Prologo.

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1-Pistola

2-Manette

3-Carattere

Le tre parole d'ordine per una poliziotta.

Voltai l'angolo tenendo la pistola vicino al petto. Quante volte l'avevo fatto... Un circuito a corso chiuso. UN circuito solo, per sette basi. Sempre lo stesso, con le stesse mosse da fare. Con gli stessi pericoli dietro l'angolo, e lo stesso numero di criminali da cercare, sempre negli stessi posti. Motivo per il quale, su sei novellini che vanno in missione ne tornano vivi circa tre. Con due feriti. Missioni facili solitamente. Uno, due criminali al massimo da trovare. Ma quando trovano le loro basi nere, e devono presentarsi sul posto con le manette ed una denucia sufficiente all'incarcerazione, non sono pronti. Perchè allenarsi in quel prototipo di città, è come giocare ad un videogames che sai a memoria. Conosci tutte le mosse degli avversari e sai evitarle. Quando invece finalmente hai la licenza e ti impiegano per uno di quasti lavoretti, è ben diverso. Devi avere ben incisa nella testa la mentalità criminale per poter prevedere le loro mosse. Se non è così, e loro sono più furbi di te, sei una persona morta.

E' così nel mondo anti-criminale. Se invece sei peggio di loro, cogli alla virgola tutte le loro mosse e le prevedi con precisione e per tempo, sei destinato a far carriara nella Polizia Americana.

Io questo tre anni fa non lo sapevo. Tre anni fa, quando coinvolsi il mio ragazzo in questa vita. E dopo tre anni di corsi ed esercitazioni, ci diedero il primo incarico: incarcerare due "Fuorilegge" delle nostre parti.

Ricordo poco di quella sera. Solo la mia mano scivolare sulla pistola nella cintura. Poi due spari. Non partirono dalla mia arma. Uno mi arrivò al basso ventre. L'altro colpì il collo di Jamie, il mio ragazzo. Lui morì sul colpo. Io mi risvegliai dopo un mese di coma.

Non ricordavo molto. Sapevo di aver perso Jamie, e fu proprio quello a spingermi a continuare quel genere di vita. Volevo sbattere nelle più basse e fredde prigioni quei due farabutti.

All'inizio non mi sentivo bene con me stessa. Allenandomi da sola, non c'era nessun lui a spronarmi a continuare. Poi il coach (colui che si occupa della nostra preparazione fisica) trovò il modo. Un solo motivo mi poteva spingere a farlo: La vendetta. E fu proprio questo, quello che mi fece capire ciò che mi avrebbe fatto far carriera.

Io ero la peggior criminale. Dovevo esserlo.

Diedi l'ultimo sparo, rigorosamente finto, poi le luci si spensero.

-Brava Hatty, come al solito.-

Spazio Autrice.

Salve a tutte! Questo è il.. Chiamiamolo prologo della storia. È la prima Fanfiction che pubblico, e dato che fa schifo, chiedo umilmente perdono a chi è capitata sotto gli occhi.

Spero non abbiate vomitato anche l'anima leggendo.

BUON 2015 A TUTTEEE!

E Speriamo che sia migliore del 2014!

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