Cap 1:"Un lampo di luce,portatore di disgrazie"

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Nahoko pov:

"Era una bellissima giornata di neve,montagne color bianco a rappresentare il dolce inverno e le stelle del cielo cosi luccicanti  come un diamante

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"Era una bellissima giornata di neve,montagne color bianco a rappresentare il dolce inverno e le stelle del cielo cosi luccicanti  come un diamante.
Fu in quel  bellissimo cielo stellato ,dove iniziarono le mie disgrazie.
Mi trovavo in macchina ,nei sedili posteriori,con la faccia appoggiata nel vetro della finestra con lo sguardo perso a contemplare il bellissimo cielo stellato di quella giornata di dicembre in giappone.
I miei genitori addottivi,erano a capo guida parlando e pianificando su cosa fare durante le vacanze che avremmo trascorso fuori dal paese.
Se quel giorno avessi saputo che fosse stato l'ultimo,dicerto avrei ringraziato all infinito l'amore che mi regalarono i miei genitori addottivi per quei 15 anni meravigliosi insieme .
Fu tutto cosi al improvviso,ci fu un forte luccichio che ci colpi in pieno,facendoci uscire fuori pista e cadere nel vuoto di quella alta montagna che portava all'aeroporto.
Ricordo ancora i vetri della macchina spezzarsi,gli schianti  con le rocce di quella montagna,le grida di dolore dei miei genitori,ma la cosa strana e che non ricordo essere mai uscita da lì dentro e nemmeno di come improvvisamente sia apparsa nella fredda autostrada lontana dal incidente.

Ricordo ancora i vetri della macchina spezzarsi,gli schianti  con le rocce di quella montagna,le grida di dolore dei miei genitori,ma la cosa strana e che non ricordo essere mai uscita da lì dentro e nemmeno di come improvvisamente sia apparsa nel...

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Ricordo le sirene della polizia,le grida e bisbigli delle auto che si erano fermate a vedere la scena.
Ricordo anche il rumore della sirena del l'ambulanza,le due soccorritrici femmine che mi presero dì peso,sdraiandomi in quei lettini a ruote,utilizzati d'emergenza per poi portarmi all'ospedale,dove una volta arrivati,mi ispezionarono il corpo alla ricerca di fratture o perdite di sangue,ma non trovando nessuna frattura.
Le infermiere e dottori si allarmarono e allontanarono da me impauriti,iniziando a pettegolare tra di loro facendo ipotesi non vere,che arrivarono alle orecchie della polizia che mi portò in centrale.
Mi rinchiusero in una sala d'interrogatori iniziando a gridarmi e a scuotere volendo solo risposte del accaduto ,ma da me non usci nemmeno una parola.
In quel momento ero sotto shock,volevo soltanto sparire ,l' aver perso le mie due ancore di salvezza,che mi  diedero un motivo per cui vivere,dato che venni raccolta per strada,senza ricordi al età di 5 anni.
I poliziotti non avendo prove,mi presero per pazza e mi rinchiusero in una cella,aspettando l'arrivo dei parenti materni di mia madre,dato che quelli di mio padre vivevano all'estero,troppo impegnati con le aziende di famiglia per ricevere una sola chiamata.

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