Io e Raquel ci guardiamo, senza parole.
«Cosa vuol dire?» Le chiedo.
Stella butta la borsa a terra e si siede al tavolo. «C'erano già troppe persone.» Prende allora il volantino dalla tasca, e indica con il dito una nota scritta in basso.
«Massimo 25 partecipanti.» Legge. «Quando sono arrivata erano già al completo.»
Mi copro il volto con le mani e Raquel sbatte la testa contro il tavolo.
«Dai, potrai iscriverti al prossimo incontro!» Le dico speranzosa.
Lei scuote la testa. «No, hanno detto che il gruppo rimarrà quello... Ho perso la mia occasione, ma non fa niente. Posso avere anche io un piatto di paella?»
Mi sento in colpa, al posto di pensare al trucco e al vestito avremmo dovuto pensare all'iscrizione, cosa che Stella avrebbe sicuramente fatto se non la avessimo confusa con tutto questo voler far colpo su Samuele. Lei voleva davvero partecipare al gruppo!
Anche Raquel deve sentirsi così, infatti le porge la porzione più grande di paella.«Davvero ragazze, non è niente! Era solo un'attività dopo la scuola, c'è ne sono molte altre a cui posso partecipare.» Dice Stella mentre posa il piatto vuoto nel lavandino.
«Lo so, è che ci tenevi a conoscere Samuele...» Sospiro. Anche se non capisco cosa ci trovino tutte in lui, so che Stella si prende una cotta molto raramente e quando succede è difficile passare oltre.
«Ehi chica, puoi parlargli anche a scuola, e se per qualche strana combinazione non riusciate a conoscervi, ricordati che il mare è pieno di pesci!» Le dice Raquel, prendendola a braccetto e strappandole un sorriso.
«Comunque avrebbe potuto farti partecipare lo stesso... Cosa cambiava una persona in più?» Commento giocherellando con un bicchiere sul tavolo.
«Lucrezia» Stella si siede di fronte a me. «Davvero, non fa niente. Non preoccupatevi e adesso cambiamo argomento.»Dopo qualche ora mi ritrovo su un pullman per tornare a casa.
Sono praticamente da sola e riesco a trovare facilmente un posto per sedermi. Appoggio lo zaino che porto con me da questa mattina sul sedile da parte al mio e prendo le cuffiette dalla stasca, scegliendo la mia solita playlist con le canzoni ascoltate e riascoltate.
Guardo fuori (senza avvicinarmi troppo per lo sporco accumulato sul vetro) e seguo con lo sguardo il profilo della città che mi scorre davanti agli occhi.
Quando parte l'altra dimensione dal mio mix, entro nel mio mondo.E adesso giuro faccio le valigie
E scappo via in un'altra dimensione
Son stanco delle vostre facce grigie
Voglio un mondo rosa pieno di colore
Voi comprate amore con le carte Visa
Con le facce intrise sì ma di sudore
E adesso giuro faccio le valigie
E scappo via dalla dolce MarlenaTotalmente nella mia dimensione, mi spavento sentendomi toccare una spalla.
Tolgo una cuffietta e mi giro di scatto, per poi trovarmi davanti un controllare.
«Il biglietto signorina.»
Sbuffo per poi tirare fuori da una tasca del giubbotto il mio abbonamento, porgendolo all'uomo. Lui con un gesto brusco lo prende dalla mia mano, lo controlla e me lo riporge per poi dirigersi verso qualcun'altro.
«Potrebbero almeno essere gentili» Borbotto tra me e me.
«Che cosa ha detto?» Fa il controllore girandosi.
«No niente parlavo da sola»
Torno a guardare il finestrino e a perdermi in un mare di pensieri.Rischio anche di perdere la fermata, tanto per cambiare. Se sarò sempre così distratta non combinerò mai niente, me lo dicono tutti.
È che ho un mare di pensieri che mi inondano la testa.
Dico sempre 'mare' di pensieri perché tutte queste idee o considerazioni si scontrano e si sovrappongono. Una vera e propria tempesta di sorrisi, paure, ansie, film mentali, scoperte, novità, ricordi, lacrime, risate, situazioni, domande, risposte, parole, frasi, discorsi che compongono la mia dimensione, e a cui non riesco a dare un ordine preciso.Cammino nella mia via, una strada tranquilla delimitata da villette.
Con le cuffiette ancora nelle orecchie apro lo zaino cercando le chiavi di casa, sempre nascoste da pacchetti di patatine e di fazzoletti.
Una volta entrata in casa butto lo zaino a terra e appendo il giubbotto.
«Brava Lucrezia, lo zaino a terra!» Urla mia madre.
«L'ho solo appoggiato, calmati» Sbuffo.
«Dove sei stata fino ad adesso?»
«Da Raquel, te l'ho scritto su Whatsapp.»
«Questo lo so, ma non pensavo che ci saresti rimasta fino a quest'ora!»
Non rispondo e vado in camera mia, tanto lo so che qualunque cosa io dica sarò sempre dalla parte del torto.In camera mia, la prima cosa che faccio dopo essermi tolta le scarpe è buttarmi sul letto. Con l'ultimo briciolo di forza di volontà che mi è rimasto mi alzo e prendo il libro di francese per studiare (davvero, questa volta) per la verifica di domani.
Raquel poco dopo mi scrive su Whatsapp.
Inspectora💛 : Bel casino con Stella...
Lu🌹: Si, abbiamo fatto una cazzata
Inspectora💛 : Come minimo domani le paghiamo il caffè😅
Lu🌹: Si AHAHAHSpazio autrice
So che nessuno si calcola questa storia, ma per quei pochi che lo fanno vorrei dire che cercherò di aggiornare più regolarmente e con capitoli più lunghi, anche se la scuola mi lascia poco tempo libero...
Bea🌹
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Le parole lontane
Teen FictionLucrezia, liceale con la classica vita da sedicenne, non avrebbe mai immaginato che un laboratorio dopo la scuola le avrebbe stravolto così tanto l'esistenza. Con un'amicizia che minaccia di finire per sempre e un nuovo amore iniziato per caso, si r...