VIII

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"Maestro e queste altre catene montuose?" Chiese Dante una volta arrivati in cima al monte Gennaro.

"Fanno sempre parte de questa! Anvece quelli che se vedono in lontananza, sono altre catene montuose, dell'Abrutium ora Abruzzo" Rispose Virgilio indicando con energia delle montagne lontane.

"Adesso vieni" Disse il più grande trascinando l'altro per un polso, portandolo dal lato in cui si vedeva Roma, e i paesini sottostanti.

"Che meraviglia! Questi, sono sicuramente dei paesi antichi, guarda come non infastidiscono gli occhi!"

"Già, sò fortunati a vive qua sotto, hanno aria pulitissima, che a Roma se 'a sognano! E poi stanno vicino a 'na bellezza come questa... È fantastico che esistano ancora comunità contenute e che non tutto se stia espandendo!" Replicò Virgilio, mentre rovistava nella sua tracolla, senza staccare gli occhi da quello scorcio a strapiombo.

"Cos'è quell'aggeggio moderno maestro?" Chiese il più piccolo vedendo l'altro estrarre una polaroid dalla borsa.

"Serve pe'...ehm come too spiego... cattura l'immagine che noi vedemo tramite 'il suo occhio' e c'aa restituisce quasi identica! L'icona è chiamata fotografia o foto" Rispose Virgilio avvicinando l'obiettivo al suo occhio, assottigliandolo, mentre nel volto si andavano a formare rughe di concentrazione. Scattò e i muscoli si rilassarono.

"Ma è un'invenzione fantastica! Su maestro fammi vedere!"

"Pazienta Dante!" Si girò sorridendo, era la prima volta che scattava una foto, ma si era informato bene su come fare.
Publio aveva capito che c'era un altro tipo di macchina fotografica più moderno, con un sistema diverso: 'digitale' dove per fare le foto non veniva usato concretamente un materiale tangibile tipo pellicola o acetato, ma ...beh quel concetto non gli era rimasto molto chiaro, però in modo più spiccio poteva dire che se si fa una foto schifosa o inutile con una digitale, la si cancella senza aver sprecato nulla, mentre se si fa una fotografia con istantanea o macchina a rullino si è sprecato del materiale.
Quella moderna era decisamente più permissiva, ma proprio per questo Virgilio aveva scelto l'istantanea. Avere pochi tentativi porta a scegliere meglio quali sono gli scorci o momenti davvero importanti di cui si vuole conservare la memoria.
L'immagine comparve nella pellicola e lui ne fu estremamente entusiasta, comparò più volte la foto e il paesaggio reale con un sorrisone genuino sulle labbra.

"Tiè!" Quasi urlò porgendola a Dante, che ebbe la stessa reazione incredula del suo maestro.

"Voi provà pure tu figliuolo? Tanto hai visto come se fa!" Chiese il più grande, avvicinando la polaroid alle mani di Alighieri, che la afferrò sostenendola come se fosse stato un vaso di vetro soffiato.

"Cosa potrei catturare?"

"Quarsiasi cosa pe' te sia evocativa, suggestiva, o semplicemente bella! E ce n'è de imbarazzo daa scelta qua!"
A quella risposta Dante si guardò attorno attentamente, concentrandosi sui paesaggi lontani e sulle possenti montagne, indeciso su dove puntare.
Poi i suoi grandi occhi vennero calamitati da un qualcosa di molto più vicino a lui. Il suo maestro che guardava l'orizzonte.
Ah se Virgilio in mezzo a tutto quel verde e viola, non era una cosa ai limiti della meraviglia! Era lui che voleva catturare.

Il più grande si girò verso Dante (quasi come se le sue attenzioni lo avessero chiamato) sistemandosi con fare delicato una ciocca di capelli dietro un'orecchio mentre l'altro strinse a se la polaroid abbassando lo sguardo.

"A che pensi caro?" Chiese Publio lasciando nascere un sorriso, per poi mordersi il labbro inferiore.

"N..niente!" Rispose Alighieri con un filo di voce avvicinandosi a lui per ridargli l'aggeggio moderno.

Non so, Dio dice che...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora