La Casa

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Sofia non credeva nel destino ma sapeva che quel giorno sarebbe andato male tutto.
Si era svegliata di colpo alle 5 del mattino nonostante fosse domenica e aveva iniziato a prepararsi la cartella per andare a scuola. Fortunatamente, o sfortunatamente (dipende dai punti di vista), schiacciò la coda a Felix che, con un balzo, le saltò addosso riportandola nel mondo reale. Facendo tutto quel casino aveva svegliato anche il vicino Leonardo che aprì la finestra per vedere cosa fosse successo.
La ragazza non lo aveva mai ammesso ma c'era qualcosa in Leonardo che la attirava e vederlo così di prima mattina, appena sveglio, preoccupato per i rumori che aveva sentito in casa di Sofia a tal punto da uscire senza maglia, le riempì il cuore di felicità. Poi si ricordò di come era vestita: aveva i capelli in disordine, i pantaloni infilati per metà, lo spazzolino in bocca e il gatto attaccato alla maglia. Completamente rossa per l'imbarazzo chiuse la finestra e sentì la risata del ragazzo mentre anche egli tornava dentro.

Alle 9 era pronta ad accogliere Elena per studiare insieme e aveva preparato anche dei biscotti speciali per scusarsi di averla abbandonata la sera prima. Quando sentì suonare al citofono corse ad aprire e scherzando chiese alla ragazza la parola d'ordine. Elena, con una voce strana, quasi metallica e piangente, rispose che non ne aveva voglia e Sofia le aprì il portone.
Essendo ad uno degli ultimi piani sapeva che ci avrebbe messo tanto così lasciò la porta socchiusa e andò a sedersi sul divano.
Dopo un po' sentì dei passi e Felix scattò dalla porta. Sofia si stava alzando quando di colpo il gatto si fermò e iniziò a soffiare verso il pianerottolo.
Alla ragazza sembrò strano perché Felix adorava Elena visto che per tutto il tempo lei gli faceva le coccole e lo teneva in braccio.
Presa da un istinto naturale si lanciò verso la porta per chiuderla ma fra essa e lo stipite si interpose una punta di una scarpa nera.

Leonardo stava ascoltando musica a tutto volume: quella che piaceva a lui, senza parole, solo suoni di strumenti per periodi che a un comune mortale sembravano interminabili.
Stava sentendo il suo pezzo preferito quando sentì delle parole.
Rimase spaesato ma decise di togliersi le cuffie per vedere se c'era qualcosa che non andava nel cavo con cui erano attaccate al telefono.
Fu allora che sentì le urla.
Erano forti.
Chiamavano il suo nome.
Era Sofia!!
Vestito in malo modo corse fuori dalla porta per andare nell'appartamento vicino e trovò la porta aperta.
Entrò con la sua mazza da baseball pronto a colpire qualsiasi cosa si muovesse ma era troppo tardi.
Le urla ormai erano finite.
L'appartamento era vuoto.
Preso dalla disperazione e dalla furia che provava per non aver aiutato la sua bella vicina, corse giù dalle scale e vide un uomo con un berretto in testa portare un sacco della spazzatura sulle spalle.
Andò pronto a colpirlo.
Lo chiamò per farlo girare ma lui accelerò il passo. Leonardo corse più veloce e gli spuntò davanti.
Con grande sorpresa vide un semplice spazzino con un sacco pieno di spazzatura che cercava di scappare essendo rincorso da un ragazzo con la mazza.
Aveva perso tutto.
Sofia non c'era più.
Prese il telefono in mano compose il numero a tre cifre e in lacrime disse: "L'ha presa e io non sono riuscito a fare niente".

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