Voi che siete incollati alla mia voce per sapere dell'eroina la disperazione credete che io ve l'andrò a narrare orbene ora non vi resta che aspettare. Se ricordate avevamo lasciato kadjia alla sua fuga insieme a tiamat e al duo ferino. Se la vostra attenzione è ancora alta il grande me vi narrerà della traversata.
La giovane ragazza a cavallo del lupo dal pelo candido come la neve era in viaggio assieme a tutto il popolo da ormai 4 giorni, in questo periodo era riuscita a percepire la magia del vitale fuoco che ribolliva nel suo spirito, però seppur riuscita in tale impresa da un paio di giorni era cupa in volto, teneva il viso basso e le sopracciglia aggrottate sulla fronte arrossata dal freddo dell'aria e dalla neve tagliente che nelle bufere minacciose della notte ruvida come una silenziosa arma si faceva sentire sulla candida pelle. Ogni notte la dea Tiamat la stringeva a lei come il suo tesoro più prezioso come una figlia strappata controvoglia dalla madre che dopo anni ritrova cresciuta, cambiata, maturata una vera donnina. Sempre la teneva d'occhio e la tenne d'occhio anche quando le forze del male si palesarono. La ragazzina percepì una strana presenza il vento ne trasportava l'aura ombrosa, minacciosa e molto molto potente, carezzò le orecchie di Reigang
Che si fermò facendo cenno a Wulfgang di guidare il popolo in autonomia"Io e Reigang andremo in avanscoperta c'è una strana presenza, lo sento nell'aria.
"Mi raccomando, fai molta attenzione sorellina".
Disse Tiamat con voce titubante, non voleva lasciarla andare ma avendole offerto la sua fiducia non poteva dimostrarle così poco affidamento.
Kadjia sorrise e cavalcando Reigang si addentrò nel bosco che costeggiava l'impervio sentiero di montagna. Dopo essersi addentrata nelle profondità della selva un corvo gracchiò."Kadjia pericolo pericolo!".
Le bisbigliava il vento, tremava aveva paura, un'angoscia terribile, ma allo stesso tempo era curiosa voleva conoscere l'origine di quella presenza. I suoi pensieri si arrestarono, impallidì.
Due come il numero perfetto due come la complicità degli amanti due come i complici di un delitto, due erano le figure che avanzavano, l'uno ritto elegante una lunga chioma liscia fino alla schiena ondeggiava placida, gli occhi, vuoti privi di luce vitale, era cieco, cieco come le più grandi delle menti poetiche, le labbra sottili suonavano una foglia campestre che veniva guidata dalle dita lunghe e sottili, una tunica bianca con scritte tribali nere come la pece ne copriva il corpo. Kadjia spostò lo sguardo un corvo gli era appollaiato sulla spalla, un immane corvo nero, pochi passi più indietro un secondo uomo più giovane lo seguiva, i capelli erano corti, selvaggi, argentei mossi dall'aria, camminava a capo chino ogni tanto alzava il mento con le labbra carnose semi aperte. Occhi neri, neri come il carbone ed una lunga cicatrice profonda segnava il suo viso dividendo per metà gli occhi dalla bocca, indossava anch'esso una tunica nera con scritte bianche. Kadjia guardò sulla sua spalla, spalancò gli occhi la civetta che li aveva scoperto qualche giorno prima era lì imponente e la stava guardando."Noi siamo gli occhi della regina siamo le sue spalle siamo il suo verbo siamo i suoi piedi..."
"Siamo le sue terre, siamo le sue genti, siamo il terreno fertile su cui costruirà il suo impero!"
"L L la r regina?! E c c c come mai c ci seguite?! noi non abbiamo fatto niente contro di lei!!".
"Noi..."
Il ragazzo chino alzò pigramente la mano michelangiolesca indicandola
E l'altro rispose
"Noi cerchiamo te".
"M me?"."Si Kadjia, sei una colonna portante del piano di sua maestà...tu e la tua amica Jiro"
"C come fate a conoscerci?!".
"Come faccio? Noi leggiamo il mana, il potere che scorre in tutte le creature".
"C chi siete e e rispondete!"
il vento carezzando la pelle della guerriera, le sussurrò
STAI LEGGENDO
storia d'inverno [working In Progress ⚒️]
FantasyLe giovani Kadjia e Jirou vengono trasportate in un mondo dove regna un inverno eterno... Tra mitici animali, un principe bestiale ed una regina malvagia riusciranno a tornare a casa?