolta, hai fatto i compiti di biologia, vero?-.
-Sì. Puoi prenderli, se vuoi, sono sulla mia scrivania-.
Odd fece un balzo gridando un "sì" molto convinto e quando atterrò vide il suo amico Ulrich uscire dalla doccia.
-Hai finito di urlare? Starei ancora dormendo-, borbottò.
-Vedi di svegliarti, amico! Inizia la scuola, oggi. A che corsi ti sei iscritto?-.
-Francese, inglese, ginnastica, matematica, fisica, biologia, musica, storia, geografia, economia... Le solite-.
-Io salterò economia e comincerò arte e spagnolo. Voglio cimentarmi nelle lingue-.
-Ah sì? Beh, buona fortuna allora-, commentò Jeremy andandosene.
Odd e Ulrich lo seguirono, ritornando nelle rispettive stanze. Odd si vestì, si pettinò e si mise il profumo.
-Oggi conoscerò una ragazza, me lo sento-, esclamò.
-Davvero? E dimmi, farà la fine di tutte quelle con cui sei uscito in questi tre anni?-, scherzò Ulrich.
-No... lei è speciale, me lo sento-.
-Contento tu-.
———
-Sono dieci dollari, signorina-.
La voce giunse dal taxista. Io gli sorrisi poi gli lasciai i soldi nella mano. Lo guardai andar via, e sospirando presi la borsa.
M'incamminai verso la scuola ascoltando i rumori della città.
Nel giardino molti alberi coprivano il prato ben curato e dolci risate si udivano fin dall'inizio della via che portava all'entrata principale.
Mia madre era lì, dietro gli occhialoni e nascosta nel camice bianco. Susan Hertz, sì, mia madre. Con un sospiro l'abbracciai, poi mi condusse verso un uomo con l'aspetto burbero, un fisico troppo grosso e un volto nascosto dalla barba grigia.
-Buongiorno Jean-Pierre. Lei è mia figlia, Mary Montgomery-, disse mia madre indicandomi.
Quando Jean-Pierre voltò lo sguardo verso di me, io sorrisi e allungai la mano per stringergliela.
-Buongiorno. Sono contenta di essere qua-, mormorai io.
-Lo sono pure io. Tua madre dice grandi cose sul tuo conto e naturalmente ha ragione. Bene, per oggi potrai avere il tutor così se hai bisogno di qualcosa potrai chiedere a lei o a lui-.
Sorrisi, poi Jean-Pierre si guardò attorno soffermandosi su una ragazza sorridente, coi capelli rosa e molto corti.
-Stones! Vieni qua!-, gridò.
La ragazza smise di ridere e si avvicinò a noi. Salutò mia madre poi il preside e, mentre quest'ultimo parlava, lei continuò a fissarmi.
-...Quindi vorrei che tu trascorressi la tua giornata con Mary-, concluse il preside.
-Sarà fatto, signor Delmass-, rispose lei sorridendo, poi mi afferrò per un polso e mi trascinò dalla sua amica.
Era una ragazza coi capelli neri a caschetto, con una ciocca blu, e occhi profondi color carbone. Vestiva di nero e viola e aveva un fisico nella norma.
-Io sono Aelita e lei è Yumi, la mia più grande amica-, esclamò la ragazza.
-Ciao. Io sono Mary Montgomery e sono felice di conoscervi-, risposi io.
Yumi mi fissò curiosamente, ma appena le suonò il cellulare distolse lo sguardo e rispose.
-Ciao Jeremy! Sì, c'è anche Aelita. Ehm, in sala mensa? Dì un po, c'entra con...-, Yumi si bloccò guardandomi, come se non potesse dire una parola, poi sospirò e continuò:-...con il videogioco? Ah, perfetto! Allora arriviamo con una nuova studentessa! A fra poco!-.
Spense la chiamata e mi afferrò per un polso.
-I ragazzi ci aspettano in sala mensa per la colazione-, esclamò Yumi.
-Andiamo subito! Fra un quarto d'ora ho lezione di matematica!-.
Ma che coincidenza... Pure io ho lezione di matematica.
Iniziai a correre pure io e quando ci trovammo davanti una stanza con tani studenti che si baciavano e abbracciavano, mi bloccai.
In fondo, seduto ad un tavolo, c'era un ragazzo. Era particolarmente carino, con gli occhi curiosi e molto attenti, lo sguardo fisso sul suo vassoio e la risata accesa.
Mi chiesi perché fosse così curioso per i miei occhi osservarlo, ma cambiai idea quando mi resi conto che quel ragazzo era tutto ciò a cui avevo promesso di stare lontana.
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La ragazza che gridava contro il suo destino ||Code Lyoko||
FanfictionSono passati tre anni da quando Jeremy Belpois ha trovato un supercomputer in grado di mandare persone sul mondo virtuale, Lyoko. Ne sono passati due da quando Aelita Hopper, la custode di Lyoko, si è trasferita sulla Terra. Sono trascorsi tre anni...