Il Futuro

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La pace era tornata in città e nessuno ormai parlava più di quelle 4 ragazze che mesi prima erano state rapite da Ciro Calandoro.
Nessuno a parte loro e i loro amici più stretti.
Dopo i primi mesi obbligatori di psicoterapia, Ilaria e Elena non riuscirono più a farne a meno a causa dei continui incubi che si presentavano ogni notte.
Sofia invece aveva dovuto lasciare il gatto a Leonardo visto che ogni rumore notturno la faceva svegliare di colpo con il cuore a mille.
Aurora non sembrava apparentemente sconvolta ma Alessio e Francesca sapevano perfettamente quante crisi aveva e quante volte rimaneva paralizzata dal panico.
Per il resto la vita era continuata, i ragazzi avevano finito la scuola, erano iniziate le adorate vacanze estive e molti dei loro compagni erano andati già in vacanza.
La città era avvolta da un caldo abbraccio e il mare che bagnava le spiagge rappresentava per il gruppetto di amici un rifugio perfetto.
Praticamente ogni giorni si vedevano per andare o a farsi un bagno o a fare una gita o anche solo per stare nelle fresche case condizionate a non fare niente insieme.
Chi di loro si sarebbe mai aspettato che un'estate così tranquilla avrebbe avuto una brutta fine...

L'estate si sentiva anche in quella casa.
Il caldo torrido entrava dalle finestre aperte e sembrava non uscirne più.
Ogni brezza d'aria era come una droga che, finito il suo effetto, lo lasciava in crisi d'astinenza.
Le mani grosse e nodose percepivano quasi la pesantezza di quel calore e gocce di sudore scendevano perennemente sul suo volto stanco e spento.
Il lavoro delle ultime settimane lo aveva stancato e non era ancora riuscito a godersi pienamente la libertà.
Sulla sua vecchia e sporca poltrona pensava a quei pochi giorni in cui avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva, ma poi avrebbe dovuto iniziare.
E quale inizio era meglio in quella calda e rovente estate?
Gli bastava solo una conferma, una certezza, e questa gli arrivò dalla persona che mai avrebbe pensato potesse aiutarlo.
Per fortuna i telegiornali, oltre a dire di bere molta acqua, fanno anche dei bei servizi su alcuni crimini avvenuti poco tempo prima

Quando arrivò il giorno designato Lui era pronto. Caricò sulla macchina l'occorrente: dei vestiti di ricambio, una bottiglia d'acqua e del cibo, una scatoletta di fiammiferi, una corda, una boccetta di liquido incolore e una tanica di benzina di scorta. Verso le 6 del pomeriggio era già pronto ad agire ma doveva aspettare il momento giusto.
Appostato in quella posizione vantaggiosa iniziò a mangiarsi quello che aveva portato e aspettò il suo passaggio.
Lei sarebbe stata la prima.

Nel mentre, in una cella isolata del carcere di massima sicurezza, Calandoro continuava a urlare e gridare cose che per le guardie non avevano senso e per questo, giusto per avere un po' di pace e non per cercare di tranquillizzarlo e di farlo stare meglio, gli somministravano giornalmente delle dosi di calmanti molto forti e di sonniferi in modo da abbatterlo per un po' di ore.
Il detenuto dopo un po' di tempo aveva smesso di prendere le pillole ma, capendolo, le guardie avevano iniziato a mettere i tranquillanti nel cibo e i sonniferi nell'acqua, tanto era un liquido incolore...
Quel giorno, le ultime parole che disse furono:
"A... Ra... Sal... La" 
E si addormentò con una lacrima sul volto.

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